Cosenza, sanate le posizioni previdenziali dei dipendenti. Nucci aveva denunciato gli abusi di Occhiuto… 10 anni fa!

“Sanate le posizioni previdenziali di tutti i dipendenti”. 
La notizia passa di bocca in bocca tra i dipendenti di Palazzo dei Bruzi a Cosenza. È una buona notizia e dipnndenti e dirigenti ne parlano con soddisfazione: il sindaco Franz Caruso ne offre conferma ai consiglieri comunali e, poi, decide di renderla pubblica.
La dichiarazione resa alla stampa non cela una sottile vena polemica. «Dopo anni di inadempienze» afferma il primo cittadino bruzio «grazie al lavoro degli uffici del settore personale, coadiuvati da alcune importanti collaborazioni esterne, il Comune di Cosenza ha finalmente sanato le posizioni contributive di Palazzo dei Bruzi nei confronti degli enti previdenziali e dei dipendenti comunali, regolarizzando il Durc (Documento unico di regolarità contributiva)».

Bene, bravo, bis… verrebbe quasi da dire. In realtà, si tratta di una vicenda vecchia come il cucco che richiama inevitabilmente alla memoria un intervento specifico dell’allora consigliere comunale Sergio Nucci, che denunciava i fatti addirittura dieci anni fa.

di Sergio Nucci

Era il luglio del 2013 quando nell’aula del consiglio comunale di Cosenza, comune guidato a quel tempo da Mario Occhiuto, denunciavo pesanti irregolarità circa la mancata corresponsione dei contribuiti previdenziali per dipendenti e dirigenti del municipio cosentino.

Una denuncia come tante altre di quel tempo, puntualmente avanzata ma altrettanto puntualmente sottaciuta o relegata nel dimenticatoio da chi aveva il compito di indagare su quelle mancanze che un ente importante metteva in atto per portare avanti una gestione non del tutto limpida e, ahinoi, foriera dei danni che oggi paghiamo.
Oggi, con circa 9 anni di ritardo, apprendiamo che dietro quelle parole esisteva una verità, amara, tragica, incredibile … ma pur sempre una verità.

A questo punto potrei gongolare dicendo ve lo avevo detto, ed anche per tempo (dieci anni fa sic!), ma a cosa servirebbe?
In quegli anni per dire soltanto la verità la lista dei miei “nemici” è cresciuta a dismisura.
Forse colpivo conventicole dedite al maneggio?
Forse toccavo interessi particolari?
Forse disturbavo il manovratore ed i manovrati?

Non so ma il mio dire la verità, il mio cercare le ragioni, il mio denunciare senza timori o reverenze non è stato apprezzato dalla mia città, dalla mia gente.
Non è stato apprezzato né sostenuto in primis da molti che oggi si lamentano. Non c’erano al mio fianco e neanche dietro di me quando a viso aperto davo a Cesare quello che era suo. Non c’erano a stimolarmi a fare ancora di più e meglio. Ero solo.
Fortunatamente qualche giornalista libero ogni tanto riprendeva quegli argomenti scabrosi e cercava di andare al fondo delle cose, ma anche in quel caso dinanzi alle denunce, alle inchieste si alzava un muro di gomma impossibile da abbattere.
Oggi l’ennesima beffa per questa città. Anche i contributi degli aventi diritto non si trovano.
Quel che è peggio è che chi si è reso responsabile di tutto ciò ha ricevuto anche qualche ambito riconoscimento.
Mi convinco sempre più che aveva ragione un illustre calabrese che qualche tempo fa scriveva “La disperazione più grave che possa impadronirsi d’una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile” e aggiungerei: anche poco conveniente.
A voi la linea studio.