Cosenza, tragedia a corso Telesio: il fuoco è partito dall’esterno?

La prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver appreso quasi in diretta dell’incendio sviluppatosi nell’appartamento abitato dalla famiglia Noce è stata questa: perché non hanno tentato di fuggire? Perché non si sono precipitati alla porta?

Dico questo perché le prime ed immediate testimonianze, raccolte quasi in contemporanea con lo scoppio del rovinoso incendio, parlano di una disperata richiesta di soccorso delle tre povere vittime che affacciate dal balcone gridavano: aiuto, aiuto!

Quindi se i tre gridavano aiuto dal balcone che affaccia su corso Telesio, nei minuti successivi al divampare delle fiamme, è chiaro che erano impossibilitati a raggiungere l’unica via di fuga, ovvero il portone d’ingresso, evidentemente già avvolto dalle fiamme.

Non mi ha convinto sin dal primo momento l’ipotesi di una fuga di gas o dello scoppio di una bombola. Anche perché i tre non avevano né il metano, né una bombola di gas. Tant’è che tutti sapevano che per prepararsi da mangiare, o per riscaldarsi d’inverno, i tre erano usi accendere fuochi all’interno dell’appartamento. Fuoco che non hanno di sicuro acceso quel maledetto venerdì pomeriggio. E questo lo si può dedurre da due elementi: non era di sicuro una giornata fredda, e poi pare che i tre avessero pranzato alla mensa dell’ex Oasi. Infatti il fuoco divampa, nel loro appartamento, attorno alle 16,30, un orario insolito per prepararsi il pranzo. E’ difficile credere anche che qualcosa sia loro sfuggita di “mano”. Tipo un fuoco, acceso per chissà che cosa, e sfuggito al loro controllo. Se le cose sono andate così, bisogna anche dire che avrebbero avuto tutto il tempo, qualora non fossero riusciti a sedare un eventuale inizio di incendio, di raggiungere la porta e scappare. E così non è stato. E comunque la domanda resta: perché avrebbero acceso un fuoco alle 16,30 nel loro appartamento?

Nelle prime ore della tragedia molti organi di stampa si sono premurati di diffondere la notizia che la causa dell’incendio era da ricercarsi nell’esplosione di una bombola di gas. Il che risulta inverosimile, dato che nessuno ha sentito il “botto” che generalmente avviene quando esplode un bombola. E per quanto matti fossero, c’è da dire anche che Tonino ha lavorato con le bombole di gas quasi tutta la sua vita.

Infatti anche gli investigatori che lavorano sul caso formulano una prima ipotesi. Pare che il fuoco sia partito proprio dalla porta d’ingresso, e questo spiegherebbe l’impossibilità dei tre a raggiungere l’uscita, da qui la disperata richiesta d’aiuto lanciata dal balcone.

E poi c’è un altro fattore prettamente tecnico: le fiamme si sono sviluppate in men che non si dica, segno evidente di un “innesco” che ha “favorito” il propagarsi delle fiamme in pochi minuti, aiutate evidentemente dalla “discarica” di materiale altamente infiammabile presente all’interno dell’appartamento (montagne di abiti raccolti in ogni dove e seminati per tutta la casa, insieme a cumuli di spazzatura che i tre ammucchiavano all’interno della casa). Qualcuno dall’esterno avrebbe acceso il fuoco. Magari con l’intento di bruciare i cumuli di spazzatura presenti nella casa.

Tutto ora è in mano alla procura di Cosenza che è a mio avviso la sola responsabile di questa tragedia, non avendo provveduto ad intimare a chi di dovere di prendere gli opportuni provvedimenti a tutela della loro e dell’altrui incolumità. E le segnalazioni in questo senso non mancano. Anzi, sono decine e decine. Ma si sa che la procura di Cosenza ha altro da fare. E non poteva certo perdere tempo con questi problemi. Gli uffici della procura sono impegnati a garantire l’impunità agli amici degli amici, ad insabbiare processi, e a vendersi la Giustizia. Un’attività che non gli permette di “dedicarsi” ad altro. Figuriamoci alla famiglia Noce. Che era, per loro, solo un problema di ordine pubblico.

Restiamo in attesa di sapere in quale direzione si muovono le indagini e se la procura di Cosenza per una volta riuscirà a fare il proprio dovere fino in fondo. E poi, agli sciacalli del PD che vergognosamente speculano su questa disgrazia dico: invece di prendervela con Occhiuto, che di responsabilità ne ha, ma non certo questa, perché non chiedete al vostro Ministro della Giustizia di mandare una bella ispezione in procura per capire perché, nonostante le tante segnalazioni, questi tre poveri disgraziati sono stati abbandonati al loro triste e misero destino?

GdD