Cosenza, incarichi “ereditari” all’Asp: i giudici danno ragione al sindacato Fedir

COMUNICATO STAMPA

INCARICHI A SUCCESSIONE EREDITARIA ALL’ASP DI COSENZA

I GIUDICI DANNO RAGIONE A FEDIR

Risalgono al lontano 2013 le prime segnalazioni a Regione Calabria, Procura della Repubblica, Corte dei Conti, Collegio Sindacale con cui – con documentata precisione – Fedir denunciava ripetutamente l’ASP di Cosenza in merito all’ illegittima attribuzione dei più delicati incarichi di vertice delle strutture amministrative.

Nell’arco di un quinquennio abbiamo prodotto decine di segnalazione e fiumi di documenti senza che l’ASP abbia revocato un solo provvedimento ed il Collegio Sindacale abbia mosso un solo dito.

Paradossale poi l’atteggiamento di quest’ultimo, il cui unico atto è stato una dura reprimenda a Fedir perché aveva affermato di aver inviato le segnalazioni anche al Collegio che però non erano state da questo ricevute. Come se fosse una responsabilità di Fedir la mancata trasmissione da parte degli uffici dell’ASP di quanto provatamente inviato al Collegio.

Il lavoro non è stato però vano ed oggi, con soddisfazione, registriamo i primi positivi riscontri.

Nei mesi scorsi, infatti, il GIP presso la Procura della Repubblica di Cosenza nel procedimento 3880/18 RGNR 4799/18 ha respinto la richiesta del PM di archiviazione dei fatti segnalati da Fedir ed ha disposto la prosecuzione delle indagini per vederci chiaro. Fedir si è costituita nel procedimento potendo quindi rappresentare attraverso il proprio legale in maniera corretta ed esaustiva i fatti.

Il 18 settembre scorso il Tribunale di Castrovillari, dopo lungo ed articolato giudizio, con sentenza n° 1419 si è pronunciato sulla richiesta di danni avanzati da uno dei dirigenti dell’ASP di Cosenza che Fedir ha supportato nel suo calvario professionale, condannando l’Azienda a risarcire oltre 100.000 mila euro circa, che si aggiungono agli oltre 90.000 euro cui l’ASP è stata condannata (ed ha già dovuto pagare) nel 2018.

Ovviamente sono le casse pubbliche a dover tirare fuori tutti questi danari.

Ma Fedir non mancherà di pretendere che la Corte dei Conti inchiodi a rispondere tutti coloro che si sono resi responsabili delle illegittimità da cui scaturiscono costi che avrebbero potuto essere assolutamente evitati.

Ma ecco cosa denunciava Fedir nell’ultima nota che abbiamo pubblicato il 13 aprile 2017

Tutto comincia con l’illegittima rimozione – con delibera 1715/2013 – del responsabile della struttura complessa “Affari generali e dipartimento amministrativo”, incarico attribuito ad un dirigente che aveva diritto per legge, al rientro dalla sua aspettativa, a finire l’incarico interrotto oppure ad ottenerne, se quell’incarico non ci fosse stato più, uno equivalente. E, invece, l’Asp cosa fa? Revoca l’incarico legittimamente conferito al dirigente per attribuirgliene uno su una struttura già formalmente soppressa nel lontano 2008″. 

“Liberando l’incarico della struttura complessa l’ASP di Cosenza può così procedere a definire nuovamente e diversamente tutto l’assetto degli incarichi della tecnostruttura amministrativa al termine del quale vengono previste, peraltro in totale assenza dell’obbligatorio atto aziendale approvato dalla Regione, ben 13 strutture complesse contro le 7 previste dal piano regionale di cui alla DPRG 97/2013.
In questa operazione non solo non si procede all’obbligatoria ricollocazione sulle strutture previste dal DPGR 97/2013 dei dirigenti già titolari di struttura complessa ma vengono “promossi” anche dirigenti di qualifica inferiore e vengono mantenuti gli incarichi esterni, come nel caso della struttura complessa “gestione infrastrutture e tecnologie”, assegnata ad un esterno pur essendoci ingegneri interni posizionati su strutture non più previste. In definitiva l’ASP ha dunque consapevolmente creato esubero per almeno 3 dirigenti.

