Cosenza, la “mazzetta” del prefetto: il sistema marcio e quei bambini innocenti

Per avere il quadro esatto di quanto sia squallida la realtà istituzionale di Cosenza bisogna tornare indietro fino al 29 novembre quando al Teatro Rendano va in scena una delle tante pagliacciate alle quali partecipano tutti i “pezzi grossi” di questo sistema marcio. Quella stessa pagliacciata dalla quale, poi, qualche giorno fa è emerso l’ultimo scandalo della città di Cosenza: la “mazzetta” intascata dal prefetto di Cosenza e fornita dall’imprenditrice rampante che oggi vuol far credere anche di essere “coraggiosa”. 

Sotto il logo del Ministero dell’Interno e della Prefettura si leggeva testualmente: “Accesso al fondo per le vittime dei reati di tipo mafioso e dei reati intenzionali violenti”. Erano presenti tutti. Per i saluti, il prefetto “mazzetta”, il sindaco squallido, viscido e truffatore e l’impresentabile presidente della Provincia. La moderatrice – scelta dal prefetto “mazzetta” – era proprio lei, Cinzia Falcone, presidente di Animed, l’associazione che gestisce un “lager” per migranti a Camigliatello. Quando si dice la donna giusta al posto giusto…

E che dire di Sua Maestà il Gattopardo, al secolo Mario Spagnuolo, procuratore della Repubblica di Cosenza? Ma ce n’erano ancora altri di Vip presenti alla pagliacciata pseudoistituzionale organizzata dal prefetto “mazzetta” e dall’imprenditrice “coraggiosa”: il presidente vicario del Tribunale di Cosenza, Piero Santese, il presidente dell’Ordine degli avvocati Vittorio Gallucci, il giornalista e scrittore Arcangelo Badolati, addirittura l’ex prefetto di Cosenza Raffaele Cannizzaro, amico degli amici e della paranza… E persino una testimone, ovvero una vittima di violenza… Due ore di salamelecchi e di falsità diffuse davanti a centinaia di bambini innocenti delle scuole cittadine e della provincia e poi, come sempre, tutti a mangiare a sbafo da qualche parte.
Giulia Fresca era presente a quella pagliacciata e oggi non ce l’ha fatta a continuare a rimanere in silenzio.

dal profilo FB di Giulia Fresca

Rompo il silenzio ed il mio pensiero va ad una bambina che lo scorso 29 novembre si trovava sul palco del Teatro Rendano di Cosenza con la fascia di baby sindaco del suo paese. Io ero lì, in quarta fila a sentire, sgomenta, puzza di ipocrisia. Insieme a quella bambina, centinaia di ragazze e ragazzi giunti da diversi istituti superiori non solo della Provincia, tutti intenti ad ascoltare, ad applaudire … ad apprendere.

Il mio pensiero va a loro, a ciò che, alla luce delle notizie di cronaca degli ultimi giorni, abbiamo consegnato, come insegnamento, all’Italia di domani.

Rappresentanti delle Istituzioni che sporcano la Bandiera e il senso di Patria, imprenditori (o sedicenti tali) che persino di fronte alle telecamere riescono a mascherare quanto sia marcio realmente il sistema Calabria (e cosentino), alte cariche dello Stato e giornalisti che pur di esserci e beneficiare di ulteriori “15 minuti di notorietà” elargiscono abbracci, sorrisi e lusinghe a chi poi, guarda caso, condanneranno, dimenticando le ore conviviali trascorse.

Nessuno ha parlato dell’insegnamento a quei ragazzi, a quella bambina di 12 anni che rappresenta la giovane comunità del suo paese, capaci ancora di vestire con decoro quando si pone la mano sul cuore cantando l’Inno d’Italia e sognando davvero un mondo giusto.
Chi distrugge i sogni dei giovani non deve avere nessuna chance… mi auguro che lo sdegno sia totale. Aiutiamo le ragazze ed i ragazzi a crescere avendo fiducia nelle Istituzioni attraverso gli Esempi positivi individuali che, fortunatamente, esistono e devono essere sostenuti ed incoraggiati. Esempi come quelli rappresentati dalle donne e dagli uomini che vivono in trincea quotidianamente. Di quella giornata salvo solo la testimonianza della signora Ivette e l’appassionato intervento di Arcangelo Badolatii, l’unico in tema di violenza contro le donne e di criminalità. Spieghiamo ai nostri figli che il mondo possiamo cambiarlo solo se i Valori sono al primo posto!