Cosenza, questione rom: ecco chi è il prestanome di Occhiuto

Questa storia che vi raccontiamo stamattina inizia il 25 gennaio dell’anno appena trascorso quando il Comune di Cosenza dispone un avviso pubblico per verificare la disponibilità di immobili che l’amministrazione comunale può assumere in locazione per l’emergenza abitativa.

L’avviso viene definito esplorativo. Il Comune attraverso il bando cerca soggetti privati e pubblici, proprietari sul territorio comunale di immobili ad uso abitazione civile, arredati e non. Gli alloggi dovranno avere le seguenti caratteristiche: una metratura indicativa compresa tra i 60 e i 100 metri quadrati, un buono stato di manutenzione, il possesso di tutte le certificazioni di conformità previste dalla normativa vigente.

Il 23 giugno sempre Palazzo dei Bruzi ci fa sapere che per il bando sull’emergenza abitativa è ormai in dirittura d’arrivo la graduatoria definitiva. L’assessore Caruso afferma che ci sono 188 domande ammesse e che il Comune potrà supportare per un quinquennio 110 famiglie, una trentina in più rispetto al passato, delle quali va evidenziato che 55 nuclei familiari sono di nuova introduzione.

Nessuno sa chi ha vinto questo bando per l’emergenza abitativa, nel senso che non c’è scritto da nessuna parte e che a nessuno viene dato accesso agli atti. In perfetto stile Mario Occhiuto.

All’inizio del mese di ottobre tuttavia accade qualcosa che lascia intuire cosa possa essere successo e chi possa essere almeno uno dei vincitori. Mario Occhiuto, dopo aver inaugurato in fretta e furia il ponte di Calatrava passeggiando finanche sul cadavere di un povero operaio, ha altrettanta premura di sgomberare le famiglie rom che vivono da una vita a via Reggio Calabria.

Alcuni residenti di via Ugo Spirito (traversa Via Popilia di fronte Ferro Sila) scoprono che nelle case di fronte il loro palazzo, saranno collocate circa 10 famiglie rom che a breve, con l’inaugurazione del ponte di Calatrava, dovranno essere sgomberate da Via Reggio Calabria.

I residenti cercano di prendere informazioni e rintracciano il venditore di queste case che ha firmato un compromesso con quello che diventerà il nuovo proprietario. Il venditore si è lasciato sfuggire il nome di un politico che avrebbe messo, a detta di lui, un prestanome. E questo perché? E’ molto semplice. Il prestanome altri non sarebbe che uno dei vincitori del bando sull’emergenza abitativa di cui sopra. In virtù di questo, percepirebbe dal Comune €35.000 all’anno in 10 anni, quindi € 350.000 euro andrebbero nelle tasche di un signore che – come minimo – è vicino alla banda di Occhiuto e Spagnuolo.

Non solo: da qualche settimana, i residenti avevano notato strani movimenti intorno a questo immobile di via Ugo Spirito: lavori realizzati alla chetichella in barba alle più comuni regole edilizie (tramezzi divisori che dividono vani riservati a porte-finestre, detriti scaricati in aree non di pertinenza dell’immobile in oggetto, norme di sicurezza sul lavoro ignorate ecc ecc). Dopo aver indagato e saputo dell’eccessivo numero di possibili nuovi inquilini i residenti si sono posti le seguenti domande: 1. Tecnicamente le numerose tramezzature costruite nell’immobile per realizzare 10 alloggi (!!) in circa 240 mq, sovraccaricano ulteriormente una struttura già probabilmente pericolante?

2. A livello sociale è corretto accumulare in un così esiguo spazio una decina di nuclei familiari per un totale di almeno venti persone che necessitano invece di integrarsi nel tessuto cittadino per evitare una nuova ghettizzazione come quella di via Reggio Calabria? E come farebbero a vivere dignitosamente oltre 20 persone in pochi metri quadri (circa 10-12 mq pro capite!!!) senza nessuno sfogo all’esterno (niente giardini, né terrazzi né addirittura balconi)?

Dal punto di vista strutturale e speculativo, qualcuno ha avuto il coraggio di parlare di “immobile nella disponibilità del Comune” ma l’immobile è oggetto di compravendita tra privati con una caparra minima già versata e un saldo (di quasi l’intero importo) da versare a fine 2018! È un immobile nella disponibilità del Comune questo? Può un privato prendere finanziamenti comunali per un immobile “acquisito” in questo modo e ristrutturato in barba ad ogni legge? Esistono i requisiti di abitabilità, quelli dimensionali e di idoneità certificate tanto sbandierate nel bando comunale? Ricordiamoli: una metratura indicativa compresa tra i 60 e i 100 metri quadrati, un buono stato di manutenzione, il possesso di tutte le certificazioni di conformità previste dalla normativa vigente.

Nel mese di ottobre i lavori sono stati bloccati dall’Ispettorato del Lavoro per evidenti gravi irregolarità, salvo poi riprendere in tutta “segretezza” qualche giorno fa perché c’è alle porte l’inaugurazione vera e propria del ponte. Della serie: facciamo calmare un po’ le acque e poi riprendiamo da dove eravamo rimasti.

