Cosenza, porto delle nebbie: l’interrogazione del M5s sulla cena di Cozzolino, Potestio e Caputo

Il Movimento Cinquestelle si è interessato a lungo del porto delle nebbie di Cosenza, sul quale oggi il Csm ha ufficialmente aperto i riflettori, bocciando l’archiviazione sul trasferimento del pm Cozzolino e allargando il raggio d’azione al procuratore e a tutti i pm in servizio fino al 2019.

Il 25 luglio del 2019 sei deputati (Melicchio, d’Ippolito, Misiti, Orrico, Sapia e Tucci) hanno presentato una seconda interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Bonafede nella quale davano seguito a quella già presentata il 19 luglio di tre anni fa nella quale chiedevano un’ispezione al Tribunale di Cosenza. In questa nuova interrogazione i deputati pentastellati chiedono conto al porto delle nebbie di tre episodi specifici, tra i quali il caso limite assoluto ovvero quello della cena di un sostituto procuratore ovvero Giuseppe Cozzolino con l’ex capo di gabinetto del sindaco Occhiuto, Carmine Potestio, tra l’altro indagato dalla stessa procura e con il presidente del consiglio comunale Pierluigi Caputo, altro fedelissimo del sindaco. 

Già la prima interrogazione rappresentava per Cosenza una svolta di quelle importanti e diremmo quasi epocali, visto che da queste parti ben tre ispezioni (come documentiamo ormai da anni) sono state abilmente insabbiate dai poteri forti. E anche in questa circostanza i giornali di regime (di carta e online, senza differenza) hanno cercato di “nasconderla” per quanto è imbarazzante e fastidiosa. Il Movimento Cinquestelle ha chiesto un’ispezione ministeriale al Tribunale di Cosenza meglio noto come porto delle nebbie per chiedere conto di decenni di insabbiamenti, di corruzione e di malagiustizia, per come noi raccontiamo ormai da tre anni su Iacchite‘. E questo spiazzava e spiazza tutto il sistema di potere che si muove intorno al “palazzaccio”.

Ma veniamo alle cose formali… Questi sono i dettagli dell’interrogazione parlamentare presentata mercoledì dal Movimento Cinquestelle.

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00815

presentato da

MELICCHIO Alessandro

testo di

Mercoledì 25 luglio 2018, seduta n. 33
MELICCHIO, D’IPPOLITO, MISITI, ORRICO, SAPIA, TUCCI

SAPIA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

numerosi articoli di stampa descrivono un ambiente conflittuale all’interno della procura del tribunale di Cosenza a causa di inchieste boicottate e fughe di notizie;

le informazioni diffuse, in realtà, trovano riscontro su alcuni dati oggettivi, come una fotografia pubblicata che ritrae il PM Cozzolino a cena con l’indagato Carmine Potestio, ex capo gabinetto del sindaco di Cosenza;

tali notizie generano, presso l’opinione pubblica, dubbi e perplessità sull’operato della procura del tribunale di Cosenza;

Mario Occhiuto e Carmine Potestio

negli articoli, si afferma che nell’inchiesta per corruzione e abuso d’ufficio riguardante Carmine Potestio, nonché l’ingegnere Pecoraro – dirigente comunale – e l’architetto Cucunato, nonostante l’ingegnere Potestio venisse indicato dalla dottoressa Manzini quale il deus ex machina dell’organizzazione criminale dedita alla truffa attraverso la concessione agli amici degli amici dei famigerati appalti spezzatino è stato tenuto fuori da ogni inchiesta dal PM Cozzolino, il quale avrebbe esercitato pressioni ricattatorie nei confronti degli altri magistrati;successivamente, forse anche a seguito della pubblicazione della fotografia che ritrae il PM Cozzolino a cena con Potestio (indagato) e al presidente del consiglio comunale di Cosenza Pierluigi Caputo, il PM Cozzolino è stato allontanato da tutte le inchieste che riguardano la pubblica amministrazione;

altra vicenda, altre anomalie. Nel comune di San Giovanni in Fiore (CS), il Dr. Martino Emilio Dante viene assunto quale responsabile finanziario del comune, nonostante questo posto fosse già occupato. Il bando per l’assunzione del 2017 fu pubblicato solo sul sito del comune, non sulla Gazzetta Ufficiale, con tempi di pubblicazione ristrettissimi (una settimana circa), il colloquio sarebbe avvenuto alla sola presenza del sindaco, mentre dal verbale risulta presente tutta la commissione;

tali episodi sono stati denunciati dalla Guardia di finanzia per falso in atto pubblico;

peraltro, la convocazione del colloquio avrebbe dovuto avvenire mediante pubblicazione, mentre avrebbe avuto luogo tramite un contatto diretto;

il procedimento sarebbe stato oggetto di richiesta di archiviazione;

