Cosenza, l’ultima lettera di monsignor Nolé ai suoi fedeli

L’ultima lettera di monsignor Nolè ai suoi fedeli: “Condivido questa mia sofferenza con tutti i malati”

Questo è il testo della lettera che l’arcivescovo di Cosenza monsignor Francescantonio Nolé, deceduto oggi all’ospedale Gemelli di Roma, aveva scritto ai suoi fedeli dopo il suo ricovero a Roma per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute.

2 Settembre 2022
Carissimi fratelli e sorelle dell’amata Chiesa di Cosenza-Bisignano. So che questa sera siete riuniti in preghiera, nella nostra amata cattedrale, in occasione della vigilia del giorno di ordinazione sacerdotale. Vi ringrazio e vi raggiungo con questo messaggio perché il Signore quest’anno mi ha chiesto di celebrare il mio anniversario in maniera diversa partecipando al mistero della sofferenza che è centrale nella vita stessa del sacerdote: con la sofferenza si partecipa all’oblazione stessa di Cristo che si offre come vittima sull’altare della Croce. Il prete è un uomo che ha offerto tutto sé stesso. E questa offerta di Cristo alla quale partecipiamo senza alcun merito, si perpetua ogni giorno nella vita di tutti sacerdoti, soprattutto nella celebrazione dei misteri e nell’offerta di sé stessi.

Quante volte lo abbiamo detto e Io diciamo ai nostri ammalati, per loro oggi prego, con loro io condivido la malattia. Vi ringrazio per la vostra preghiera e per i tanti attestati di affetto e di vicinanza che mi sono giunti e mi giungono da parte dei confratelli Vescovi, di voi sacerdoti, delle religiose e religiosi, seminaristi laici e istituzioni. So che in moltissimi state pregando per me in questi giorni, nella nostra comunità ecclesiale, nelle diocesi di Tursi Lagonegro, di Potenza, nelle comunità religiose in cui ho vissuto come Padre e Fratello e vi sento a me molto vicini, soprattutto in questa sera. Sono davvero commosso e vi abbraccio tutti, sento forte la vostra preghiera; offro la mia sofferenza e la mia preghiera per voi, per questa amata Chiesa e per le vocazioni. Parafrasando papa Giovanni XXIII, voglio ancora dirvi che davvero “sento la vostra voce, la mia è una voce sola. È un fratello che parla a voi, diventato padre per volontà di nostro Signore. Ma andiamo avanti tutti insieme, paternità e fraternità. Continuiamo a volerci bene, a volerci bene così. Guardandoci nell’incontro; cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte, se c’è, qualcosa che ci può tenere un po’ in difficoltà”.

Permettetemi un pensiero per i due prossimi diaconi Antonio e Mario, che saranno ordinati sabato prossimo. Vi seguirò con la mia preghiera e il mio affetto. Nella speranza di tornare presto tra voi, vi chiedo di continuare a pregare per me, affidandomi alla tenera madre, la Madonna del Pilerio, perché mi sostenga e ci sostenga tutti.
Intercedano per noi i Santi e i Beati della nostra Chiesa. Vi benedico tutti con cuore di Padre.
….La via per uscire dalla sofferenza è quella di entrare nella sofferenza
A Dio, Padre Arcivescovo.