Ho letto con un misto di curiosità e incredulità la lettera indirizzata al ministro Giuli per bloccare il progetto del Museo di Alarico e dirottare i fondi per restaurare le case fatiscenti del centro storico di Cosenza. Le argomentazioni utilizzate mi sembrano del tutto incoerenti.
MUSEO DI ALARICO, LETTERA AL MINISTRO (https://www.iacchite.blog/cosenza-lettera-aperta-al-ministro-sul-museo-di-alarico-il-comune-restauri-gli-edifici-cadenti-del-centro-storico/)
Innanzitutto, non è possibile utilizzare i fondi destinati al Museo per i restauri delle abitazioni in rovina; immagino che i firmatari della lettera siano a conoscenza di questo vincolo. Un altro punto alquanto discutibile riguarda l’idea che non si debbano spendere soldi per celebrare Alarico perché era un “cattivone”. Sarebbe come dire che non andrebbero celebrati storicamente gli antichi romani che ne hanno combinate di tutti i colori in giro per l’Italia e l’Europa.
Un’ulteriore affermazione che rasenta l’incredibile è quella secondo cui non ci sarebbero prove della sepoltura di Alarico a Cosenza, basandosi sul fatto che solo Iordanes, apologeta dei Goti, ne ha parlato, senza fornire certezze storiche. Seguendo questo ragionamento, si dovrebbe sconsigliare ai turisti di visitare Loch Ness perché non ci sono prove concrete dell’esistenza del famoso drago.
Credo, invece, che la realizzazione del Museo di Alarico sarebbe vantaggiosa sia dal punto di vista culturale sia da quello turistico. Da sempre, turisti e appassionati di storia sono affascinati dalle storie avvolte nel mistero. Ciò che avvenne a Cosenza tanti secoli fa contiene elementi di magia, riti arcani, mistero, dominio e, in qualche misura, malvagità.
Per tutti questi motivi, la costruzione del Museo di Alarico dovrebbe procedere. I firmatari, tutti uomini e donne di grande cultura, potrebbero, semmai, contribuire a una gestione corretta del museo e orientare i visitatori verso una comprensione storica e culturale appropriata e significativa.
Gianfranco De Franco