La situazione non è migliorata con l’emanazione delle nuove linee guida di cui al DCA 130/2015, che prevede per le funzioni tipicamente tecnico amministrative solo 5 strutture complesse. Ciò ha creato ulteriore esubero di dirigenti. Quindi per effetto di tutto questo giro di valzer sugli incarichi:

Nicola Buoncristiano

– la direzione del Dipartimento Amministrativo, liberato a seguito della illegittima revoca operata con la delibera 1715/2013, viene affidata all’ing. Nicola Buoncristiano pur essendo una figura tecnica e non amministrativa;

– la responsabilità degli Affari Generali, ugualmente liberata a seguito della illegittima revoca operata con la delibera 1715/2013, viene affidata all’avv. Carlo Baldini pur essendoci ben due dirigenti che già operavano su tali funzioni presso le ex ASL accorpate nella nuova ASP. Ancor più interessante è l’affidamento allo stesso avvocato Baldini dell’incarico – ad interim – anche dalla struttura complessa “ingegneria clinica”. Il posto era rimasto libero dopo la cessazione dell’incarico (dal 1 ottobre 2016) dell’ing. Buoncristiano. Con la cessazione di Buoncristiano l’avv. Baldini consegue anche la responsabilità del dipartimento amministrativo. Per il solo incarico del dipartimento sia l’ing. Buoncristiano che l’avv. Baldini hanno ottenuto almeno 20 mila euro all’anno in più non solo sullo stipendio ma, per sempre, anche sulla pensione, pur avendo svolto l’incarico, nel caso dell’avv. Baldini che andrà in pensione dal 1 marzo 2017, per soli 6 mesi.

Ma la singolare gestione degli incarichi amministrativi nell’ASP di Cosenza non termina qui. Ancor più interessante è capire come gli incarichi di coloro che cessano dal servizio vengono riattribuiti. Infatti:

– il dott. Alberto Siciliano, direttore UOC forniture servizi e logistica, il primo gennaio 2017 è andato in pensione. Il suo posto è rimasto vacante. Ma, piuttosto che avviare le regolari procedure di conferimento degli incarichi previste dalle norme, tramite avvisi interni, comparazioni di curriculum, esperienze e varie, l’incarico è stato conferito in via diretta alla dottoressa Maria Acquaviva perché era stata individuata dallo stesso dott. Siciliano per sostituirlo in caso di sua assenza, ma esclusivamente per ferie o malattie o altro impedimento e non certo per il suo pensionamento.

L’ingegnere Sosto

– L’Ing. Gennaro Sosto (dirigente esterno a tempo determinato, assunto per “mancanza di professionalità interne”) dal 22 aprile 2016 è stato collocato in aspettativa, prerogativa che spetta solo al personale interno dell’Azienda, con contratto a tempo indeterminato. Invece di attribuire ad altro dirigente dell’azienda la titolarità dell’incarico liberatosi, lo stesso è stato affidato ad interim sempre all’avv. dott. Carlo Baldini.

– Come già detto, finalmente, in data 1 marzo 2017 andrà in pensione anche il plurititolato (ben 3 incarichi di struttura complessa nonché l’incarico di responsabile del dipartimento amministrativo) avv. Baldini e le funzioni saranno assunte dall’avv. Giuseppe Brogno, incardinato nella struttura complessa Affari legali con il profilo professionale avvocato e titolare presso la stessa della struttura semplice contenzioso, ma sorprendentemente individuato dall’avv. Baldini quale suo sostituto. Peccato che la designazione dell’avv. Brogno quale sostituto non solo è valida esclusivamente per i casi di assenza per ferie, malattia o altro impedimento ma è altresì illegittima perché effettuata nei confronti di dirigente appartenente a struttura diversa da quella di riferimento, ovvero Affari generali.

Nonostante la presenza di dirigenti che hanno requisiti e titoli per quei posti, le poltrone nell’ASP di Cosenza sono state e continuano ad essere assegnate allegramente a chi fa più comodo tramite un principio che Fedir definisce di “successione ereditaria”. Il dirigente che va via si sceglie infatti chi gli deve subentrare dimenticando il regolamento aziendale concordato con le Organizzazioni Sindacali che sancisce invece l’obbligo di effettuare avvisi interni per consentire a chi ha i titoli di poter quantomeno ambire a ricoprirli.

Il disegno dell’Asp di Cosenza è stato quello di togliere dal proprio posto dirigenti titolati (come nel caso della revoca 1715/2013) per favorire altri dirigenti. E c’è anche il caso dell’avvocato interno dell’azienda a cui da ottobre 2016, improvvisamente dopo anni che ha regolarmente patrocinato per l’Azienda, non vengono affidate più cause che invece vanno a professionisti esterni. La Corte dei Conti soltanto il 17 febbraio scorso ha denunciato le illegittime procedure di conferimento delle cause legali ad esterni ma i suoi dati non hanno di certo potuto tener conto di questo fatto nuovo.

Fedir continua a chiedere trasparenza (tanto più che sul sito dal 2013 non risultano nemmeno pubblicati gli stipendi dei dirigenti) e continua a diffidare il direttore generale, la cui proposta di nuovo atto aziendale è già stata bocciata per ben 4 volte dalla Regione, a revocare immediatamente gli incarichi illegittimamente attribuiti oltre che intimarlo a risolvere la bruttissima situazione”.

Il Segretario Generale

f.to Elisa Petrone