Cosenza, Occhiuto: Morra corrompe e aizza i giudici contro di me, per nascondere i suoi intrallazzi

Fino a che conveniva a lui – in riferimento al pregiudicato Occhiuto, ricordiamo ai lettori che l’odierno sindaco è stato anche in galera a via Popilia, come si evince dalla foto segnaletica da noi pubblicata – utilizzare deputati, sottosegretari, senatori, presidenti di commissione e anche qualche ministro, per coprire ogni genere di porcheria messa in campo a danno dei cittadini da quando è sindaco, tutto era legittimo, tutto era normale, perché come diceva il Marchese del Grillo: io so io, e voi non siete un cazzo”.

Mario Occhiuto nel 1994

Fino a che conveniva a lui, con la complicità della procura, mobilitare questore e comandante dei carabinieri per costruire prove false utili ad incastrare i suoi avversari politici (vedi bomba alla questura), tutto andava bene, e guai a chi parlava. Perché c’è chi può e chi non può, e Occhiuto poteva.

Fino a che conveniva a  lui  utilizzare, per tornaconti personali, Vescovi, massoni e mafiosi, tutto era lecito e normale, ma soprattutto nessuno si scandalizzava, nonostante l’evidenza dei fatti. Perché come si dice: addui ci mangianu 4 ‘mbrugliuni, ci ponnu mangià puru 5 ‘mbrugliuni. Perciò meglio farsi i fatti propri che non si sa mai.

La commistione tra il pregiudicato Occhiuto e il malaffare, a Cosenza, è sempre stato un sodalizio chiaro, conosciuto da tutti e accettato da tanti, specie dalla pseudo imprenditoria cosentina. Nessuno si è mai lamentato di questo “gemellaggio”. Come si dice: fino a chè fa girà guagna, siamo tutti amici degli amici.

Ma i tempi, per fortuna, sono cambiati. Ed oggi, il sindaco pregiudicato Occhiuto, cerca disperatamente di affibbiare il suo viscido e meschino modus operandi, praticato fino a qualche mese fa, ad altri, con la speranza di passare, agli occhi della gente, come l’innocente perseguitato dai cattivi. Vittima di chissà quale complotto.

Ha capito, il pregiudicato Occhiuto, che la pacchia è finita: se fino a ieri era riuscito a fermare ogni azione giudiziaria nei suoi confronti – perché coperto dalla procura di Cosenza e da componenti della Dda di Catanzaro – oggi non può più fermare niente, al governo non ci sono più gli amici degli amici. Quelli che l’hanno protetto fino ad oggi. Occhiuto non è più in grado di determinare, localmente, come faceva un tempo, l’azione politica del governo. E questo è un grande problema per chi come lui ha tanti scheletri nell’armadio, e tanti intrallazzi da tenere nascosti. Perciò è sbroccato, perché sa che un’ azione politica del nuovo governo, in materia di legalità, su Cosenza, significa la sua rovina. Se non fosse così, un sindaco serio e onesto che non ha niente da nascondere, sarebbe ben lieto di ospitare una commissione d’inchiesta, proprio per sciogliere dubbi e nodi, sulla sua persona. E restituire ai cittadini la tanto attesa verità. Le chiacchiere, da una parte e dall’altra, non bastano più, servono le verifiche e i giusti accertamenti per stabilire da che parte sta la verità, e questo può farlo solo il governo attraverso gli ispettori. Allora, per quel che ci riguarda, ben vengano gli ispettori, ai quali apriamo anche le nostre porte. E se Occhiuto non lo fa vuol dire, e da qui non si scappa, “ca tena i carvuni vagnati”. 

Il pregiudicato Occhiuto è alla frutta. Materia che gli appartiene. E alla quale sarà costretto, nella migliore delle ipotesi, a ritornare. L’ispezione in procura lo terrorizza. Sa bene che nei cassetti della procura sono nascoste le prove della sua colpevolezza, fino ad oggi bene occultate dal procuratore. Che aggiunte a quelle già raccolte e presentate agli organismi competenti, chiudono perfettamente il cerchio attorno alla sua persona.

Il pregiudicato Occhiuto accusa i deputati del Movimento 5Stelle che hanno presentato la richiesta di ispezione al tribunale di Cosenza (cosa gradita a tutti i cosentini) di aver stretto un patto con le “forze della conservazione, degli intrallazzi e delle peggiori consorterie sono da sempre alleate a Cosenza con i nuovi soggetti politici che si nascondono dietro il Movimento 5 Stelle locale e tentano di arrestare le straordinarie realizzazioni poste in essere dalla mia Amministrazione”.

Per Occhiuto a fare gli intrallazzi, fino ad oggi, sono stati i deputati del Movimento 5Stelle che si sarebbero alleati con Nicola Adamo, Madame Fifì, Cinghiali e fauna varia. Roba da ridere una settimana. Il che ci restituisce anche il senso della disperazione del pregiudicato Occhiuto. Non sa che dire, perchè non ha altri argomenti, e allora cerca di vestire i panni della vittima. Il lupo che si traveste da agnellino. Attia Lupu!

Ma per il pregiudicato Occhiuto il capo di tutto la baracca, nonchè il responsabile del complotto contro di lui, è il senatore Morra, e dice: “c’è un regista locale che ha strumentalizzato a Cosenza il Movimento 5 Stelle per propri fini e utilizza adesso il Movimento stesso e gli apparati e le strutture dello Stato contro i suoi avversari politici”.

E nel pieno della crisi di panico aggiunge: (Morra)… è il “regista” occulto di un sistema ben strutturato e pensato: commissiona e alimenta articoli su blog locali gestiti da soggetti pluricondannati in modo da servirsene con denunce da lui stesso presentate all’autorità giudiziaria, utilizza falsi testimoni e delinquenti vari da me denunciati, fa presentare interpellanze parlamentari al Ministero di Giustizia sul tema e poi tenta attraverso i legami con l’attuale Governo di condizionare e influenzare alcuni magistrati con l’obiettivo di farmi fuori”.

Il delirio di chi ha capito che sta per suonare la propria ora (politica). Per il pregiudicato Occhiuto, il senatore Morra ha corrotto la Manzini, aizzandola ingiustamente contro di lui, per coprire i suoi intrallazzi e  dei 5Stelle.  Ovvero: quello che ha sempre fatto lui, ora vuole scaricarlo a Morra. Che avrà pure i suoi difetti, ma non è certo uno che corrompe. E soprattutto non è certo un nostro amico. Lo sanno tutti.

Le parole scritte dal pregiudicato Occhiuto, per chi sa leggere tra le righe, oltre che gravi, sono anche l’emblema della sua vigliaccheria. Era convinto che nulla sarebbe mai cambiato. Era convinto che un’ispezione al tribunale nessuno avrebbe mai osato chiederla. Era convinto che Cosenza sarebbe rimasta per sempre, per lui e gli amici degli amici, il paese dei balocchi. E perciò si atteggiava a guappo. Ma ora che il suo squallido mondo (politico) è crollato, e il panico avanza, come tutti i guappi di cartone batte in ritirata, cantandosela, e addossando ad altri le proprie colpe. Un classico a cui il pregiudicato Occhiuto ci ha abituati, ma anche questa sua abitudine ha le ore contate. A vigna è finita, conzaticci.