Cosenza, ponte di Calatrava: il bacio di Giuda di Eva a Piperno

Tra le persone più meschine che leccano il culo ad Occhiuto per campare c’è di sicuro lei, Eva Catizone. Nobile decaduta, intellettuale di quarta serie, e serva sciocca del potente di turno. Eva in tutta la sua vita non ha mai fatto un giorno di lavoro: ha sempre vissuto sulle spalle della gente, con denaro pubblico, come fanno i parassiti politici pari a lei. Prima Mancini, dopo Adamo, poi Loiero, adesso Occhiuto.

A lei non importa la collocazione politica dei suoi padroni, l’importante è avere uno stipendio senza lavorare, com’è successo per 5 anni con Loiero, da spendere nei locali notturni dove spesso e volentieri la si può trovare. Tra una boccia di vino e un prosciuttino, sempre pagato dai caggi, declama nozioni di lecchinismo a chi ha deciso di intraprendere la sua stessa strada. Spiega agli aspiranti lecchini come si entra nelle grazie del potere e come va servito il padrone. Uno spettacolo rivoltante che farebbe vomitare anche il più infame dei traditori: Giuda.

Fino a che si è trattato di cambiare idea, politicamente parlando, ci poteva anche stare il suo cambio di casacca, ma Eva è andata oltre, e pur di compiacere il suo padrone, non si è fatta scrupolo di mettere alla berlina e di infamare il suo migliori amico, Franco Piperno, cogliendo anche l’occasione di tirare dentro Franco Dionesalvi con il quale non è mai andata di pelo. Addossando a loro le responsabilità della “firma” dei documenti relativi alla genesi del ponte di Calatrava. Gli anni in cui Piperno e Dionesalvi ricoprivano il ruolo di assessore.

Qui siamo oltre il “semplice” lecchinismo, qui siamo all’infamia, al traggiro, tipico di personaggi come lei senza spina dorsale e dignità. Pur di compiacere il suo padrone, non ha perso tempo a trovare “l’argomento” per contrastare le giuste critiche che dai movimenti, che un tempo lei frequentava e di cui si vantava, si levano nei riguardi di un’opera che ha sottratto importanti risorse a chi veramente ha bisogno. Ma per Eva non è più un problema rubare ai poveri per dare ai ricchi, e se per continuare a brindare nei locali, con sciampagna e vini d’annata, serve dare qualche coltellata alla spalle ai suoi amici, tipo Bruto, non c’è problema. La sua lama è sempre affilata.

Tirare in ballo in questa brutta storia di fondi destinati all’edilizia sociale ed usati per costruire un ponte che collega il niente con il nulla, Franco Piperno è stata la cosa più squallida che potesse fare. Del resto cosa ti puoi aspettare da un’accattona come lei? Lo avevamo scritto che prima o poi Eva avrebbe tirato in ballo e trascinato nella sua vergogna anche Franco Piperno. E il giorno è arrivato. Non c’ha pensato un attimo ad infangare la storia di Piperno, una vita spesa a lottare per gli ultimi, ponendolo sullo stesso piano dei Damiano Covelli, dei Nicola Adamo, dei Guccioni, con i quali lei si è sempre ‘mbruscinata. Una storia politica di 50 anni, quella di Piperno, che ha attraversato la fasi politiche più significative del nostro paese, il ’68, il ’77 e tutti i movimenti di protesta che in seguito sono arrivati, parificata a quelle dei lecchini del potere. La colpa se i fondi ex Gescal sono stati utilizzati per costruire il ponte di Calatrava, per Eva, è di Piperno e Dionesalvi che hanno firmato i documenti necessari per dare il via al sacco di Cosenza. Povero Piperno… il suo biografo dovrà concludere la sua avventurosa storia politica con questa infamia.

Eva, nell’accoltellare alle spalle Piperno e Dionesalvi, dimentica di dire che Dionesalvi era già fuori dalla giunta del 2002 da lei presieduta e che ratificò l’atto truffaldino, e che Piperno appose la  firma senza che nessuno gli avesse spiegato l’iter economico per costruire il ponte e se ha firmato è solo per la fiducia che riponeva su di lei. Mai si sarebbe aspettato che Eva potesse avallare in qualche modo una porcheria di questo genere. Dica chiaramente Eva se ha mai spiegato a Piperno la provenienza dei fondi destinati al ponte di Calatrava. Lo dica se ha coraggio. Dica chiaramente se Piperno era consapevole di ciò che firmava.

Questa storia è talmente disgustosa, nauseante, vomitevole, che aggiungere altro non si può. Spero solo che i due, Piperno e Dionesalvi, si affrettino a prendere le distanze, raccontando la loro versione dei fatti, giusto per capire fino a che punto è stata capace di arrivare la domestica di Occhiuto che, pur di conservare il suo ruolo di questuante nella corte dei parassiti, non ha avuto esitazione a svendere la storia umana, personale e politica di Piperno e Dionesalvi e di porgere al suo padrone la loro testa su un piatto d’argento.

Ma che razza di persona è? Possibile che non abbia conservato un briciolo di dignità, raccontando la vera storia dei fondi ex Gescal? E’ lei la principale responsabile di questo furto a danno dei poveri. E da vigliacca qual è ha subito scaricato le sue responsabilità su quello che un tempo, ma anche oggi, era il suo amico più caro. Era lei a conoscere per filo e per segno tutta la matassa, che fino ad oggi ha sempre tenuto nascosta. E quando si è vista sgamata, così come fanno i pentiti di mafia, ha iniziato ad accusare chi le sta vicino. L’unica cosa che poteva fare Eva era quella di stare zitta, ma il silenzio in questo caso non le avrebbe fruttato niente. E di fronte al niente ha preferito, agli amici di sempre, lo stipendio da serva che le passa Occhiuto. Peggio di lei nessuno!

GdD