Cosenza, sanità creativa: la storia del primario “prestato” all’Azienda Ospedaliera di Avellino

Dagli ospedali da campo in Afghanistan, passando per Gaza, fino all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, dove però il reparto non c’è: nemmeno un posto letto, un infermiere, niente. Cosimo Lequaglie è certamente un chirurgo toracico di grande valore, una persona che ha speso le sue competenze in luoghi dove la guerra è di casa e oggi è direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia toracica a Cosenza. Ha vinto un concorso che ha avuto una storia difficile: ripetuto ben tre volte, annullato a causa di una serie di ricorsi verosimilmente fondati, visto che con due successive delibere si escludevano due candidati per mancanza di titoli e per difetto nella domanda di partecipazione.

Alla fine sono stati necessari tre anni per giungere alla nomina definitiva del primario. Intanto, nel corso di questo non breve tempo il reparto di Chirurgia toracica è stato impoverito di risorse e strutture, fino a diventare un nome vuoto. Andati in pensione i medici, oppure trasferiti altrove, la Chirurgia toracica che era parte integrante del reparto “Falcone” e che garantiva mediamente un intervento chirurgico a settimana è stata lasciata colpevolmente morire, mentre almeno fino alla fine della scorsa estate ancora campeggiavano le targhe che riportavano i nomi dei chirurghi che vi operavano. Allo stato delle cose Lequaglie si trova a capo di un reparto che esiste solo sulla carta e pur avendo accettato il prestigioso incarico, ha fatto notare che in queste condizioni certamente non può lavorare. All’Asp non hanno potuto dargli torto, mancando tutto, però, hanno proceduto ugualmente nell’assunzione.

Nei corridoi dell’Annunziata si racconta che al nuovo primario abbiano assegnato una stanza vicino alla Direzione sanitaria, con una tavolo e due sedie e che lì guardi qualche radiografia. Al momento non risultano effettuati interventi, o ricoveri e poiché questa condizione deve essere sembrata grottesca pure alla direzione dell’ospedale, ecco spuntare il 14 gennaio dell’anno appena iniziato una convenzione con l’Azienda ospedaliera “Moscati”, di Avellino.

Nell’accordo l’Asp di Cosenza “presta” un chirurgo toracico, precisamente il primario Lequaglie, alla Moscati, per “consulenze ed interventi”. Come recita la convenzione “l’A.O di Cosenza si impegna a mettere a disposizione del Gruppo oncologico multidisciplinare dell’Azienda A. Moscati un chirurgo toracico per interventi da rendersi presso la struttura”. A svolgere tale incarico per conto dell’ospedale di Cosenza sarà dunque il dottor Lequaglie, il quale si recherà fuori dalla nostra Regione per fare il suo lavoro di chirurgo e a cui andranno – oltre naturalmente allo stipendio di primario – mille euro per ogni discussione di casi clinici, mille euro per ogni intervento maggiore e cinquecento per quelli minori, per come si legge nella stipula tra le due strutture.

E se Lequaglie, come sembra del tutto evidente, farà il primario a Cosenza ma il chirurgo in Campania, la cosa non suona un poco bizzarra ai protagonisti di tutta questa complicata vicenda? Perché pare innegabile che i pazienti cosentini per potersi curare saranno prima visitati qui e poi veicolati presso la struttura di Avellino, dove il reparto di Chirurgia toracica e le sale operatorie ci sono. Qui invece solo il primario.