Cosenza, la deriva della questura (reparto digos): “1180 euro di multa per aver mostrato i crolli!”

1180€ DI MULTA PER AVER MOSTRATO I CROLLI‼️

di Stefano Catanzariti

Ebbene sì, la questura di Cosenza vigile e pronta come sempre ad impedire le malefatte di questa città si è mossa con solerzia ed efficacia affinché anche oggi il malaffare non dilaghi nelle nostre strade.

Infatti in tre siamo imputati per una manifestazione non autorizzata a pagare 1180€.
In realtà quello che abbiamo fatto il 29-07-2021 è una pacifica passeggiata fra i vicoli dissestati, fra i palazzi che crollano, dentro le case di persone che ci hanno accolto per far vedere dal vivo e senza intermediari le reali condizioni della città vecchia.
Si sta punendo una manifestazione che non ha interrotto ed occupato vie, non ha bloccato nessun servizio, non ha causato nessun disagio , ma soprattutto ha avuto lo scopo di portare chi ancora non conosceva lo stato disastroso del centro storico a viverlo di persona.

È chiaro che esiste un vero e proprio accanimento contro chi quotidianamente lotta per cambiare questa città, verso chi non ha paura a fare nomi e cognomi, verso chi mostra i dati, le somme e le carte che smascherano le loro malefatte.

Un accanimento scientifico e politico, che prova a creare un isolamento e ad eliminare chi da fastidio in città con continue denunce e con la repressione.
La digos è un reparto che dovrebbe prevenire chi vuole sovvertire l’ordine democratico e pubblico. E allora è il caso di ricordargli ai cani del padrone che chi sovverte l’ordine democratico e pubblico sono i politici di questa città e questa regione che hanno dilapidato le casse comunali, hanno lucrato insieme alle organizzazioni criminali sugli appalti pubblici, hanno sventrato la sanità, l’istruzione e il welfare, privatizzando tutto a favore di amici , prestanomi, familiari e conoscenti.
Vi lascio infine ciò che è scritto nel loro verbale per farvi capire l’assurdità del perché siamo imputati:
“Radunavano 40 persone in piazza Valdesi, al fine di condurle nelle zone più significative del centro storico di Cosenza, colpite da crolli o situazioni di generale degrado, e perché si protestasse contro le gravi omissioni e l’incuria contestate alla Provincia, alla Soprintendenza ai Beni culturali, al Comune e alla Prefettura, ritenuti degli imputati responsabili dello stato di abbandono dell’intero centro storico”.