Cosenza, #iostocondongiancarlo: un coro di consensi per il prete antivescovo

Don Giancarlo Gatto, il prete cosentino che ha venduto l’oro della Madonna per risanare i debiti della parrocchia di Lago e si è beccato la dura reprimenda del vescovo, che gli ha intimato di chiedere scusa ai cittadini, è l’eroe del giorno. Sì, eroe, avete letto bene, perché i suoi cittadini, la sua gente, insomma i suoi parrocchiani non solo sono d’accordo con lui ma lo difendono a spada tratta dal solito prete bigotto, in questo caso l’arcivescovo Nolè. Un vescovo che non dice una parola se monsignor Nunnari viene sputtanato da Le Iene per uno squallido caso di aborto e invece è pronto con la scimitarra per punire un prete che fa soltanto il suo dovere.

Da qualche ora è partita una hashtag #iostocondongiancarlo e la posizione è univoca: bravo don Giancarlo. C’è chi dice che lo ha fatto per una buona causa, perché la Madonna non ne vuole oro, c’è chi lo definisce “mitico”, o addirittura “superlativo” per un gesto comunque ammirevole e in perfetta linea con i dettami di Papa Francesco, la cui foto con don Giancarlo campeggia sui profili twitter e facebook del prete cosentino.
“Finalmente un vero prete”, commenta Sabrina.
“La chiesa deve essere povera di beni ma ricca di fede – commenta invece Costantino -. Bravo don Giancarlo, meglio così: molto meglio onorare i debiti che tenere questi beni alla mercé di qualche male intenzionato”.

“Bravo don Giancarlo, non chiedere scusa a nessuno”, rincara la dose Teresa manifestando tutta l’antipatia dei cosentini per questo vescovo che non piace a nessuno per quanto è bigotto e “senzapalle”.

“Prete unico, grande cuore” è il commento di Antonella mentre Angela argomenta un po’ di più: “Onesto e sincero. Meglio non avere debiti. La Madonna non si mette oro, una statua di legno piena d’oro… quanta ignoranza c’era una volta… quanta ignoranza…”.
E all’arcivescovo “senzapalle” staranno fischiando le orecchie. Sui social non c’è neanche un commento a favore della diocesi bigotta. Don Giancarlo, evidentemente, è un grande comunicatore e a differenza del suo vescovo è un prete con i “coglioni” (scusate il francesismo).