Cosenza, ma che fine fanno i sacchetti (e i soldi) per la raccolta differenziata?

Alzino la mano i cosentini che sono a conoscenza di aver pagato i sacchetti per la raccolta differenziata senza mai averli.

Il Comune di Cosenza paga qualche centinaio di migliaia di euro all’anno (pare circa 750.000 euro) per i sacchetti della raccolta differenziata destinati a cittadini e attività che pagano la TARI. Fin qui tutto bene, direbbe qualcuno.

Il problema non è la caduta ma l’atterraggio. E questi sacchetti non atterrano nelle case dei cosentini. Questo è lo strano ma redditizio sistema messo in campo da Ecologia Oggi. Il Comune di Cosenza paga Ecologia Oggi per la raccolta e smaltimento dei rifiuti, per lo spazzamento delle strade ma anche per fornire ai cittadini i sacchetti dove depositare i rifiuti differenziati. Niente da dire, ma questi sacchetti oltre a non avere nessun codice identificativo dell’utente, sistematicamente non vengono distribuiti.

Sembrerebbe un gioco da ragazzi affidare la distribuzione dei sacchetti agli operatori che quotidianamente ritirano i rifiuti differenziati, ma questo non avviene. Gli operatori, perdendo qualche secondo in più ad utenza, potrebbero prendere il sacchetto pieno dal cestello e lasciare i nuovi sacchetti nello stesso. Potrebbero fare così ogni sei mesi che è il tempo previsto per il consumo dei sacchetti.

Ecologia Oggi però preferisce che sia la montagna ad andare da Maometto e impone che tutta la cittadinanza si rechi in Via Galeazzo di Tarsia a prendere i sacchetti.

Il risultato? Se davvero ognuna delle 25.000 famiglie rispettasse le direttive di Ecologia Oggi e del Comune, conti alla mano, il Centro Storico sarebbe invaso quotidianamente da oltre un centinaio di cittadini che pretenderebbe di ritirare i sacchetti.

Siccome i cosentini sono fraccomodi, il Centro Storico scoppierebbe di automobili. La realtà invece ci dice che circa un centinaio di utenze al mese (fonti ufficiose) ritirano i sacchetti. Questo significherebbe che solo un migliaio di utenze in totale usa i sacchetti pagati con la TARI.

A tal proposito, per cacciarci lo sfizio abbiamo fatto qualche domanda in giro e quasi tutte le persone interpellate dicono di non sapere che nel cuore del Centro Storico, Ecologia Oggi ha una sede dove distribuisce Kit e sacchetti per la differenziata. Nonostante quasi nessuna delle 25.000 famiglie residenti si preoccupi (ovviamente) di ritirare i sacchetti, la brava società di raccolta e smaltimento in ogni caso pare che incassi tranquillamente la somma per l’acquisto degli stessi.

Addirittura qualche “odiatore” riferisce che in alcuni comuni del catanzarese sono stati avvistati kit di sacchetti confezionati con il logo città di Cosenza, ma di questo non ne abbiamo ancora prova provata.

Abbiamo però contezza che in 5 anni di differenziata sono entrati parecchi euro nelle casse del Presidente del Nuovo Cosenza Calcio per questi sacchetti pagati dal Comune e mai distribuiti. Saranno mica questi gli investimenti del patron nella squadra di calcio che non paga affitti ed utenze perché il tutto è a carico del Comune?

A parte le battute, sarebbe ora di smetterla con questa fiction che vede la città comprare premi ricicloni per fare la bella faccia, perché la questione dei rifiuti a Cosenza resta quasi drammatica.

Nella nostra città sono disseminate decine di microdiscariche fatte da abbandoni sistematici non puniti. Gli abbandoni sistematici spesso si verificano nelle zone a più alta densità di votanti e questo la dice lunga sui motivi della non punibilità. Sarebbe anche ora che questa Ecologia Oggi, come succede nelle città civili, ritirasse anche gli oli da cucina esausti perché in cinque anni questo non è mai successo.

Alzi ancora la mano: chi raccoglie gli oli usati della cucina e li consegna a Guarascio? Come si fa a dire che in una città esiste la raccolta differenziata se i cittadini sono costretti da sempre (per ignoranza dettata anche dall’incuria e dalla scarsa comunicazione messa in campo dagli amministratori) a versare l’olio di una frittura di pesce o di un tradizionale pipi e patate nello scarico del cesso?

Provate a dire a qualcuno che buttare l’olio nello scarico inquina, quello vi riderà in faccia e dirà che Occhiuto ha detto che l’olio fritto si sversa nel cesso o al massimo nel lavandino della cucina. E continuerà a ridere mentre si allontana scuotendo il capo. Come per farvi sentire dementi.

Sarebbe ora che i cittadini ricevessero i sacchetti che pagano profumatamente a casa e come succede nelle città civili, sarebbe ora che sui sacchetti venisse impresso il codice di riferimento dell’utenza, altrimenti finiamola di dire che a Cosenza c’è la raccolta differenziata. In ultimo ma non per ultimo, sarebbe il caso che qualcuno ci spiegasse dove vanno a finire centinaia di migliaia di euro di sacchetti biodegradabili pagati in cinque anni dai cosentini e solo in parte ritirati.

Arcangelo Mazzacana