Cosenza, i veri mafiosi sono Spagnuolo e la Manzini

Il procuratore Spagnuolo e il suo aggiunto Manzini
Roba che neanche nel Cile di Pinochet. Ogni volta trovano una scusa diversa: droga, armi, spinelli, sovversione, esplosivo, ma il vero ed unico scopo della procura di Cosenza è quello di zittire e chiudere la redazione di Iacchite’.
Troppo scomoda per i corrotti che si adoperano nel tribunale di Cosenza. Lo scopo della perquisizione di stamattina, con la scusa degli spinelli, era quello di privare la redazione di tutto l’apparato tecnico e rendere il giornale inoffensivo.
Non solo, oltre al sequestro dei pc, la perquisizione aveva anche un altro scopo, quello di recapitarci un messaggio proveniente dalla mafia del tribunale: o la smettete di scrivere sulla procura o finisce male per voi. Detto chiaro chiaro.
Siamo di fronte all’ennesimo abuso ad opera dei soliti corrotti della procura che non ci stanno ad essere sputtanati e corrono ai ripari. Del resto sono loro la legge e possono fare quello che gli pare in barba a tutti i principi costituzionali e democratici. Che poi è quello che fanno ogni santo giorno della loro vita: proteggere la mafia e i mafiosi loro sodali.
Pensano di intimorirci con la storia degli spinelli sperando di sfiancarci con tonnellate di denunce e perquisizioni. