Cosenza, ecco il piano di Granata (e Occhiuto) per riprendersi il Consorzio Valle Crati

Maximiliano Granata,e Occhiuto

A distanza di qualche tempo, ritorniamo sulle vicende che riguardano il Consorzio Valle Crati e la depurazione dei liquami nell’area urbana Cosenza-Rende. Com’è noto, si tratta di un grande business nelle mani del sindaco di Cosenza e del suo uomo in questo carrozzone ovvero il faccendiere Maximiliano Granata, indagato per corruzione elettorale e voto di scambio e proprio per questo interdetto dai pubblici uffici per un anno e quindi sospeso dalla sua carica di presidente.

Riprendiamo proprio dalla interdizione di Granata, comminata e confermata, anche se la Cassazione ha disposto nuovi accertamenti da parte del Tribunale del Riesame. Tutti sanno, infatti, che in attesa del nuovo processo, Granata rimane sospeso a tutti gli effetti dalla carica ma in questi mesi sia lui sia il sindaco di Cosenza stanno cercando di forzare la mano e far rientrare il traffichino al suo posto, con la complicità di alcuni soggetti.

L’avvocato Ripoli, delegato dal sindaco Pietro Caracciolo in seno all’assemblea consortile in rappresentanza del Comune di Montalto Uffugo, viene nominato consigliere di amministrazione nonché vicepresidente da Granata, allora presidente.

Alla data della conferma dell’ interdittiva ad un anno dai pubblici uffici, il Ripoli, in qualità assunta di presidente facente funzioni, proprio per la vacatio del presidente Granata, avrebbe dovuto, a norma di legge, informare l’assemblea consortile e convocare una assemblea per la proclamazione della decadenza di Granata e indire nuove elezioni per la carica di presidente.
Ma di tutto ciò il Ripoli, inesperto oppure al guinzaglio di Granata, non ha fatto nulla.

Anzi, addirittura si dimette in tronco non convocando la giusta assemblea per il rinnovo delle cariche.
In tal modo, oltre a non aver dato corso al suo ruolo istituzionale, commettendo il reato di OMISSIONE, crea una vacatio istituzionale, tanto che lo stesso sindaco di Montalto, della cui opera ora iniziamo a capire i contorni, scrive preoccupato al prefetto e gli chiede di intervenire, dimenticandosi l’omissione del Ripoli e dimenticandosi ancora che la delega data a Ripoli è sua ed è fiduciaria, come del resto quella di Granata ricevuta da Occhiuto.

Il Ripoli, tanto per farvi capire, è stato l’omino-pupazzo che ha proposto a tutti i sindaci del Consorzio Valle Crati di pagare il credito che Fisia Impianti Spa vanta nei confronti del Comune di Cosenza che ammonta a circa 5 milioni di euro per quote consortili che ormai da anni e anni non paga.

Perché tutto ciò ? Perché il Caracciolo, sindaco di Montalto, attraverso il pupazzo Ripoli, richiama il capobacino a guida consortile?
Il capobacino è il sindaco di Cosenza in nome e per conto del Comune di Cosenza
e invece Caracciolo, ignorante o forse propositivamente ignorante, richiama il Granata interdetto (anche se in realtà il capobacino è il Comune di Rende in quanto gli impianti consortili sono su Rende).

Il motivo è semplice: forse perché la Cassazione ha ritirato l’interdittiva a Granata? La notizia non è ufficiale, ma sembra che sia certa e viene adesso tenuta nascosta di proposito.

Dunque, il prefetto Tomao, anche lui ignorante oppure volutamente complice, chiamato dal sindaco di Montalto, convocherà alla velocità della luce e sicuramente sotto Ferragosto la riunione chiesta da Caracciolo, arriverà il buon Occhiuto – magari dai suoi bagordi e dai suoi festini sul Tirreno o chissà dove – e tirerà fuori dal suo cilindro magico la notizia della revoca dell’ interdittiva al prode Granata, e il gioco è fatto con il ritorno del traffichino nel suo ruolo di presidente.

Certo, qualcuno potrebbe opporsi perché è intervenuta di certo la decadenza ma tutti sanno che per far decadere Occhiuto dalla presidenza della Provincia non è bastata una norma chiara, quella DelRio tanto per intenderci, ma sono serviti ricorsi al TAR ed altro, figuriamoci adesso se non si farà la stessa cosa con Granata.

E allora prepariamoci ad avere Granata di nuovo alla presidenza, che farà carte false e si opporrà ed eccepirà fino al falso, come è abituato a fare, per far sì che i ricorsi ormai avviati di tutti i comuni consorziati avverso il pagamento dei debiti del Comune di Cosenza vengano rigettati. Con la conseguenza che saranno i comuni consorziati a pagare i debiti di Cosenza.

Tutti i comuni del Valle Crati sono stati costretti a ricorrere a incarichi legali per difendersi dal Consorzio a guida Granata, per la vertenza Fisia Impianti Spa, che Granata e il suo manipolo di manigoldi hanno voluto spalmare su tutti i Comuni.

Il piano è semplice: in pieno agosto quanti sindaci saranno in grado, o avranno voglia di partecipare a riunioni con oggetto il Consorzio Valle Crati ? Pochi e cioé i i soliti manigoldi fedeli a Granata e agli interessi che ci stanno dietro.

Il più importante riguarda il costituito ente regionale per il ciclo delle acque, che avocherà a se le convenzioni in essere con i privati per l’erogazione dei servizi per acque bianche e depurazione prevedendo un rimborso per i mancati utili che non si genereranno per gli anni residuali delle convenzioni.
Pensate che in tutta la Calabria (compreso il project financing Cosenza-Rende) sono ferme altre 16 convenzioni milionarie e per una media di gestione di 20 anni.

Questo significa che se parte l’autorità regionale, diciamo anche tra 2 anni, dovrà remunerare la GE.KO. (ovvero l’azienda che gestisce il depuratore consortile di Rende) di 18 anni di mancati utili, con un esborso di poco meno di 20 milioni senza fare nulla… 

Dunque, il vero affare per i mangioni è proprio questo: partirà l’ordine perentorio di avviare le convenzioni a tutti i costi, prima che l’autorità entri in azione, così da risolvere le convenzioni e pagare a mo’ di indennizzo per mancati utili milioni e milioni di euro, da spartirsi proprio con tutti quelli che hanno contributo a costruire questa gigantesca truffa, a partire da Granata. 

L’Anac ovvero l’Autorità Nazionale AntiCorruzione avvertì della inopportunità della procedura di project finacing scelta dalla Regione nel 2015 per spendere i soldi del Cipe e il ministero in prima battuta bocciò la scelta del project da parte della Regione Calabria ma come la storia ci insegna, è solo questione di “orzo” e così magicamente il ministero diede il via libera. L’Anac per fortuna rimase sulle sue posizioni e rimarcò le perplessità.

Fatto sta che l’affare è grosso ed è mascherato addirittura di “legalità” ma è solo un patto scellerato per le casse pubbliche. Una manna dal cielo per i privati e per gli affaristi della politica. La speranza è che i sindaci capiscano cosa sta accadendo e si ribellino allo strapotere di Occhiuto, Granata e dei loro affiliati. Noi staremo qui a vigilare e ad informare l’opinione pubblica sperando che anche la magistratura sia vigile e prendiamo fin da ora l’impegno di raccontarvi altri retroscena di questa porcata che si sta preparando in pieno agosto.