La “cupola” Reggio-Cosenza: il patto con la “Dama nera” per la Fincalabra

Chi è la “Dama nera” che dà il nome all’operazione di ottobre 2015 della procura di Roma, il cui seguito è andato in scena con la seconda tranche dell’inchiesta scaturita dalle dichiarazioni della stessa donna a marzo del 2016 e a febbraio scorso con l’inchiesta “Cumbertazione” della DDA di Reggio?

La “dama nera” in realtà è Antonella Accroglianò, rossanese, nipote dell’ex deputato democristiano Peppino Accroglianò, ancora oggi animatore dell’iniziativa “Calabresi nel mondo”. Antonella è stata dirigente ANAS proveniente dall’IRI: era lei che gestiva regolarmente i flussi di corruzione. Anche con un po’ di stizza quando qualcuno dimostrava di non avere piglio nella riscossione delle tangenti.

La promessa di assunzione lavorativa in Anas ovvero in società collegate in cambio del sostegno elettorale. Questa la contestazione formulata nell’ambito della prima inchiesta che coinvolse l’Anas e che portò all’arresto di dieci persone tra cui Luigi Meduri. In particolare ad Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del Coordinamento Tecnico Amministrativo di Anas Spa, è contestata la promessa di assunzione lavorativa in Anas o in società collegate in favore di un soggetto calabrese, in cambio del sostegno elettorale fornito al fratello, candidato (non eletto) alle elezioni regionali in Calabria dello scorso novembre 2014.

E qui entra in ballo l’ex sottosegretario reggino Luigi Meduri. E’ lui a mettersi in gioco per la campagna elettorale di Galdino Accroglianò, il fratello di Antonella, alle Regionali 2014.

Accroglianò è candidato per l’Unione di Centro, nella lista che vede capolista Michele Trematerra. E’ nato a Rossano, classe 1963. Con numerosa esperienza politica nell’agone rossanese, da destra a sinistra. Ottiene 1346 voti ed è secondo dopo Trematerra. Ma non basta per essere eletto. Il partito centrista e il  Nuovo Centro Destra fanno parte della coalizione “Alternativa popolare calabrese” che sostiene l’aspirante governatore Nico D’Ascola.

Fallito l’obiettivo dell’elezione, si ripiega su un posto di sottogoverno per il fratello della Dama nera alla guida di Fincalabra ed in effetti Palla Palla e i suoi prodi fanno di tutto per mandare via Mannarino, con il quale si va ad una guerra legale senza esclusione di colpi.

Alle domande che molti si sono posti su chi fosse il predestinato della poltrona di presidente della Fincalabra, ci pensa il dott. Pignatone. Voi direte: che c’entra Pignatone, il super procuratore Antimafia di Roma? C’entra… c’entra.. Leggendo le carte dell’inchiesta “Dama Nera”, il terremoto delle tangenti Anas, si ha un quadro chiaro: sulla vicenda Fincalabra, anzi al posto di presidente, sembrerebbe interessato un bel comitato di affari, che il pm Pierpaolo Bruni potrebbe definire “Massopolindrangheta”.

Gli attori: la Dama Nera, il marito di Madame Fifì, Gigi Meduri e Maruzzo Palla Palla.

Dalla sbobinatura degli inquirenti emerge questo quadro desolante: l’obiettivo di Antonella Accroglianò, tra una tangente e l’altra, è la presidenza di Fincalabra.

A svelare che ci fosse quella di presidente di Fincalabra fra le poltrone appetibili per il fratello della “Dama nera” – Galdino Accroglianò dell’Udc – è una conversazione del 22 maggio 2015 contenuta nel fascicolo del procuratore Pignatone. Fate attenzione ai tempi.

Prima di fare i bagagli, Mannarino si era rivolto alla magistratura con un ricorso spiegando che non lo aveva nominato la destra, ma che aveva partecipato ad una selezione predisposta da un bando pubblico. La sera precedente la decisione del Tar di Catanzaro (22 maggio 2015), una intercettazione rivela l’interesse della Dama Nera sulla vicenda della presidenza di Fincalabra.

Ed infatti è del giorno seguente (23 maggio 2015) l’ordinanza del Tar Calabria che ha bloccato l’esecutività del bando con cui la Regione aveva avviato la nuova procedura per la scelta, tra gli altri, del presidente di Fincalabra, chiamando in causa la Corte Costituzionale per una valutazione sulla legge che regolamenta lo spoil system ritenuta illegittima. Traduzione, i presidenti dei vari enti già con le valigie in mano hanno potuto disfare i bagagli e tornare negli uffici da cui il nuovo governo regionale avrebbe voluto scacciarli.

Luigi Meduri e la "Dama nera"
Luigi Meduri e la “Dama nera”

Un duro colpo per il Governatore, ma anche per l’Accroglianò che già immaginava il fratello Galdino a dirigere lo strategico ente regionale. A comunicare la brutta notizia alla “Dama nera” è lo stesso Gigi Meduri, cui la donna aveva chiesto aiuto per trovare collocazione al fratello.

Il Meduri comunica alla Dama che il Tar calabrese ha deciso di «riammettere quello precedente», dunque bisognerà aspettare che venga fatto un nuovo bando.

Delusa, la “Dama nera” chiede se non ci sia qualcos’altro, ma il sottosegretario la conforta «ti dico di sì… domani parliamo». Del caso Galdino – dice cripticamente Meduri – ne parlerà – si legge nell’ordinanza – «con una terza persona». Meduri  non si arrende – dicono le carte dell’indagine e si rivolge a Palla Palla – chiaro è  «il suo interessamento e la conseguente mediazione con il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, per assicurare al fratello della Accroglianò un importante incarico pubblico/politico».

