Cosenza, mazzette in cambio di autorizzazioni: 5 anni all’ex capo dei pompieri Massimo Cundari

L’ex comandante provinciale dei vigili del fuoco di Cosenza Massimo Cundari è stato condannato a 5 anni di reclusione col rito abbreviato dal gip Salvatore Carpino per le accuse di concussione e falso. La condanna del dirigente pubblico (sospeso dal servizio) era stata sollecitata dal pm Giuseppe Visconti – che aveva chiesto 7 anni di reclusione – a conclusione di una indagine dei carabinieri, coordinata dallo stesso pm. Cundari aveva chiesto una tangente da 15.000 euro a un imprenditore che intendeva realizzare una stazione di servizio Gpl a Montalto Uffugo.

LA VICENDA

Il Gattopardo (per i nuovi di Iacchite’ il procuratore capo di Cosenza, al secolo Mario Spagnuolo) è stato così bravo che la notizia era trapelata nella maniera migliore: prima su un fedele media di regime e con pochissime indiscrezioni sulle malefatte del soggetto clamorosamente indagato per corruzione dal magistrato più corrotto d’Italia. Incredibile ma vero. E poi – con comodo, non all’alba ma verso le dieci e mezza… – ha annunciato l’arresto, il 23 giugno dello scorso anno, quando ormai anche i bambini avevano capito che sarebbe andato a parare verso le manette.

Dieci giorni prima, il 13 giugno 2020, il Gattopardo ci faceva sapere che ogni documento sottoscritto dall’ex comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Massimo Cundari, sarebbe stato oggetto di accurate indagini da parte dei carabinieri che, venerdì 12 giugno, ne avevano accuratamente ispezionato gli uffici di Viale della Repubblica a Cosenza.

I carabinieri avevano sequestrato praticamente “tutto”, dai faldoni con atti cartacei ai supporti informatici, quindi computer, hard disk e altro su disposizione degli inquirenti, i quali hanno posto in essere un’attività conoscitiva riguardo l’operato dell’ufficiale che, per qualche anno, ha diretto ogni aspetto del lavoro dei pompieri sul territorio cosentino ma era ormai abbondantemente finito nel mirino del chiacchiericcio ed era diventato “scomodo” per i magistrati cosentini che sono notoriamente ancora più corrotti di lui. Un po’ com’è accaduto per l’ex prefetto Paola Galeone. 

La perquisizione ai Vigili del Fuoco era scattata per un pacchiano episodio di corruzione (l’ennesimo…), emerso in seguito alle rivelazioni di un imprenditore dell’hinterland che aveva parlato di una bustarella consegnata in cambio di qualcosa. Fin qui quello che il Gattopardo ci ha mandato a dire, sul giornale di regime quotidiano, la mattina di sabato 13 giugno 2020.

A dieci giorni di distanza, il Gattopardo invece ci faceva sapere che Cundari era stato arrestato ed era stato portato in carcere perché erano state trovate le prove ovvero una bustarella di circa 11 mila euro consegnata all’allora capo dei pompieri per rilasciare l’autorizzazione per la realizzazione di un impianto GPL.

Il 26 maggio scorso, a meno di un anno di distanza, abbiamo appreso che il pm Visconti aveva chiesto 7 anni di reclusione per Cundari col rito abbreviato. Mentre il 18 giugno – bontà sua – il corrottissimo Gattopardo ha annunciato un “maxi” (per i caggi…) sequestro di… 40mila euro. Capirai il danno, a fronte di ruberie che avranno fruttato molto ma molto di più al soggetto in questione.

IL SEQUESTRO

Il provvedimento, emesso su richiesta della Procura della Repubblica di Cosenza, è finalizzato al sequestro preventivo della somma di 31.470 euro, ritenuta di provenienza ingiustificata e di valore sproporzionato rispetto al reddito dichiarato, nonché di ulteriori 8.500 euro frutto, secondo l’accusa, di concussione ai danni di un imprenditore.

Dai riscontri effettuati e dall’analisi dei documenti sequestrati durante la perquisizione effettuata dai Carabinieri il 5 giugno dello scorso anno negli uffici del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Cosenza, sarebbe emerso che l’imputato aveva costretto il titolare di un’azienda, specializzata nell’installazione di impianti e nella vendita di GPL, a promettergli 15.000 euro per concludere il procedimento amministrativo finalizzato al rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione dell’impianto, nonché per falsificare la documentazione attestante l’idoneità tecnica dei dipendenti dell’azienda all’espletamento dell’incarico di addetto antincendio, senza svolgere il previsto esame davanti alla commissione presieduta dallo stesso Cundari.

