Cosenza. Lettera aperta a Occhiuto: “Mia madre ha atteso 12 ore per una Tac: chieda scusa ai cittadini”

Buongiorno, chiedo a codesta redazione giornalistica di pubblicare questa mia lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, riguardante un episodio di “malasanità ” accaduto ieri, 7 febbraio 2022, presso il Pronto soccorso dell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza.

Lettera aperta al Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.
Presidente, mi rivolgo a Lei, a lei che, a cavallo tra la fine del 2021 e l’ inizio del 2022 si è espresso pubblicamemente sulle condizioni in cui versa la sanità calabrese. A lei che il 30 dicembre 2021, a sorpresa, si è recato nel Pronto soccorso dell’ ospedale civile dell’ Annunziata di Cosenza e ha affermato: “Bisogna lavorare per rendere più civili i nostri Pronto soccorso”. A lei che il 18 Gennaio 2022 ha affermato: “All’ ospedale dell’Annunziata in arrivo 201 assunzioni, finisce l’ era dei tagli”.

Bene….Io da cittadina e da donna che ama la sua città mi sento in dovere di “denunciare” l’ennesima vergogna di cui sono stata, purtroppo, testimone diretta. Ho portato mia madre, una signora di 78 anni, in Pronto soccorso, ieri, 7 febbraio 2022, all” Annunziata, esattamente alle ore 15. È caduta in casa con la faccia per terra, ferendosi al naso. Non ricordava minimamente come e perché fosse finita a terra, ragione per cui la accompagnavo in Pronto soccorso. Lì le viene prescritta una tac e una visita otorinolaringoiatra per la ferita al naso e sospetta frattura.

Vuole sapere, presidente, a che ora sono stati fatti i prelievi necessari a mia madre? Alle 2 di notte dell’8 febbraio. Vuole sapere a che ora è stata fatta la Tac a mia madre? Alle 2,15 di notte dell’8 febbraio. In sostanza, una persona anziana, bisognosa di una tac alla testa ha aspettato più di 11 ore seduta in sala d’attesa, senza aver visto un medico, e dico uno, per un lasso temporale che è un eternità.

Eternità per lei che era sola, digiuna, seduta ad una sedia e per noi familiari che non abbiamo ricevuto nessuna notizia fino alle 2,45 di stamattina, quando è arrivato sul telefonino il messaggio che la signora veniva dimessa contro il parere medico. E certo, perché mia madre, a conto loro, sarebbe dovuta restare ancora lì in attesa che ad un’ora imprecisata della mattinata (?) un medico specialista le visitasse il naso ferito e tumefatto. A quel punto, sfido chiunque, dopo aver ricevuto il referto della TAC, fortunatamente senza segni di ischemie o trombi, e dopo aver passato 12 ore senza nessun tipo di soccorso, a restare qualche altra ora lì aspettando Godot.

Presidente, il Pronto soccorso si chiama così perché chi arriva ha il diritto di essere prontamente visitato. Il Pronto soccorso è il reparto dove la vita si salva o la si manda a ramengo. E mia madre è entrata con codice azzurro che, cito, “indica un’urgenza differibile con massimo 60 minuti di tempo d’attesa, per una condizione stabile a basso rischio di evoluzione che però può comportare un certo livello di sofferenza e che solitamente richiede prestazioni complesse”.
Ora, che mia madre venisse valutata e visitata dopo 60 minuti di attesa, per l’ ospedale di Cosenza, sarebbe stato fantascienza, ma 12 ore dopo, rischiando eventi ben più gravi, mi sembra davvero troppo.
È evidente che si dovrebbe veramente chiedere scusa a tutti i cittadini per come è stata trattata la sanità calabrese che è di tutti, non solo di “chi conosce chi”!

Francesca Greco