Cosenza, riprendono i lavori abusivi a via Popilia già bloccati dall’Ispettorato

“Nello stabile attiguo al condominio La Conceria ignoti stanno procedendo a lavori di ristrutturazione di un immobile in cattivo stato di manutenzione”. Ci risiamo. Come se non fosse bastato il McDonald’s di piazza Fera, adesso a Palazzo dei Bruzi hanno un’altra urgenza: mettere a posto uno stabile da destinare a un gruppo di famiglie rom, indispensabile dopo la demolizione delle baracche di via Reggio Calabria per dare il via all’inaugurazione del ponte di Calatrava. Ormai è una storia vecchia: i lavori abusivi iniziano e si bloccano ormai da quasi un anno. Una specie di telenovela che oggi, proprio in concomitanza con l’annuncio della demolizione delle baracche, ritorna di grande attualità. I residenti hanno presentato un esposto alle autorità. “… Manca del tutto la cartellonistica indicante la committenza, la ditta incaricata dei lavori, i progettisti e il direttore dei lavori, di tal che il Condominio è impossibilitato a conoscere i soggetti responsabili dell’evidente occupazione del suolo privato…”. Non solo: “… Sembra che il fabbricato non abbia la prescritta idoneità statica né la necessaria ed imprescindibile agibilità, con la conseguenza che potrebbero verificarsi dei crolli in corrispondenza dell’ingresso condominiale…”. Vengono richieste le fatidiche verifiche sulle autorizzazioni, che il Comune non potrà mai mostrare perché non ci sono e nonostante questo le “autorità” lasciano fare. Ormai ci siamo talmente abituati che siamo arrivati all’assuefazione. Ma riepiloghiamo i passaggi salienti di questa storia.

21 ottobre 2017

Scrivo a nome di alcuni residenti di Via Ugo Spirito (traversa Via Popilia di fronte Ferro Sila). Le scrivo per chiedere il suo intervento. Vado ai fatti. Abbiamo scoperto che nelle case di fronte il nostro palazzo, saranno collocate circa 10 famiglie rom che a breve, con l’inaugurazione del ponte di Calatrava dovranno essere sgomberate da Via Reggio Calabria.

Abbiamo cercato di prendere informazioni e abbiamo rintracciato il venditore di queste case che ha firmato un compromesso con quello che diventerà il nuovo proprietario. Il venditore si è lasciato sfuggire il nome di un politico che avrebbe messo, a detta di lui, un prestanome. E questo perché? E’ molto semplice.

E’ uscito un bando sull’emergenza abitativa e sembra che sia stato vinto da questo tipo che percepirà dal comune €35.000 all’anno in 10 anni, quindi € 350.000 euro andranno nelle tasche di un farabutto e rovineranno così più di 100 famiglie del quartiere. In queste case stanno facendo i lavori che dovranno essere completati entro fine ottobre. Stanno lavorando dalla mattina alla sera degli operai barricati dentro, senza tabella esplicativa che specifica i progetti o i direttori dei lavori, in barba alle norme vigenti. Stiamo cercando di capire anche se una persona con un compromesso in mano (dunque non formalmente proprietario), possa fare dei lavori e soprattutto partecipare ad un bando e vincerlo. Com’è possibile?

23 ottobre 2017

Noi non ci stiamo!

Dopo i numerosi articoli di stampa riguardanti il prossimo spostamento di una grossa fetta degli abitanti di via Reggio Calabria (sembra addirittura 8 nuclei familiari su 17) in una palazzina situata in via Ugo Spirito angolo via Popilia, ci vediamo costretti a prendere una posizione ufficiale anche con la stampa.

Le nostre perplessità su questa operazione “fumosa” nascono su solide basi di sicurezza e integrazione. L’immobile in questione è stato in passato già oggetto di un primo “tentativo di ristrutturazione”, già all’epoca contestato da alcuni singoli residenti, a causa di una presunta mancanza di autorizzazioni per la sopraelevazione in cemento armato su una vecchia struttura a mattoni pieni (ex conceria Morelli). Non abbiamo certezze sui reali motivi, ma sta di fatto che quella ristrutturazione si bloccò e l’immobile rimase per anni all’intemperie.

Da qualche settimana, abbiamo notato strani movimenti intorno a questo immobile, lavori realizzati alla chetichella in barba alle più comuni regole edilizie (tramezzi divisori che dividono vani riservati a porte-finestre, detriti scaricati in aree non di pertinenza dell’immobile in oggetto, norme di sicurezza sul lavoro ignorate ecc ecc). Dopo aver indagato e saputo dell’eccessivo numero di possibili nuovi inquilini ci siamo posti le seguenti domande:1. Tecnicamente le numerose tramezzature costruite nell’immobile per realizzare 8 alloggi (!!) in circa 240 mq, sovraccaricano ulteriormente una struttura già probabilmente pericolante?

2. A livello sociale è corretto accumulare in un così esiguo spazio 8 nuclei familiari che necessitano invece di integrarsi nel tessuto cittadino per evitare una nuova ghettizzazione come quella di via Reggio Calabria?

Queste (e nessun’ altra) sono state le motivazioni che ci hanno spinto ad unirci e  a presentare le nostre rimostranze agli enti preposti (vigili urbani, forze dell’ordine e ispettorato del lavoro) e infine anche in un incontro con il sindaco. ALLONTANIAMO CON FORZA DA NOI LE ILLAZIONI DI STAMPO RAZZISTA che alcuni articoli e/o alcuni personaggi cercano di metterci in bocca per provare a nascondere chissà quale interessi dietro questa operazione. Dal punto di vista sociale abbiamo solamente mosso osservazioni sui metodi della seppur necessaria integrazione di queste persone ghettizzate per anni, vista l’evidente impossibilità di gestire oltre 20 persone in pochi metri quadri (circa 10-12 mq pro capite!!!) senza nessuno sfogo all’esterno (niente giardini, né terrazzi ne addirittura balconi).Dal punto di vista strutturale e speculativo, abbiamo letto sulla stampa di “immobile nella disponibilità del comune”! A noi risulta che l’immobile è oggetto di compravendita tra privati con una caparra minima già versata e un saldo (di quasi l’intero importo) da versare a fine 2018! È un immobile nella disponibilità del comune questo? Può un privato prendere finanziamenti comunali (pare ben 35000€ annui per 10 anni) per un immobile “acquisito” in questo modo e ristrutturato in barba ad ogni legge? Esistono i requisiti di abitabilità, quelli dimensionali e di idoneità certificate tanto sbandierate nel bando comunale? A tal proposito, I LAVORI SONO STATI BLOCCATI VENERDÌ SCORSO DALL’ISPETTORATO DEL LAVORO (come volevasi dimostrare) PER GRAVI IRREGOLARITÀ.

Speriamo che gli altri enti interpellati intervengano ognuno per le proprie competenze (senza farsi condizionare dall’esigenza di trovare una sistemazione a queste persone per l’imminente inaugurazione del Ponte di Calatrava) al solo fine di evitare questa ignobile speculazione che starebbe per perpetrarsi sulle spalle dei residenti di via Reggio Calabria prima e su quelli dell’intero quartiere di via Ugo Spirito e dintorni poi.

Comitato spontaneo Residenti Quartiere via Ugo Spirito