Cosenza. Siamo tutti Prendocasa: appello al Giudice dell’Udienza Preliminare

Alla cortese attenzione del Giudice dell’Udienza Preliminare presso il Tribunale di Cosenza Letizia Benigno

Con la presente i 180 occupanti dell’ex Istituto Canossiane, degli ex uffici Aterp di via Savoia, dell’ex scuola elementare di Portapiana, intendono chiarire che Prendocasa è la parte sana della città.

Riteniamo non sia giusto che gli indagati nel procedimento pendente presso il Tribunale di Cosenza per occupazioni abusive e furto di energia elettrica paghino per aver aiutato l’intera città a dare ossigeno all’emergenza abitativa, perché la lotta contro sprechi, disservizi e malagestione della cosa pubblica è di tutti e per tutti.

Ci schieriamo al loro fianco, ci ‘associamo’ a loro perché siamo tutti Prendocasa. Non abbiamo né schiavi né padroni, viviamo di assemblee senza capi e dittatori, le decisioni vengono assunte in maniera collettiva a seguito di serrati confronti dialettici. Prendocasa non è neanche un’associazione formalmente costituita, ma la società civile della città di Cosenza che pratica l’autogestione ad ogni livello, all’interno e all’esterno degli spazi occupati.

Nell’emergenza abitativa non vediamo alcuna colpa attribuibile agli indagati. Anzi. Le responsabilità sono da addebitare alla malapolitica che non ha dato risposte ai bisogni di una città che registra fenomeni gravi di indigenza. Abbiamo creato un meccanismo al di fuori del sistema clientelare dell’Aterp che arricchisce i palazzinari e che in parte è stato cristallizzato anche dalle inchieste della magistratura. Parliamo di un ente che dovrebbe garantire il diritto all’abitare, con i milioni di euro che incassa dalla collettività, e che invece paradossalmente chiede di costituirsi come parte civile contro chi ha dato dimora a circa 200 senzatetto recuperando stabili che l’Aterp stessa da anni ha abbandonato.

Le case a Cosenza ci sono, ma restano chiuse per essere utilizzate fin dagli anni Ottanta come lavatrice di voti, quindi per una chiara volontà della politica. Chiediamo da anni che vengano requisiti gli immobili abbandonati pericolanti e che si faccia pagare all’inquilino una cifra calcolata in base al proprio reddito. Le dinamiche che hanno finora regolato a Cosenza la gestione dell’edilizia popolare si sono rivelate fallimentari sia a livello economico sia a livello sociale. Proponiamo e pratichiamo interventi sull’emergenza abitativa concreti attraverso l’autogestione lontani dalle dinamiche ‘ndranghetiste a cui siamo costretti ad assistere inermi.

Siamo precari, ambulanti, disoccupati, italiani e migranti regolari. La maggior parte di noi si sveglia alle 5:00 del mattino per lavorare, diversi sono gli occupanti che hanno partita Iva e pagano tasse salate pur guadagnando poche centinaia di euro l’anno. Abbiamo dimostrato che è possibile combattere la miseria e promuovere l’integrazione senza speculare ed essendo realmente solidali. Ribadiamo che nostre azioni sono rivolte ad abbattere sprechi, disservizi e malagestione dell’edilizia popolare. Se questa è una colpa vogliamo essere processati anche noi. All’appello a Lei rivolto dagli occupanti per far luce sulla vicenda che coinvolge alcuni attivisti del comitato Prendocasa si uniscono Terra di Piero, Cosenza Vecchia e Cosenza Solidale.