Cosenza. Ciao Silvio Sammarco, funzionario di lungo corso e sindacalista intelligente

Il mondo dei beni culturali e del sindacato cosentino è rimasto in lutto negli ultimi mesi del 2023 per la scomparsa di Silvio Sammarco, funzionario al Ministero dei Beni culturali e impiegato per anni, fino alla pensione, alla Soprintendenza di Cosenza, dove dirigeva un importante ufficio. E sindacalista di lungo corso nella Cisl. 

Sammarco era un personaggio poliedrico e vivace della scena cosentina e aveva legato il suo nome anche al sindacato e in particolare alla Cisl, dove era stato a lungo il responsabile della Funzione pubblica per i dipendenti statali dei beni culturali sia con la segreteria di Enzo Damiano che con quella di Paolo Tramonti, facendo sempre parte del direttivo e della segreteria stessa. Un pezzo di storia sia alla Soprintendenza sia alla Cisl.

Ma Silvio Sammarco non si fermava certo al lavoro e al sindacato ed era molto attivo sulla scena politica. Democristiano e centrista convinto, osservava con dispiacere il deterioramento della classe politica e non lesinava certo critiche a chi non faceva (e non fa) il suo dovere. Una mente aperta, quella di Silvio, che spaziava su mille fronti e in queste ore sono tanti i suoi amici e conoscenti che gli stanno rendendo omaggio.

Silvio Sammarco era stato citato da Pantaleone Sergi nel suo libro “Quotidiani desiderati”: il giornalista gli aveva dedicato un apprezzamento molto sentito “per l’incoraggiamento ad affrontare questi capitoli della più grande vicenda della Calabria” aggiungendo: “sono grato a Silvio Sammarco, sindacalista intelligente, esponente di quella scuola sindacale che
trova nel “sociale” le proprie radici”.

Lo avevo conosciuto quando ero ancora un giovane cronista al Quotidiano della Calabria e mi occupavo di cronaca sindacale. Nonostante le mie dichiarate preferenze per la Cgil (quella di una volta…), spesso e volentieri discutevo con lui e qualche volta lo intervistavo per le vicende difficili legate al ruolo della Soprintendenza cosentina, spesso “spazzata” dagli scandali del potere. E anche se Silvio alla fine mediava, non era certo il tipo che nascondeva la polvere sotto il tappeto, tutt’altro.

Lo avevo ritrovato una decina di anni fa, perché la sede della redazione di Iacchite’ si trova proprio sullo stesso lato di strada di via Miceli dove abitava Silvio ed erano frequentissimi gli scambi di opinioni e anche le denunce degli abusi di qualche soggetto arrogante che aveva messo le catene tra due alberi per… conservarsi un parcheggio.

Sapevo che da qualche anno combatteva per la sua salute ma lo faceva con grande coraggio, minimizzando e non arrendendosi mai, da vero lottatore. Mi mancherai moltissimo. Ciao Silvio, che la terra ti sia lieve. (g. c.)