Cosenza, nelle cliniche dei Morrone va in scena il solito teatrino della “tredicesima”

Quando arriva il periodo di Natale, nelle cliniche della famiglia Morrone di Cosenza (Ennio il patriarca “mammasantissima”, LucaeMarcobambinimiei e parenti parassiti vari) va in scena il solito teatrino per evitare di pagare la tredicesima ai dipendenti.

I malcapitati, che ormai conoscono a memoria la manfrina dei “padroni”, sono scesi a chiedere quanto spetta loro di diritto, ma la risposta è stata la solita: dovete aspettare febbraio perché non abbiamo soldi… Ovviamente i Morrone mentono sapendo di mentire, anche perché continuano spudoratamente ad assumere clienti e parenti e quindi i soldi non solo ce li hanno, ma li “spanzumano” come si dice a Cosenza. Qualcuno ha anche detto ai dipendenti che sarebbe bene che si accontentassero del “bicchiere mezzo pieno” forse cercando di intimidirli. Ma nel frattempo Ennio e famiglia hanno messo 36 dipendenti in cassa integrazione tra la Misasi a Cosenza e la San Bartolo a Mendicino e ne hanno assunto 13 tra infermieri e Oss in attesa che venga decisa la data delle prossime elezioni regionali, alle quali sarà certamente candidato Lucabambinomio.

La novità è che quest’anno anche i sindacati (Cgil e Cisl) sono scesi in campo e pur non facendo il nome dei “padroni” hanno lanciato loro un messaggio chiaro e preciso: pagate ‘sta cazza (scusate il francesismo) di tredicesima. Speriamo bene.