altro caso. Nel 2016 l’ATI di Lamezia Terme vince un appalto per servizio navetta per pazienti, farmaci, emoderivati e cartelle cliniche all’Azienda Ospedaliera di Cosenza. A quanto consta agli interroganti, in proposito sarebbero emerse diverse criticità sulle quali sarebbero state avviate indagini; non si conosce tuttavia quale esito esse abbiano avuto;

parimenti, sarebbero state rilevate criticità, per quanto risulta agli interroganti, anche nella gara d’appalto per la raccolta dei rifiuti nel comune di San Giovanni in Fiore. Anche in questo caso, le segnalazioni non avrebbero prodotto alcun esito;

queste notizie, oramai di dominio pubblico, gettano discredito nel funzionamento della procura del tribunale di Cosenza che, per la sua autonomia e dovere di riservatezza, non può né deve replicare a «voci» sull’adeguatezza del suo operato –:

ferma restando la piena autonomia della magistratura, se il Ministro interrogato, alla luce delle anomalie riscontrate, intenda valutare la sussistenza dei presupposti per avviare iniziative ispettive presso il tribunale di Cosenza, e ciò anche al fine di fugare tutti i dubbi che emergono anche dalla stampa sulle attività giudiziarie sopra indicate, a tutela dell’immagine stessa della procura del tribunale di Cosenza.
(4-00815)Per il porto delle nebbie, insomma, malgrado la sfacciata protezione dei media di regime, la situazione si fa sempre più imbarazzante. Adesso l’opinione pubblica ha davanti a se un quadro preciso delle ultime coperture e degli ultimi vergognosi insabbiamenti del Tribunale di Cosenza riguardanti le nefandezze commesse dall’amministrazione Occhiuto. Non solo: diventa chiaro a tutti che anche il lavoro della dottoressa Manzini (per quanto “esperta” in pettinature di bambole) è stato pesantemente condizionato dal procuratore Spagnuolo, notoriamente nella “cricca” di Occhiuto, che ha rallentato e neutralizzato ad arte ogni inchiesta. Siamo arrivati al dunque: i nodi finalmente vengono al pettine e c’è da giurare che se anche i media di regime cosentini continueranno a fare “testuggine” intorno al Gattopardo Spagnuolo e al cazzaro Occhiuto, dai prossimi giorni saranno i media nazionali a sputtanare quanto accade ormai da decenni nel porto delle nebbie di Cosenza.

LA PRIMA INTERROGAZIONE

Questo il testo della prima interrogazione dei Cinquestelle datata 19 luglio.

“Da troppi anni, ormai, numerosi articoli di stampa descrivono un ambiente conflittuale all’interno della Procura del Tribunale di Cosenza a causa di inchieste boicottate e fughe di notizie. Abbiamo deciso di interrogare il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per chiedere se intenda valutare la sussistenza dei presupposti per l’avvio di iniziative ispettive presso il Tribunale di Cosenza, e ciò anche al fine di fugare tutti i dubbi che emergono dalle notizie diffuse a tutela stessa dell’immagine della Procura del Tribunale di Cosenza”.

Così scrivono i deputati del M5S Melicchio primo firmatario dell’interrogazione, insieme agli altri parlamentari calabresi D’Ippolito, Orrico, Misiti, Tucci, Forciniti, Scutellà, Sapia e Parentela.

“Nelle idee del MoVimento 5 Stelle la giustizia è al servizio dei cittadini e tutti gli interventi del futuro governo non saranno più finalizzati a tagliare e spuntare le armi, ma a migliorare l’efficienza e la qualità della giustizia – continuano i parlamentari pentastellati -. L’allerta però deve essere costante, soprattutto a riguardo dei reati contro la Pubblica Amministrazione. Il rapporto di Transparency del 2017 sulla corruzione ha lanciato l’allarme sulla situazione in Italia. Siamo in pratica un Paese ostaggio della corruzione, terz’ultimo in Europa, dietro solo a Grecia e Bulgaria, per il livello di malaffare esistente. E il problema non sembra essere affatto l’apparato normativo bensì l’applicazione pratica e la capacità sanzionatoria e repressiva delle istituzioni che, quando si parla di reati commessi dai cosiddetti “colletti bianchi”, diventa drammaticamente poco incisiva ed efficace”.

Il procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo alias il gattopardo

I Deputati a 5 stelle precisano quindi “di aver segnalato al Ministro le informazioni diffuse, che trovano però riscontro su alcuni dati oggettivi, in merito a quanto successo all’interno della Procura cosentina su inchieste che coinvolgono la Pubblica Amministrazione, insieme ad alcune indagini finite nel nulla. Queste notizie, oramai di dominio pubblico, gettano discredito sul funzionamento della Procura del Tribunale di Cosenza che, per la sua autonomia e dovere di riservatezza, non può, né deve replicare a “voci” sull’adeguatezza del suo operato. Abbiamo pertanto ritenuto opportuno – concludono i parlamentari pentastellati – utilizzare le nostre prerogative, nel tentativo di spazzare via ombre e sospetti alimentati in questi anni. A beneficio di tutti”.