Cosenza. Tra Mario Occhiuto e Franz Caruso nessuna differenza

Chi sperava di vivere una nuova stagione politica e di rinascita sociale e culturale della città di Cosenza, a tirare la somma del lavoro politico e dell’azione amministrativa svolta in questo 2023 dal sindaco Franz Caruso, sarà di sicuro rimasto deluso. Se si osservano i fatti con obiettività. Franz si è rivelato l’ennesimo burattino manovrato dalla “cupola” che da decenni soffoca la città. È evidente, per chi vuol vedere, la sua totale incapacità di far valere gli interessi dei cittadini quando bisogna mettere in discussione gli affari degli amici degli amici. Non consiste in questo il suo mandato. Anche se in pubblico fa credere il contrario, ma nei fatti anche la sua amministrazione si è dimostrata completamente asservita al potere della paranza che di “interessi” conosce solo i suoi.

Franz sin dalla sua candidatura ha barattato con le potenti famiglie politiche e massoniche cittadine la sua autonomia e dignità politica, per il pennacchio da sindaco. Franz sa bene che ci sono cose che al Comune nessuno può toccare, e che sono di esclusiva pertinenza della paranza. E per quanto vada dicendo in giro in questi giorni, tutto quello che elenca come “politica del fare per i cittadini” ha poco a che vedere con gli interessi degli stessi, e tanto invece con gli intrallazzi della paranza che gestisce e controlla, con piglio mafioso, ogni pubblico affare in città. Infatti i diversi cantieri avviati, che ricordano molto le piazze occhiutiane per gestione approssimativa dei lavori e affidamento degli appalti, più che puntare sulla qualità dei lavori e la funzionalità dell’opera, che è quello che interessa ai cittadini, mirano a soddisfare, come priorità, gli appetiti clientelari della paranza politica e massonica locale. Che non è cambiato niente per i cosentini lo si capisce proprio dal modus operandi amministrativo che è sempre lo stesso e si muove su una unica direttrice che è quella politica/massonica/clientelare. A riempirsi le tasche sono sempre gli stessi, e tutti gli altri ad elemosinare qualche briciola. Così era prima, così è adesso.

Franz, come il suo predecessore, in campagna elettorale ha annunciato il grande cambiamento, per non cambiare nulla. Una storia vecchia come il cucco. Ma che funziona sempre. Tutto come da copione e in perfetta continuità con il passato, infatti è come se Mario Occhiuto non fosse mai andato via dal Comune. La logica dominante nelle stanze comunali è sempre la stessa: tutelare gli interessi e gli affari delle potenti famiglie politiche e massoniche che governano di fatto la città. Franz come Mario: annuncia opere, presenta rendering, ridisegna piazze e vie, organizza feste colossali, inaugura spazi, posiziona statue e targhe in ogni dove, pianta alberi, e giustifica “lustrini e paillettes” con la cultura. A sentirlo sembra di vivere in una città in continua evoluzione economica, sociale e culturale che non conosce crisi. Ma realtà, come tutti sanno, anche quelli che fanno finta di non capire, dice altro. Usa lo stesso linguaggio di Mario Occhiuto come arma di distrazione di massa. E nel mentre i predatori di appalti, affidamenti diretti, consulenze, incarichi, cottimi fiduciari, e privilegi amministrativi, continuano, sottobanco, tranquillamente il mai cessato saccheggio di risorse pubbliche. Fallito il Comune, hanno trovato altre linee di finanziamenti per lucrare come sempre. Tanto nessuno, così come succedeva ai tempi di Mario, ci fa caso a queste ruberie. E chi se ne accorge risolve tutto con un: tantu su sordi da comunità europea.

Non c’è nessuna differenza tra il prima e oggi. E non poteva esserci visto che sono stati proprio gli Occhiuto a sistemare Franz sulla poltrona da sindaco. Che sa bene che la sua elezione è frutto dell’accordo stipulato, sottobanco, tra Nicola Adamo e gli Occhiuto. Ed è a Nicola Adamo che deve dare conto per quel che riguarda appalti e gestione dei beni pubblici. La nomina di Gigino Incarnato, uomo di fiducia di Nicola Adamo, a capo gabinetto, pari alla nomina di Carmine Potestio da parte di Mario Occhiuto, serve a questo: controllare e gestire le pratiche amministrative per l’assegnazione di lavori e risorse pubbliche alle sue teste di legno. Ed è quello che ha fatto e sta facendo Gigino Tic Tac che, oltre a sistemare i subappalti i Capu i Liuni, ha anche di fatto assegnato alla figlia di Madame Fifì, tre importanti strutture comunali icone della cultura in città: Teatro Aroldo Tieri, Casa delle Culture, e Oratorio di San Gaetano. Senza contare gli altri edifici pubblichi interessati da interventi di ristrutturazione che necessiteranno, a lavori ultimati, di una “gestione”. La solita storia: i beni comunali diventano proprietà di privati che se ne impossessano senza spendere un euro. E senza nessun ritorno economico per i cittadini. I cantieri servono a questo.

Ma a guardare bene una differenza tra Mario Occhiuto e Franz Caruso c’è: Franz Caruso ha barattato la sua dignità politica per il pennacchio da sindaco, mentre Mario Occhiuto, che non ha mai avuto una dignità, è stato spinto dai suoi creditori a fare il sindaco con un preciso compito: aprire le casse comunali alle “ditte amiche” per dar loro la possibilità di recuperare i tanti crediti. Se Mario da ogni determina pretendeva una percentuale per far fronte ai suoi tanti debiti, a Franz di bustarelle e regalie non gliene frega niente. Non ha bisogno del denaro pubblico, ne ha abbastanza di suo. Per gli affari sottobanco rivolgersi a Giginu u gummista ma anche elettricista quando serve… Franz di queste cose di intrallazzi, anche se sa bene che esistono, non ne vuole sapere. A Franz interessa solo potersi atteggiare a sindaco. Altro non fa, nel bene e nel male. E’ neutro. Con il pennacchio da sindaco ha coronato la sua carriera, era questo che desiderava. Cosa che a lui, a differenza di Paolini, è riuscita, e di questo Franz ne va fiero. E tanto gli basta.