Cosenza nel pallone, il boom del vivaio rossoblù: Gisberti e Delmorgine

Ciccio Delmorgine e Luciano Gisberti

Il portiere Luciano Gisberti e il mediano Francesco “Ciccio” Delmorgine sono i primi veri Campioni cosentini e quindi i primi grandi talenti sfornati dal vivaio rossoblù fondato da Peppino Pietramala e Roberto Fagiani dopo i pionieri indiscussi Ciccio Feraco e William Massimilla.

Gisberti, classe 1916, fa in tempo ad esordire in maglia rossoblù a 17 anni prima di partire per il servizio militare a Cuneo (che all’epoca durava addirittura due anni!). Delmorgine, classe 1920, è tra i calciatori più giovani in assoluto ad esordire in Serie C, a soli 15 anni, a Benevento, seguito nel breve volgere di qualche anno da tutti gli altri.

A valorizzare pienamente i Campioni di Cosenza della fine degli anni Trenta sarà l’allenatore ungherese Otto Krappan, giunto in città nel 1937. Il tecnico decide di affrontare il campionato di Serie C con una squadra prettamente locale, rafforzata dai soli Silingardi, Niccolini, Fonovich, Bertozzi e Lodi. La decisione, del resto, è anche forzata, a causa delle difficoltà finanziarie della società, la cui guida era passata dall’avvocato Corigliano all’ingegnere Battista Santoro. Di conseguenza, torna in sella il barone Carlo Campagna, affiancato dal ragioniere Giuseppe Carci.

Ugolino Feraco torna terzino titolare dopo qualche anno, Ciccio Delmorgine, appena 17enne, comanda la linea mediana avviando il glorioso sodalizio con Ulderico Alò, suo compagno di reparto e amico per la pelle. Giuseppe Gualtieri e Ubaldo Leonetti sono titolari inamovibili del quintetto di punta.

Giuseppe Gualtieri

Gualtieri, classe 1915, è quello che oggi definiremmo una mezzala destra estrosa e fantasiosa, bravo nel lanciare gli attaccanti e anche nelle conclusioni a rete. Era soprannominato l’Avvocato perché seguiva costantemente Roberto Fagiani, del quale era dichiaratamente il pupillo.

Leonetti invece è un’ala sgusciante (all’occorrenza interno sinistro), la classica spina nel fianco delle difese avversarie. Ubaldo è un trascinatore e, a suo modo, uno dei leader della squadra. Resterà a lungo legato ai colori rossoblù. Era troppo giovane per entrare, nel 1931, nei primi “Lupi della Sila” di Ciardullo ma vi entrerà di diritto nel secondo volumetto.

Ti lu tieni abburrequestu

Vasciulillu vasciulillu

Ma criditi è spiertu e liestu

E sa fare lu puntillu!

Quannu joca sa iocare

Mmienzu all’autri

e cce sa stare

Ubaldo Leonetti

Tra i rincalzi i terzini Maggi e Segreti, i mediani Pulice e Pellicore, l’ala destra Guarino e l’ala sinistra Corrado Pucci. Gioca le sue ultime partite William Massimilla, ormai 34enne.

Dalle cronache del tempo è facile desumere che in prima squadra c’erano quasi stabilmente sei/sette calciatori cosentini su undici. Il record assoluto (otto) nella prima giornata del campionato 1937-38 contro il Civitavecchia. Non accadeva ormai dalla fine degli anni Venti.

La prima vittoria giunge contro la Bagnolese e darà il via ad una serie di alti e bassi, che culmineranno comunque con la sospirata salvezza. Il Manfredonia viene battuto per 4-2 al termine di una gara che per poco non finisce in rissa. Leonetti segna due gol e diventa un incubo per gli avversari, che lo colpiscono a ripetizione scatenando la reazione dei compagni. Pucci chiude la partita tra il tripudio generale. Ma gli sportivi più longevi ricordano con i lucciconi agli occhi altre importanti vittorie casalinghe. Il 7 aprile 1938 il Cosenza liquida con un rotondo 4-0 lo Stabia grazie ai gol di Lodi, Leonetti (doppietta) e Pucci. Qualche settimana dopo i rossoblù superano il Cagliari per 2-0 in una sorta di spareggio per la permanenza in Serie C.

