Cosenza, polizia violenta. Siamo tutti Gabriele Carchidi!

SIAMO TUTTI GABRIELE CARCHIDI!

di Michele Yannis Cosentino

Nel nostro bel Paese, in una tranquilla città di provincia, avviene che un giornalista sia fermato e tratto in arresto come il peggiore dei criminali.
Avviene alla luce del giorno, sotto lo sguardo attonito dei passanti (che, di fatto, pensano bene di filmare e denunciare la scena), con le stesse tecniche ampiamente sperimentate negli USA per immobilizzare i civili: tre contro uno, ginocchia addosso, petto schiacciato contro l’asfalto e mani ammanettate dietro la schiena.

La vicenda, per fortuna, si conclude dopo qualche ora con il rilascio del giornalista in questione, reo, a quanto pare, di non aver esibito i propri documenti di identità.
A voi tutto ciò sembra normale? Vi sembra normale che si possa essere arrestati per così poco? Vi sembra giusto?

Io ho la netta sensazione che queste siano piccole prove di regime, poiché agli albori dei governi autoritari si inizia sempre con la repressione degli elementi più scomodi: i facinorosi, le penne troppo zelanti nelle denunce, gli anarchici, i comunisti, magari anche qualche prete protestatario. E così, a piccoli sorsi, il governo somministra a tutti noi il proprio veleno, certo del silenzio dei benpensanti, a cui il pugno di ferro certamente non dispiace.

Se vi sembro esagerato, ricordate che già da tempo è stato approvato un DDL sicurezza squisitamente reazionario, che la nostra Presidente del Consiglio persevera nel non dichiararsi antifascista, che da decenni, ormai, ci fanno il lavaggio del cervello con la solfa della memoria condivisa e dell’equiparazione nazismo-comunismo.
Solidarietà dunque a Gabriele Carchidi , ma che questa solidarietà imponga a tutti noi una presa di coscienza radicale, un impegno a non abbassare la guardia e a difendere con le unghie e con i denti la nostra libertà, la nostra democrazia. Non sono pochi, infatti, quelli che in Italia e nel mondo “grande e terribile” ne farebbero volentieri a meno! Non immaginate nemmeno quanto godrebbero nello sfruttarci o nello spedirci in guerra, senza che nessuno possa muovere un dito.