Cosenza, Occhiuto bugiardo: duro scontro Del Giudice-Cosentini

Serpeggia parecchio nervosismo fra le truppe cammellate di Mario Occhiuto. Le stilettate nei confronti delle palesi menzogne del sindaco firmate da un libero cittadino come Luigi Cosentini stanno lasciando il segno e se finora era stato Occhiuto a replicare, adesso arrivano a dargli manforte i soliti cortigiani. In questo caso, è sceso in campo Sergio Del Giudice, ex compagno di merende di Nicola Adamo e consorte, approdato da qualche tempo alla corte dei miracoli di Occhiuto in cambio di un posto da consigliere provinciale. Del Giudice, in particolare, faceva parte di quella cricca dei sei “dissidenti”, tre dei quali (lui, Spataro e De Cicco) sono stati accontentati nelle loro richieste con Spataro e De Cicco promossi assessori e il buon Sergio alla Provincia. Ma vediamo cos’ha scritto Del Giudice al “sacrilego” Luigi Cosentini.

“… Che coraggio che ha questo signore nel parlare di fantomatiche e presunte bugie del fare del sindaco, di Mario Occhiuto e della sua Amministrazione … forse dovrebbe girare nei suoi passati politici degli anni 80/90 e vedere chi è… oppure questa Amministrazione non ha consegnato nessuna sua richiesta che forse non andava bene? Dovresti solo vergognarti...”.

E questa è la replica di Cosentini. 

“… Quando il sindaco burlone non ha più cartuccia, manda “altri” a denigrare. La tecnica é questa! Questa volta manda in avanscoperta un mediocre edicolante. Io rispetto gli edicolanti ma non quelli lecchini. Non mi piego a nessuno e non lo faccio sicuramente davanti a gente che si vende per un piatto di lenticchie. La gente sta cominciando a capire chi è veramente Occhiuto. Ci tengo comunque a chiarire un paio di cose. 1) io non ho chiesto nulla e non ho avuto nulla dal Comune al contrario di chi mi accusa e (per adesso) evito di “dire altro”. 2) io ho sbugiardato le cose che rispecchiano un copione tanto chiaro al sindacuccio: semplice vittimismo! Io parlo di fatti, gli altri di fumo! Nella mia storia politica non ho mai avuto problemi. Se qualcuno ha da ridire lo faccia e se ne assuma tutte le responsabilità. Non ho niente di cui vergognarmi, la vergogna appartiene a qualcun altro…“.