Il Cosenza dei cosentini, sia pure a fatica, si salva puntando sul fattore campo e sulla grinta dei giovanotti locali. Otto Krappan e i tifosi sono orgogliosi dei ragazzi di Cosenza: il tecnico viene riconfermato a furor di popolo. Per tutta la stagione, tra l’altro, Krappan non si è risparmiato ed ha scoperto altri talenti. Nel piazzale antistante la Prefettura di Cosenza l’ungherese recluta tre giovani studenti del Telesio e due della Ragioneria. I migliori sono proprio i “ragionatori”, non a caso mediani, e cioè Pasquale Lorenzon e Cesare Pulci. Citazione doverosa anche per Franco Monaco, Franco Stella ed Ernesto Mancuso.

Domenico Trombino e Raffaele Bruno

Dal campetto della parrocchia di Santa Teresa invece arrivano l’ala sinistra Raffaele Bruno (che restò in rossoblù dal 1938 al 1950) e i mediani Domenico Trombino, Antonio Gagliardi ed Ettore Torchiaro. Krappan infine lancia anche il portiere Giuseppe Cristiano, i mediani Giuseppe Gimigliano e Domenico Fasanella, il terzino Pietro Pietramala, l’ala Franco Florio e il laterale Ugo Gravina. Dalla provincia intanto arrivano due rinforzi: il mediano Leonardo Laviola da Amendolara e l’ala Alberto Stillo da Paola.

Cambia radicalmente anche l’atteggiamento dei giornalisti, dapprima molto diffidenti per l’esperimento di Krappan e adesso finalmente più sereni. “...Krappan, riconfermato, non ha cambiato fisionomia alla squadra del 1937-38. I giovani giocatori cosentini meritavano questa prova di fiducia, avendo saputo quasi annullare gli handicap di inesperienza e di struttura atletica…”.

Nel 1938 con Krappan allenatore torna tra i pali anche Luciano Gisberti (dopo gli anni del servizio militare) mentre la società ha deciso di acquistare sul mercato il centravanti Bacin e il mezzodestro Cattarin.

Il Cosenza si difende più che bene e colleziona tre importanti vittorie contro il Siderno (1-0), il Messina e la Dominante Reggio Calabria (4-0). Tra i titolari i cosentini sono ancora otto (Gisberti, Pietramala, Delmorgine, Alò, Laviola, Guarino, Leonetti e Pucci, con Pulice e Florio primi rincalzi). Particolarmente brillante il 4-0 inflitto ai reggini, propiziato dalla doppietta di Bacin e dai gol di Cattarin e Pucci.

FOTO tratta da SOLOCOSENZA
Da sinistra in piedi: l’allenatore Otto Krappan, Florio, Cattarin, Bacin, Leonetti, Pucci e il massaggiatore Spagnuolo.
Al centro: Delmorgine, Alò, Laviola
Accosciati: Pietramala, Gisberti, Niccolini

L’avventura di Krappan a Cosenza però volge al termine. Il 3 dicembre 1938 gravi ragioni di famiglia lo costringono a lasciare la squadra e la nostra città. Il tecnico ungherese morirà a Palermo appena quattro anni dopo, nel 1942. Gli succederà un altro ungherese, Giovanni Vanicsek, proveniente dal Verona, che proseguirà la strada intrapresa dal collega. Esordiscono altri due ragazzi della nidiata di Krappan: il laterale Ugo Gravina e il mediano Antonio Gagliardi, che a Messina, a soli 14 anni, sostituisce Alò. Sarà il giocatore più giovane di tutti i tempi ad avere esordito con la casacca rossoblù.

Il rendimento della squadra cala alla distanza, ma la permanenza in Serie C è stata già abbondantemente acquisita. Luciano Gisberti rappresenta il fiore all’occhiello della formazione cosentina e viene richiesto da molte società blasonate. Alla fine verrà ceduto alla Liguria. società genovese di Serie A (l’antesignana della moderna Sampdoria). Gisberti sarà il primo giocatore cosentino (e calabrese) a militare nella massima serie. Delmorgine invece viene chiamato a Cremona, in Serie B, dove nel frattempo era approdato Otto Krappan.

A lui e a Ciccio Delmorgine sono dedicati due capitoli importanti e indelebili della storia del calcio cosentino. Il portierissimo e la bandiera saranno le nostre due prossime puntate di Cosenza nel pallone, viaggio nel calcio dei quartieri.