Cosenza, operazione verità sui conti: pronta la disdetta del contratto per “Villa della Serenità”

L’ultimo tragicomico consiglio comunale di Cosenza ha chiarito senza possibilità di equivoci che la situazione contabile di Palazzo dei Bruzi è irreversibile e che nessuno potrà più sottrarsi alla cosiddetta operazione verità annunciata dall’attuale sindaco Franz Caruso. In primo luogo perché i compari di Occhiuto stanno facendo di tutto per non fare affiorare tutti i reati commessi in 10 interminabili anni di ruberie, in secondo luogo perché prima o poi tutto verrà fuori e non è detto che chi comanda oggi la baracca si accollerà la responsabilità di andare avanti se prima Occhiuto non pagherà – ma seriamente – quello che ha fatto.

“Arriveremo con garbo al confronto dialettico – ha affermato Franz Caruso – e auspichiamo che ci sia un atteggiamento di onestà intellettuale. Faremo chiarezza perché abbiamo un obbligo nei confronti della città. D’altra parte al primo punto del nostro programma abbiamo inserito proprio l’operazione verità rispetto alla situazione che si è determinata . Non intendiamo né lamentarci, né piangerci addosso o sfuggire alle responsabilità. Abbiamo schiena dritta e spalle larghe. L’operazione verità la faremo perché è giusto che si faccia nei confronti della città. Poi andremo avanti e daremo risposte con tutte le mille difficoltà che pure ci sono”.

E visto che – almeno a parole – l’operazione verità sembra sia partita, non c’è dubbio che sia già molto chiaro quale sarà il primo atto della nuova Giunta. Indiscrezioni sempre più insistenti fanno trapelare che il Comune di Cosenza sta per formalizzare la disdetta del contratto grazie al quale un gruppo di faccendieri s’è appropriato di una clinica nel territorio di Mendicino ma che è a tutti gli effetti di proprietà di Palazzo dei Bruzi.

Parliamo della squallida e vergognosa vicenda della villa dell’800 di proprietà del Comune di Cosenza “occupata” da una banda di affaristi che fa capo a un ex assessore di Occhiuto e a un boss della sanità privata che hanno messo in piedi una Rsa abusiva che si chiama “Villa della Serenità” (https://www.iacchite.blog/mendicino-villa-della-serenita-tutte-le-strade-portano-a-un-furbissimo-ex-assessore/) che sta facendo tremare il palazzo del potere a Cosenza. Si può dire che sia il caso-limite della Giunta che ha saccheggiato la città per 10 interminabili anni.

Per questa incredibile vicenda (a Reggio Calabria Falcomatà per molto meno è stato condannato a 1 anno e 4 mesi, ma lì c’è una procura seria mentre a Cosenza c’è il porto delle nebbie venduto al potere) ci sono in campo gli “amici degli amici” che in combutta tra di loro si sono prima autoassegnati “un bene inalienabile nel patrimonio pubblico del Comune di Cosenza del valore di 3.199.450,49 euro” (Villa della Serenità a Mendicino, appunto) e poi lo hanno “occupato” con una società intestata a prestanome e denominata “La Terza Età” – che gestisce una Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani, cioè Villa della Serenità a Mendicino. In sostanza, hanno apparecchiato la tavola e si stanno mangiando tutto, alla faccia dei cittadini.

Franz Caruso al suo insediamento (ma non serviva certo uno scienziato) ha “scoperto” che i conti erano tutti sballati, i bilanci fittizi e ha preannunciato l’ormai famosa operazione verità, che non è ancora partita ma che dovrebbe partire proprio con lo sputtanamento della questione della Rsa di Mendicino.
E tutti sanno ormai chi è il grande regista dell’operazione, che è sicuramente uno dei responsabili di quello che si preannuncia – come minimo – un danno erariale grande come una casa, anzi come una villa, con la benedizione del cazzaro.

Ma andiamo per ordine.
Ai sensi dell’articolo 58 della legge n. 133/2008 ciascun ente individua, redigendo apposito elenco, i singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione. In gergo tecnico e politico si chiama “Patrimonio”. 

Tra i beni iscritti nell’ormai famoso elenco del Patrimonio Comunale di Cosenza stilato da Giuseppe “uomo zainetto” Nardi ai tempi in cui era un “affiliato” dirigente del cazzaro (oggi invece sta per trasferirsi alla corte di Robertino il parassita alla Cittadella di Catanzaro), ce n’è uno che è sicuramente tra quelli di maggior valore, il Palazzo Villa della Serenità nel Comune di Mendicino. L’elenco è stato approvato dal consiglio comunale e per questo è a conoscenza di tutti i consiglieri della passata legislatura, molti dei quali sono stati rieletti.

Se quindi c’è un bene che dovrebbe essere valorizzato o venduto è proprio Villa della Serenità. E invece no. Il bene iscritto al Patrimonio del Comune è stato dato a “poche lire” a questa società fantasma di prestanome e chiunque chieda informazioni “ufficiali” rimane fulminato (vedi un ex consigliere che cercava notizie). A questo punto, viene da chiedersi: ma chi era l’assessore responsabile di tale scempio amministrativo? Chi, avendo la responsabilità e quindi la delega del Patrimonio del Comune di Cosenza ha potuto pensare, progettare e acconsentire a tale “affidamento”? La delibera e la determina che hanno “approvato” l’affidamento della struttura comunale in qualche modo portano la firma di quell’assessore.

Siamo andati sul Sito istituzionale del Comune di Cosenza dove ancora albergano i campioni ex assessori compari del cazzaro (https://cosenza.etrasparenza.it/archivio3_personale_0_49004_0_1.html) e abbiamo scoperto che l’assessore con delega al Patrimonio era Michelangelo Spataro. E ormai lo sanno benissimo sia il sindaco sia coloro i quali (nessuno escluso) lo accompagnano in questa nuova tragicomica avventura. Gli avevamo dato ancora qualche giorno di tempo, prima di trarre inevitabilmente le conclusioni. Anche perché a Villa della Serenità parenti, congiunti, affiliati e affini della “banda” di Spataro sguazzavano che è una bellezza e a quanto pare si ritenevano intoccabili. 

Abbiamo usato il passato perché il tam-tam popolare dice con chiarezza che la vigna è finita e che molto presto arriverà l’ufficializzazione della disdetta del contratto con conseguente “sfratto” per tutta la banda di Spataro. Stavolta è davvero questione di ore.