Dunque, la risposta unica a tutte le domande è: qui è tutto illegale!!!

A questo punto, non ci rimaneva altro da fare che cercare anche noi di acquisire un documento fondamentale, vale a dire il contratto preliminare di vendita.

All’Agenzia delle Entrate, per grande sfortuna della banda di Occhiuto e Spagnuolo, esiste copia di questo documento pubblico importantissimo per sgamare il cazzaro e il gattopardo ovvero una scrittura privata siglata il 10 agosto scorso che contiene un contratto preliminare di vendita tra la proprietaria Nadia Covello e l’acquirente Willliam Settembrini per la piena proprietà della porzione immobiliare facente parte del fabbricato alla via Ugo Spirito (catastalmente via Napoli) e precisamente “… porzione di fabbricato in corso di costruzione sviluppantesi su piano interrato, piano terra e piano primo, confinante con altra proprietà della promittente venditrice, con detta via e con via Popilia…”. Il notaio che firma l’atto è Anna Calvelli. 

Ma leggiamo bene cosa c’è scritto in questa farsa di documento. “… La costruzione del fabbricato è stata eseguita in data anteriore al primo settembre 1967, in seguito è stata presentata DIA al competente ufficio del Comune per ristrutturazione, manutenzione straordinaria, adeguamento statico e cambio destinazione d’uso, protocollata in data 28 luglio 2011 e che successivamente la stessa unità non è stata oggetto di interventi edilizi né di mutamenti che avrebbero richiesto il rilascio di licenze e autorizzazioni…”.

Perché questa sottolineatura? Semplice: perché l’immobile in questione è stato in passato già oggetto di un primo “tentativo di ristrutturazione”, già all’epoca contestato da alcuni singoli residenti (Occhiuto era già sindaco da qualche mese…), a causa della mancanza di autorizzazioni per la sopraelevazione in cemento armato su una vecchia struttura a mattoni pieni (ex conceria Morelli). Non abbiamo certezze sui reali motivi, ma sta di fatto che quella ristrutturazione si bloccò e l’immobile rimase per anni in balia delle intemperie in attesa che tornasse tra le grinfie di Occhiuto, Spagnuolo e dei loro scagnozzi.

Ma il colmo lo si raggiunge quando si parla di soldi. Il prezzo concordato è di 120mila euro e qui comincia la tarantella, ancora in perfetto stile Occhiuto. Il signor Settembrini infatti, agendo alla stregua del cazzaro, non versa tutti i soldi subito per diventare proprietario ma solo una parte in maniera tale da lasciarsi le mani libere successivamente. Della serie: guardate come sono furbo…

“… La somma di euro 10.000 dovrà essere pagata, per espresso accordo tra le parti, a titolo di caparra confirmatoria e da imputare comunque al prezzo della futura vendita, entro il 12 agosto 2017… la somma di euro 10.000 dovrà essere pagata, sempre a titolo di caparra confirmatoria e sempre da imputare al prezzo della futura vendita entro il 10 ottobre 2017… la somma di euro 50.000 entro il 30 giugno 2018 e poi entro il 31 dicembre 2018 la rimanente somma di euro 50.000…”. Anche un bambino, dunque, capirebbe che il signor Settembrini non può essere considerato proprietario dell’immobile fino a quando non pagherà tutto l’importo ma a Cosenza, si sa, non vige la legge italiana ma il codice “Occhiuto-Spagnuolo”, degno successore del codice “Occhiuto-Granieri”. 

E poi, com’è possibile che nonostante ci siano abitazioni di proprietà del Comune, si preferisce pagare un privato cittadino?

CHI E’ IL PRESTANOME DI OCCHIUTO
Ma chi è William Settembrini?
Ha 36 anni, è di Lattarico e sulla rete si trova agevolmente la sua consulenza gratuita ottenuta al Comune di Cosenza come collaboratore a supporto dell’attività dell’assessorato Strategie attive per il lavoro e Comunicazione. L’incarico risale al 2012 e viene rinnovato anche per il 2013. Si tratta delle deleghe dell’assessore Rosaria Succurro, che nella prima giunta Occhiuto dopo le elezioni del 2011 fa parte della squadra di governo con queste responsabilità: lavoro e comunicazione. Settembrini lavora nella comunicazione e se ne deduce che fosse già quantomeno conoscente della Succurro ai tempi della sua agenzia privata.

Successivamente, nel 2016, William Settembrini partecipa ad un bando della Camera di Commercio per la concessione di contributi a sostegno della creazione di “Nuove Imprese” ma risulta tra i non ammessi. Ma il 2017 deve essere l’anno della riscossa per Settembrini ed ecco che arriva il bando per l’emergenza abitativa. Noi ci auguriamo vivamente che quest’immobile non ospiti nessuna famiglia rom e che il signor Settembrini rimanga ancora una volta con la coda tra le gambe. Sì, perché da un po’ di tempo – nonostante abbia cancellato tutti i suoi profili FB – il suo nome gira a tappeto su Cosenza e  Mario Occhiuto, per quanto abbia “autorizzato” i lavori “abusivi”, quando sarà il momento giurerà e spergiurerà di non averlo mai sentito nominare. Altrimenti, che vigliacco sarebbe?