Cosenza, piazza Fera. La Dda ha chiuso le indagini per Occhiuto e i suoi (12) compari: tutti i nomi

La Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini sulla costruzione di piazza Fera/Bilotti, non a caso ribattezzata la piazza della ‘ndrangheta, che sorge nel cuore di Cosenza. Tredici le persone indagate per vari reati, tra i quali il falso e l’abuso d’ufficio aggravati dalla circostanza di avere favorito l’imprenditore Barbieri affiliato al clan Muto di Cetraro.

Nell’atto firmato dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal pm antimafia Veronica Calcagno, risultano incriminati, oltre a vari tecnici comunali e professionisti, anche il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, 56 anni e l’imprenditore calabro romano Giorgio Barbieri, 44 anni. Gli altri sono: Antonino Alvaro, 67 anni di Siderno; Raffaella Angotti, 37 anni di Catanzaro; Francesco Converso, 43 anni di Roma; Gianluca Guarnaccia, 45 anni di Cosenza; Francesco Stellato, 45 anni di Rende; Francesco Tucci, 65 anni di Cosenza; Pasquale Torchia, 55 anni di Cosenza; Carlo Vernetti, 46 anni di Napoli, Raffaele Antonio Ferraro, 58, di San Marco Argentano e Carlo Pecoraro,  67 anni, di Cosenza, Paola Tucci, 38 anni, di Cosenza

La piazza è stata posta sotto sequestro il 24 aprile scorso dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta del procuratore Gratteri. I sigilli giudiziari sono stati apposti anche sul parcheggio sotterraneo, sul museo multimediale e sul Mc Donald’s.

Alla base del provvedimento vi è l’ipotesi di reato di falso relativo agli atti della procedura di collaudo dei lavori di riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo-culturale della piazza. Le accuse investono pubblici amministratori, imprenditori, professionisti e pubblici dirigenti, indagati, a vario titolo, per falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, mancanza del certificato di collaudo, e con la previsione, per uno degli indagati – l’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri – dell’aggravante di avere commesso il fatto per agevolare le attività della cosca “Muto” di Cetraro.

Secondo le indagini, eseguite dalla Guardia di Finanza, sono stati commessi svariati reati di falso finalizzati ai finanziamenti per lavori complementari e per il rilascio del certificato di collaudo. Contemplato anche il reato di rivelazione di segreto, posta in essere, secondo l’accusa, da un pubblico dipendente in relazione ad attività ispettive che dovevano essere avviate sul cantiere, e affidamento e frammentazione di incarichi sotto soglia, in modo da aggirare gli obblighi posti dalla normativa in materia di appalti. La stessa inaugurazione di Piazza Bilotti, il 17 dicembre 2016, sarebbe avvenuta, con la presenza di migliaia di persone, in mancanza del certificato di collaudo.