Cosenza. Giunta “operaia”, per Franz con la Cultura non si mangia

Chi l’avrebbe mai detto che un socialista come Franz, che bene conosce i “precetti” della rivoluzione maoista, nell’assegnare le deleghe ai suoi assessori operai escludesse proprio le “due voci” che più delle altre indicano la strada per raggiungere il Sol dell’Avvenire: la cultura e le politiche sociali. Tutti i socialisti sanno bene che senza l’emancipazione culturale e sociale del popolo, nessuna rivoluzione è possibile. E Franz, nel varare la giunta operaia, non ha tenuto conto di questo, deludendo le aspettative di tanti compagni/e che ci si erano prepari alla lunga marcia. Viene da chiedersi: ma Franz è davvero socialista? Dall’esclusione dalle deleghe della Cultura e del Welfare, si direbbe proprio di no! Una “esclusione” del genere uno se l’aspetta da un incolto e ammatassato sindaco di destra, non certo da un illuminato sindaco compagno socialista. Evidentemente per lui sono “voci” del tutto secondarie che si possono tranquillamente affidare a qualche consigliere semianalfabeta con il compito di occuparsene a tempo perso. Oppure “assegnare” il tutto a qualche società esterna di proprietà degli amici degli amici, trasformando la Cultura in qualche concerto di piazza.

È chiaro che per Franz con la Cultura non si mangia, così come non ci si arricchisce spendendo i denari per i servizi ai cittadini, i soldi veri, che è quello che realmente interessa a questa amministrazione in perfetta continuità con l’amministrazione Occhiuto,  si fanno con gli appalti, non leggendo e diffondendo qualche “libretto rosso”. È questo il Franz pensiero. E la prova sta tutta in questa esclusione. Il non aver puntato sulla Cultura e sul Welfare, come punti fermi per la crescita economica e sociale della città, istituendo due forti assessorati, magari affidati a persone competenti, è la “giusta” conclusione di questa ennesima farsa messa in piedi dai soliti poteri forti che stanno dietro Franz e la sua alla giunta operaia “a nonna”. Di sinistra questa giunta non ha niente, altro che operai!

Non dotare la città che fu l’Atene della Calabria di un assessorato alla Cultura che ne valorizzi (coinvolgendo tutti gli “operatori del settore”) l’enorme patrimonio storico e culturale, è l’ennesimo schiaffo in faccia ai cosentini, e se il buongiorno si vede dal mattino… quello che ci aspetta sarà un’altra lunga stagione di pioggia. Viva il Socialismo, viva la Libertà.