Calabria Film Commission, piovono polpette ca mancu li cani

di Antonella Policastrese

Nonostante siano passati ormai cinque giorni non si placano le polemiche sulla gran pagliacciata di Capodanno nonostante il vergognoso silenzio dei media di regime “ammaestrati” e soprattutto finanziati dai soldi della Regione.

A proposito di soldi, la notizia di queste ore è che su Calabria Film Commission continuano a “piovere polpette”. L’ultima da 90 mila euro gli è piovuta addosso con il decreto dirigenziale n° 20033 del 22/12/2023 del Dipartimento Turismo, Marketing territoriale e Mobilità della Regione Calabria. Ma ci torniamo tra poco. 

Adesso è giusto dare voce alle critiche provenienti un po’ da tutta la Calabria e oltre, critiche “silenziate” dai canali ufficiali, anche feroci, nei confronti dello show della Rai con Amadeus. A queste fanno da contraltare i commenti delle “lingue elettroniche locali”, dicesi anche testate on-line o blog, che hanno trovato addirittura il coraggio di esaltare la scena di una signora affacciata al balcone su Piazza Pitagora e inquadrata da una telecamera, mentre da basso, sul faraonico palco, si consumava lo show di Capodanno. Quel palco che è ancora piazzato li in mezzo e che ci vorranno ancora giorni per portarlo via. Il che non sembra una buona idea rimuoverlo dal momento che, alla città pitagorica, già di suo fortemente orientata all’entertainment e dopo “L’Anno che verrà” irrimediabilmente contagiata a prendere la vita come fosse un grande show, potrebbe servirgli ancora.

Carnevale è abbastanza vicino, niente niente quel bando che dà tempo fino al 25 gennaio per presentare le proposte per la realizzazione della maschera ufficiale di Carnevale della Città di Crotone possa essere il preludio di una nuova tornata di canti e di balli, stavolta ispirata a Rio De Janeiro, anziché a New Orleans come è stato dalla primavera scorsa sino al 31 dicembre? Speriamo davvero di no, e che la cosa possa fermarsi al concorso di idee e nulla di più, anche perché una maschera carnevalesca crotonese esiste già, “U nannu”, pure se in condivisione con molte aree geografiche del Meridione. Poi fate quello che volete, ballate, cantate, allestite mercatini e quant’altro, ma troviamo il modo per evitare che nella città, un giorno si e l’altro pure, vengano imposti divieti di sosta e di circolazione, con rimozione forzata lungo le principali arterie di transito e nelle zone residenziali del centro, già tormentate dall’incubo delle strisce blu.

Ma torniamo al Capodanno di Piazza Pitagora, battezzato odiosamente come “Il Capodanno targato Amadeus”.
Egli non è un veicolo a motore, è pur sempre un umano, anche se con quella simpatica espressione da coniglio felice. Eppoi la Regione Calabria aveva pattuito che ci portasse un esilarante show di fine anno, invece se n’è venuto con una edizione speciale dei “pacchi” quelli del programma “Affari tuoi” che il bravo presentatore conduce egregiamente su Raiuno A Crotone ha portato il pacco, quello della Calabria, quello che conteneva zero euro, senza offrire manco l’alternativa di tentare “la regione fortunata”.

Tra le critiche c’è anche quella del crotonese Lino Patruno che così si è espresso sul suo profilo Facebook: “Amo Crotone, che è la mia città, sempre meno! Questa estate hanno organizzato il Kroton Jazz Festival, che io avevo creato una decina di anni fa per diversi anni, senza di me. Il 31 Dicembre Amadeus per 5 ore vi ha tenuto uno spettacolo su Raiuno logicamente senza invitarmi. Chiederò la cittadinanza onoraria in qualche altro paese e a Crotone non ci tornerò mai più!”.

Come dargli torto, ben conoscendo le sue capacità di poliedrico musicista e artista, fondatore, assieme a Nanni Svampa, Roberto Brivio e Gianni Magni, del gruppo cabarettistico “I Gufi” dei quali celeberrima è la spassosa canzone “Sant’Antonio a lu desertu”. Una vita artistica intensa, versatile che spazia dal jazz alle colonne sonore, passando per il teatro e il cabaret. La presenza di Lino Patruno allo show di Capodanno avrebbe sollevato di molto la qualità e sicuramente divertito e appagato il pubblico. Della crotonesità di Lino Patruno vi è una traccia molto profonda e cioè la supplica di sua madre alla Madonna di Capocolonna e lo scioglimento del voto per grazia ricevuta : “…per la guarigione di Linuccio mio”. Tale traccia è contenuta nel periodico cattolico “L’eco di Capocolonna” edito, sino agli anni Sessanta, dalla Curia arcivescovile crotonese. Meno male che non sei venuto, Maestro ! Non è venuto neppure l’altro musicista calabrese, crotonese doc anche lui, Sergio Cammariere, ma questi non ha fatto sapere alcunché. Almeno finora. 

Però è di pioggia di polpette che stavamo parlando, di quelle piovute addosso a Calabria Film Commission, il braccio operativo della Regione Calabria in materia di entertainment e management artistico. Nel volgere di neppure due mesi, tale organismo ha ricevuto un trasferimento di fondi dal governatorato per un ammontare di 690 mila euro. Chissà perché a distanza cosi ravvicinata; le determine dirigenziali risalgono una a novembre e l’altra alla viglia di Natale… Prima o poi lo scopriremo.

Sul fronte dei costi dell’accordo tra Regione Calabria e Rai, infine, è venuta fuori la cifra, riferita a una giornalista de “Il Domani”, che corrisponde a due annualità da 1,7 milioni di euro ciascuna, per due edizioni de “L’anno che verrà” e 50 inserzioni pubblicitarie nei programmi della tv di Stato. Questi dati sommano 3,4 milioni di euro, ma qualora aggiungessimo i 690 mila euro messi in mano a Calabria Film Commission per interpretare il suo ruolo nell’operazione Capodanno, avremmo raggiunto e oltrepassato i 4 milioni di euro. E pure che fossero molti di più i quattrini investiti per l’operazione, cosa peraltro assai probabile, per i crotonesi della narrazione lecchina non è un problema; la questione non scuote le coscienze e, anzi, si è vissuto e ancora si vive l’evento come una svolta epocale, come una venuta del Messia, che cambierà il volto e il destino dell’antica ex colonia achea. Povera Calabria nostra!