Cosenza, la deriva del Pronto Soccorso: tutta colpa dei politici che avete votato

dalla pagina FB di Luigi Caputo

L’ospedale di Cosenza, pochi mesi fa incoronato dall’ultimo rapporto Agenas come peggior nosocomio d’Italia, balza ancora agli onori delle cronache. È di poche ore fa la notizia delle dimissioni, per ragioni personali, del primario del Pronto Soccorso dott. Pietro Scrivano. Una notizia che preoccupa, e non poco. In passato abbiamo già assistito – e più volte – all’abbandono volontario di professionisti che erano stati chiamati a dirigere una realtà così cruciale per le emergenze sanitarie. E, giova ricordarlo, stiamo parlando di un’area chiamata a servire non solo il capoluogo bruzio, ma anche il suo circondario, e che copre vergognosamente un hinterland talmente esteso da interessare un territorio assai vasto. In tutto questo marasma, non si possono colpevolizzare i medici che operano in situazione di piena emergenza da soldati in perenne trincea.

Ma non si può non puntare il dito contro la classe politica corrente, che da anni vive di scuse verso l’inefficienza dei predecessori, e che oggi è convinta di autoassolversi a colpi di marketing con qualche video social a effetto per un pubblico di allodole compiacenti. Eppure basterebbe chiedersi a chi abbia giovato negli anni la corsa sfrenata verso l’agonia della sanità pubblica a beneficio di quella privata, con operazioni di spregiudicato killeraggio che hanno mortificato i diritti dei cittadini in nome del bieco profitto. Ma accusando i politici si punta inevitabilmente il dito contro noi cosentini e calabresi in generale, che per decenni abbiamo consentito tutto ció. Ricordate chi ha chiuso gli ospedali sul territorio per ottimizzare i costi? Sono gli stessi che avete votato e applaudito. Ora guardatevi allo specchio…