Cosenza, scandalo alla diocesi: eppur si muove!

Non si vergognano di nulla, si sentono superiori ad ogni scandalo, praticamente intoccabili. Sputtanati in due riprese da Le Iene (14 febbraio e 14 marzo), diventati lo zimbello di tutta Italia, gli uomini della diocesi di Cosenza non fanno un solo passo indietro e anzi cercano persino giustificazioni dopo quello che è venuto fuori in diretta tv davanti agli schermi di milioni di italiani. Stiamo parlando di un vescovo emerito (Salvatore Nunnari), che confessa candidamente di aver costretto una giovane donna ad abortire per difendere uno dei suoi uomini più fedeli, salvo poi rimangiarsi tutto con una piroetta degna del miglior Nureiev. 

Lui, il pretino, come ormai lo chiamano tutti, don Giuseppe Leone, era persino presente alla messa crismale del Mercoledì Santo. Così come Nunnari: senza vergogna. L’arcivescovo Nolé, dal canto suo, confermando di essere un prete pavido e senzapalle, continua a far finta di nulla e a difendere pretino e maiale affermando – in un’omelia che più squallida e fredda non si può – , che “non bisogna scandalizzarsi perché dal male può scaturire il bene…”. Della serie: siamo senza speranza.

In realtà, per come apprendiamo dalle ormai numerose fonti interne alla diocesi che ne hanno abbastanza di questa gestione, sono molte le spinte ad allontanare sia Nunnari sia i suoi uomini più fedeli e quindi impresentabili.
A partire da Enzo Gabrieli, il prete-giornalista, un arrivista ambizioso e sgrammaticato, direttore del giornale ufficiale “Parola di Vita” (che fa rivoltare nella tomba i preti pieni di ideali che l’hanno fondato) e parroco a Mendicino. Per continuare con Serafino Bianco, già segretario di Nunnari e ora parroco a Rogliano, con il “terribile” Francesco Marigliano, giudice sinodale, quello che annulla i matrimoni a suon di migliaia di euro, quello che ha sottratto 70mila euro senza colpo ferire alle suore di Elena Aiello, probabilmente il peggiore di tutti, eppure ancora al suo posto.

Ma l’elenco è ancora lungo: Salvatore Bartucci, già vicario generale, ora parroco a Marano Marchesato, Giulio Altomare, deus ex machina del seminario e parroco nella contrada Linze di Rende, Pasquale Traulo, parroco a Luzzi e capo di una potente cordata di cui fanno parte anche l’attuale vicario generale Gianni Citrigno, il nuovo parroco della Cattedrale Luca Perri e quello di San Carlo Borromeo a Rende. Tutti allineati e coperti con Nunnari, con buona pace di un arcivescovo, Nolè, che nessuno ascolta e che sta lì solo per fungere da parafulmine. Che tristezza! E che dire della potente lobby dei preti gay, capitanata dallo sputtanatissimo don Roberto Ruffolo (già finito sotto i riflettori per aver molestato un ragazzino nella scuola media Zumbini)? Un vero macello, altro che uomini di chiesa…

Per quanto se ne sa, qualcosa si muove in questo senso ovvero qualcuno sta pensando di fare una bella “pulizia” e di imporla al burattino Nolè ma – a quanto pare – prima c’è da capire chi sono i “grandi vecchi” che hanno consentito l’irrimediabile sputtanamento di Nunnari su scala mondiale. I “servizi segreti” della curia cosentina sono in grande fibrillazione e secondo i soliti bene informati starebbero arrivando alla quadra. Finita questa operazione, poi si potrà provvedere a mandare via a calci nel sedere tutti i servi sciocchi di Nunnari e magari assistere anche ad un’altra memorabile piroetta per sostenere il prossimo sindaco della città, con tutta probabilità una donna gradita ai “pezzi grossi” della diocesi che verrà. Sempre uguale a quella di prima: una fogna. Ovviamente a cielo aperto.