Cosenza. Maria Pia Funaro accusa: “L’ordine di cacciarmi è partito da Adamo. Il Pd ormai è un’azienda privata di famiglia”

Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sulla vera natura del Pd cosentino, ci ha pensato Maria Pia Funaro, vicesindaca defenestrato dal sindaco Franz Caruso, a fugarlo. L’ex vicesindaca è andata giù pesante ieri sera in una affollata conferenza stampa, e non balbetta – anche se scopre solo… l’acqua calda – quando dice: “Il Pd cosentino è da sempre in mano a Nicola Adamo e Enza Bruno Bossio. Sono loro gli “inventori” del sistema che ha trasformato il partito in una azienda privata di famiglia dove non esiste discussione, confronto, partecipazione: o esegui gli ordini del boss, oppure ti fanno fuori…”. Ed è così che la Funaro definisce la sua cacciata: “Il mio è stato un delitto politico perfetto”. E aggiunge: “Il mio allontanamento è stato costruito a tavolino. Il provvedimento è arrivato tramite pec. Così, senza altra interlocuzione, come se fossi una parte estranea della società, come se gli oltre 530 elettori non avessero più diritto ad avere rappresentante. Il sindaco ha deciso che non era importante convocarmi per comunicare la sua posizione e il Pd ha deciso che era inutile avere un’interlocuzione con me.  La mia era una sentenza già scritta, non solo dalla Giunta ma anche dal Pd locale”.

In una piazzetta del centro storico gremita, la Funaro ricostruisce la vicenda che ha portato alla sua cacciata, senza appello, dalla Giunta, e dice ancora: “Mi hanno chiesto di sottoscrivere un documento di accusa nei confronti della Cgil per una presunta posizione contro la nuova localizzazione dell’ospedale di Cosenza”. Il documento, dice la Funaro, insinuava in maniera subdola un possibile accordo tra il presidente della Regione Roberto Occhiuto e il sindacato. La Funaro non ci sta e chiede spiegazioni, auspicando un confronto con la Cgil, ma la risposta è netta: “Il comunicato è così e non si modifica, o lo firmi o sei fuori”. E altrettanto netta è la sua risposta: “no, non firmo”.  E Franz Caruso replica con un minaccioso “ne prendo atto”, e convoca il segretario Vittorio Pecoraro per trarne le dovute conseguenze. Il sindaco è chiaro: l’ordine di far fuor la Funaro arriva da Nicola Adamo e Pecoraro, nonostante la vicinanza politica con l’ex vicesindaca, senza indugio e con non poca vigliaccheria, si schiera dalla parte del boss. La Funaro è sola e abbandonata al suo destino. Nessuno può revocare l’ordine di Nicola Adamo.

A sottolineare la linea dura di Nicola Adamo, e il suo totale controllo del partito, l’assenza di consiglieri e dirigenti del Pd alla conferenza stampa della Funaro. Il segnale è chiaro: chi solidarizza con la Funaro ne pagherà le conseguenze. Quello che si respira nel Pd è un vero e proprio clima di terrore che continua ad essere l’unico metodo politico usato dalla diabolica coppia. E la vicenda della cacciata della Funaro è l’ennesima prova che il Pd più che ad un partito somiglia molto ad una paranza mafiosa. E se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sul fatto che Franz Caruso, così come scriviamo da tempo, è solo il prestanome di Nicola e Enza, questa vicenda, per come si è sviluppata, lo conferma. Il comune di Cosenza è cosa loro, e nella giunta e nel consiglio siedono i loro scagnozzi, e guai a chi osa disturbare i “conducenti” impegnati a controllare appalti e determine per i loro tornaconti, l’unica attività politica di questa falsa amministrazione. La cacciata della Funaro è il messaggio che la paranza ha voluto palesemente inviare a tutti: o sei con noi negli intrallazzi, o contro di noi. E con Madame Fifì e Capu i Liuni c’è poco da scherzare. Più chiaro di così!