Cosenza. Mario Occhiuto ci fa o ci è per davvero ecologista?

Mario non si rassegna alla sua nuova condizione di disoccupato e, credendosi ancora il sindaco della città, difende le sue scelte. Soprattutto quelle operate in materia di urbanistica (che di fatto hanno avuto un solo pregio: sconvolgere la viabilità e la vita dei cosentini), e lo fa continuando la truce narrazione ecologista che ha usato negli ultimi 10 anni. E allora la domanda sorge spontanea: ma Mario ci fa o ci è per davvero ecologista?

Una domanda che per chi conosce la vera finalità delle “opere” di Mario Occhiuto, suona retorica: a Mario dell’ecologia non gliene frega niente. Aveva bisogno di giustificare la “concessione” di appalti e determine dirigenziali di cottimi fiduciari ai suoi creditori, attraverso le solite ditte amiche e ammatassate, e non sapendo cosa fargli fare si è inventato quelle orribili piazze, e non solo, con la scusa di ridurre il traffico in città. Salvo poi “edificare” un parcheggio in pieno centro di quasi 400 posti auto (piazza Fera/Bilotti), raggiungibile solo attraversando le vie del centro cittadino. Di più: chiudendo le storiche arterie cittadine, Mario non si è minimamente preoccupato di rafforzare il sistema del trasporto pubblico urbano, lasciando agonizzare, la già moribonda di suo, Amaco. Così come non si è preoccupato di “sistemare una via alternativa” prima di distruggere viale Parco. L’urgenza era affidare lavori, e aprire cantieri (alla cazzo di cane) per soddisfare i suoi creditori, e l’ecologia era, e resta, la scusa giusta.

L’amministrazione Occhiuto si è distinta più delle altre, al netto di quello che raccontano le classifiche farlocche lautamente pagate con soldi pubblici di una Cosenza lussureggiante e verdeggiante, per avere quasi completamente annientato il verde pubblico con il taglio indiscriminato di tanti alberi. E per rendere meglio il menefreghismo ecologico di Occhiuto facciamo come sempre un esempio concreto che tutti possono capire: pur di favorire il suo amico artista Maurizio Orrico (pagato attraverso la solita “partita di giro” dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania), nel rifacimento di piazza Santa Teresa (appaltata ad un suo noto creditore), Mario ha autorizzato la creazione di due nuove aiuole, voi direte: per piantare altri alberi visti i tagli subiti già dalla piazza! Manco per niente, le aiuole sono state create per alloggiare le opere del succitato artista: due alberi sagomati su due lastre di ferro arruzzato.

Cioè: non alberi veri nella già devastata piazza, ma due alberi di ferro (che potevano anche essere collocati altrove). E per testimoniare l’interesse dell’ex sindaco Occhiuto nell affaire Orrico, c’è da dire che l’opera arruzzata del grande artista cosentino è stata piazzata con l’assenso dell’amministrazione Occhiuto, ma senza le dovute autorizzazioni:  la mancata verifica della tutela dei diritti d’autore –  l’opera realizzata rappresenta due alberi ritagliati su due lastre di metallo, concettualmente copie delle tre opere del Museo all’Aperto, i “Bronzi di Riace”, il  “Colonnato” e il “Sette di cuori” dello scultore Sacha Sosno, si sa che Orrico è un copione di prima categoria – e la mancata autorizzazione della Soprintendenza trattandosi di complesso monumentale (santa Teresa) pubblico con oltre 70 anni.

Come tutti potete capire la priorità di Mario non è stata quella di rimpiazzare con altri alberi quelli tagliati (creando anche nuovi spazi per piantumare), ma piazzare le opere del suo amico, nonostante l’illegalità. Se questa è la sua sensibilità ecologica, la risposta alla domanda iniziale, viene da se.