Cosenza, qui Pronto soccorso: “Ho chiamato la Finanza e hanno trovato un posto per mia madre”

Vorrei – con questa mia lettera – portarvi a conoscenza dell’esperienza avuta di recente presso il Pronto soccorso di Cosenza.

Lunedì 13 Marzo scorso, verso le 09:00 del mattino porto mia madre, che avvertiva forti dolori ai reni, al Pronto soccorso di Cosenza.
Mia madre viene sistemata, dopo un rapido controllo, su una specie di sedia a sdraio spezzata in due dove praticamente era impossibile sia riposare ma addirittura stare seduti in modo corretto. Se poi ci mettiamo l’età di mia madre (ha 88 anni) immaginate il disagio.

Riusciamo con varie insistenze e pressing a sistemarla (giovedì 16 Marzo e quindi dopo quattro giorni!!!) su un letto sempre in Pronto soccorso.
Al Pronto soccorso se un malato se la fa addosso, deve elemosinare, lui o chi per lui, che qualcuno si degni di fare quel lavoro per il quale viene pagato. Se finisci la flebo, la parola d’ordine è: “e aspettaaa”.

Dopo 5 giorni, mia madre è ancora in attesa di ricovero, ci adattiamo e speriamo, pensando che i ricoveri siano riservati a persone magari in condizioni più gravi, non vogliamo pensare che anche per un ricovero devi ricorrere agli amici degli amici….
Fatto sta che in 5 giorni passati al Pronto soccorso, tra giorno e notte, ho notato sì carenza di personale ma più di tutto tanto menefreghismo: c’è qualcuno che si spacca di lavoro e altri che non se ne fottono proprio, manca la minima dignità per i malati abbandonati su quei lettini, molto spesso seminudi.

Chi ricorre a minacce ed avvertimenti ottiene ciò che vuole. Insomma, se sei una persona perbene e non conosci nessuno devi morire e soffrire come un cane.
Dopo 5 giorni di situazioni al limite della resistenza umana, mi rivolgo a dottoressa e capo sala, minacciando di chiamare la Guardia di Finanza per verificare se il criterio con il quale fanno i ricoveri esiste o è tutto a caso o a disposizione degli amici.

Chiamo la Finanza di Cosenza, tra l’altro mi risponde un operatore che conosce bene la questione, forse per esperienza, ma mentre parlo con lui mia madre, immersa nei suoi bisogni dalla nottata, viene cambiata e magicamente esce un posto nel reparto di Geriatria.
Chi ha voluto questa gente in questi posti?
Di chi è la colpa?
Chi dovrebbe controllare?
E chi controlla i controllori?
E noi cosa possiamo fare?

Lettera firmata