Adamo-Nicola

Ma per accontentare la dirigente Anas, l’ex sottosegretario contatta anche Nicola Adamo. Lo dice – entusiasta – lo stesso Meduri alla “Dama nera” l’11 giugno, quando l’ex sottosegretario invita la Accroglianò a presentarsi in serata a una non meglio precisata cerimonia, alla quale però la donna non potrà partecipare. E sembra essere il turno di Meduri di essere deluso, se è vero che lo si sente esclamare «avevo informato di tutto Nicola Adamo, di Galdino … e gli ho detto che ti avrebbe vista alla cerimonia».
Meduri lavora alla questione Fincalabra sin dalla vittoria elettorale del 2014 e deve riuscirci. Si tratta – e lo spiega anche alla Accroglianò – di inserirsi in una partita delicata, in cui si incrociano ancor più delicati equilibri, ma lui si mostra fiducioso. E si impegna fin dai primi vagiti dell’amministrazione Oliverio. Nel dicembre 2014, con il nuovo governatore insediato da meno di venti giorni, Meduri spiega alla “Dama nera”, che «se c’è l’accordo politico … tra il centrosinistra ed NCD in Calabria … c’è un percorso da fare per le nomine successive che è politico … perchè è un accordo fatto quindi. .. la presidenza deve corrispondere ad alcuni passaggi. Se non fanno l’accordo … si deve fare un’altra tipo di discorso-. Gli ho detto che la settimana prossima avremo chiaro il quadro degli accordi». È un momento delicato per la Regione Calabria e i suoi nuovi amministratori, perché – sottolinea Meduri – «loro (Ncd ndr) stanno premendo su Guerini. .. Alfano con Guerini… quindi si deve decidere in questi giorni». Ma forse anche a causa delle pressioni nazionali, nei primi giorni di gennaio la questione sembra essere ancora aperta.

(foto corriere della sila)
(foto corriere della sila)

«Vediamo se questo gruppo Gentile-Oliverio porta qualche risultato a casa» afferma Meduri in una intercettazione con la Accroglianò, rassicurandola sulla questione.

La “Dama nera” perde la pazienza a fine febbraio, quando, seccata, chiama l’ex sottosegretario per chiedergli conto delle nomine presso un non meglio precisato “Parco di Reggio Calabria”.

Alla Accroglianò non va giù che il fratello non sia stato neanche preso in considerazione. «Meduri – si legge nella sintesi degli investigatori – ribatte che nell’ambito del Consiglio di amministrazione del Parco sono state effettuate delle nomine da tale Galletti e che comunque non si tratta di “una cosa utile”. Inoltre, il Meduri afferma che si tratta di nomine non effettuate dalla Regione Calabria, bensì dal ministero dell’Ambiente e dell’Agricoltura e che avrebbe provveduto ad informarla su eventuali nomine che avrebbero potuto interessare Galdino».

Ma alla “Dama nera” non basta. E si lamenta. «A me serviva, Gigi. Serviva una lista.. capiscimi al volo». E ancora una volta, l’ex sottosegretario Meduri la tranquillizza «non l’hanno fatta perché stanno decidendo quali Enti sopprimere … hai capito? [ … ] quindi lui (Gerardo Mario Oliverio), sta nominando ancora solo personale direttivo dipendente della Regione… quindi niente … appena … spero lui che fine marzo faccia … perché ora sto problema di chiudere sta partita … ti do’ tutto io … stai tranquilla!».
Mentre la Accroglianò non si dà pace, ma anzi inizia a cercare altre vie politiche alla concretizzazione del suo progetto – «tutte quelle cose l’ho date a Cesa» confessa a Meduri – dall’ex sottosegretario arriva una buona notizia per la “Dama nera”. Ed è lo stesso Meduri a comunicarla a lei e al fratello, cui ordina «” … guarda il Burc (Calabria) perché dovrebbero uscire oggi. .. o sono uscite ieri… non lo so … quell’elenco di cose che ho dato a Antonella e le domande scadono il 9 … io ho parlato con Mario – verosimilmente, sottolineano gli investigatori, il governatore Mario Oliverio – tu … tutte le cose che hai titolo rispetto a quella … a quell’elenco … eeeh … fai le domande che poi esce il resto».

Una lista in cui Galdino sembra aver trovato qualcosa di suo gradimento se è vero che, non più tardi di qualche giorno dopo, sarà la Accroglianò a dire a Meduri «sei sicuro che quella società che .. della quale parlavamo di Galdino, non hanno messo nessuno, ancora?». Pur ammettendo di esserne a conoscenza, Meduri la tranquillizza «riferisce di no e aggiunge “domenica lo devo vedere .. ma abbiamo fatto il discorso con Galdino .. io non mi muovo da quella lì.. se è una cosa utile e di rilievo, va bene .. sennò ti dico io .. domenica lo vedo a poi parliamo».

Dunque, nonostante una inchiesta così importante abbia toccato così da vicino Palla Palla, il prode Governatore, non solo non desiste ma ottiene il “risultato”. E infatti a dirigere Fincalabra c’è Carmelo Salvino, uno dei suoi fedelissimi. Possibile che tutta questa battaglia sia stata fatta per far sedere lui al posto di Mannarino?