Il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco avrebbe obbligato l’imprenditore a consegnargli personalmente, in più circostanze, a partire dalla fine del 2018 e fino alla data del 5 giugno 2020, la somma di 8.500 euro, in adempimento alla promessa illecita, avendo anche modo di prospettargli, esplicitamente ed implicitamente, le conseguenze negative di controlli di competenza dei Vigili del Fuoco sulla sua azienda, di ispezioni in materia di misura anti-Covid e in applicazione della normativa per il controllo del pericolo di incidenti negli stabilimenti di sostanze pericolose. Dagli accertamenti patrimoniali compiuti dai Carabinieri sui conti correnti intestati a Cundari nel periodo compreso tra gennaio 2018 e giugno 2020, sono emersi 54 versamenti di somme contanti eseguiti presso sportelli bancomat o in agenzia per 31.470 euro, la metà dei quali per importi inferiori ai 1.000 euro, evidentemente per non destare sospetti o generare segnalazioni da parte dell’istituto bancario.

Oggi è arrivata la sentenza di 5 anni di reclusione con un sostanzioso “sconto” di due anni strappato dal solito avvocato dei poteri forti ovvero Nicola Carratelli. 

IL PROFILO

Ma chi è Massimo Cundari, alias Massimuzzu i Santuvitu, comandante dei vigili del fuoco di Cosenza per qualche anno ma ormai abbondantemente chiacchierato (questo articolo risale al gennaio 2016 http://www.iacchite.blog/le-mani-del-cinghiale-anche-sui-vigili-del-fuoco-chi-sara-il-nuovo-comandante/) e addirittura già scaricato prima a Cesena e dopo a Cagliari?

Nonostante una carriera ormai trentennale, non ci era ancora capitato di parlare o scrivere “male” del sistema dei Vigili del Fuoco e invece abbiamo appreso da tempo che anche lì ci sono molte cose che non vanno. Esattamente come in tutto il sistema di corruzione che dilaga indisturbato (tranne qualche sporadica eccezione quando poi diventa troppo “sporca” tipo la storia dell’ex prefetto) a Cosenza.

Voi pensate che i vigili del fuoco spengano solo incendi? Vi sbagliate…
Nel giro dei vigili del fuoco, per esempio, c’è la gestione dei volontari, da Acri a Trebisacce, da Mangone a San Giovanni in Fiore, un bel giro di soldi e voti a volontà.
Pensate agli affitti, alle spese dei riscaldamenti e del gasolio, del vestiario e delle raccomandazioni…

Ma nei vigili del fuoco, oltre ai volontari, ci sono anche i discontinui, i famosi precari che sono stati accontentati proprio con il benestare di personaggi come Massimo Cundari e soci, che hanno come unico punto di riferimento, indovinate un po’? Tonino Gentile alias il Cinghiale, e l’operazione Cundari comandante dei pompieri era stata portata a termine ai tempi in cui l’animale era stato nominato (tra lo scandalo generale e l’indignazione repressa dei cosentini) sottosegretario del governo Renzi.

Eh sì, perché nei vigili del fuoco gira anche tutta l’attività di prevenzione incendi, un affare mica male gestito appunto da Massimo Cundari addirittura prima che diventasse comandante effettivo.
Dietro il servizio prevenzione incendi, c’è tutto un sistema che si muove in maniera ovviamente clientelare per non dire altro. E infatti ormai anche le pietre a Cosenza sanno che Cundari si prendeva le bustarelle. C’è la gestione dei pareri per aprire un’attività, tanto per fare un esempio pratico. Proprio quella che gli è costata l’arrresto… Ma anche la gestione dei nulla osta per le attività e i “traffici” degli enti locali, Comune di Cosenza e Comune di Rende in primis, sulle quali andrebbe aperto un capitolo a parte e delle quali vi abbiamo già parlato e vi parleremo ancora.

Tornando agli imprenditori, non devono essere stati pochi quelli che hanno usato le “buste” per superare l’esame dei pompieri. E, chissà come mai, da qualche anno a questa parte, diciamo gli ultimi sette-otto anni, Massimuzzu i Santuvitu ha fatto un gran salto di qualità anche nel tenore di vita.
Un funzionario dello stato con “appena” 1800 euro al mese (ad averceli!), come ha comprato un appartamento di 300 metri quadri in un palazzo nuovo in via Nicola Serra? E una Bmw? E come fa a camminare “firmato” dalla testa ai piedi? E con quali soldi? Quelli dello zio costruttore?

Non lo sappiamo. Quello che sappiamo con certezza, invece, è che a un certo punto Tonino Gentile decide e Massimuzzu diventa addirittura comandante dei vigili del fuoco. Tanto, con Alfano, il ministero dell’Interno era cosa sua… e anche con gli altri che gli sono succeduti era stata la stessa cosa.
Cundari è stato parcheggiato tomo tomo cacchio cacchio presso la direzione regionale dei vigili del fuoco Calabria per qualche anno e poi è stato incoronato quando già viaggiava a botte di “buste” a tutta forza. Ora le coperture sono saltate da un po’, Massimuzzu è stato sbattuto via e il Cinghiale, ovviamente, fa finta di non averlo mai conosciuto. Che male c’è? Così fan tutti. Povera Cusenza nostra!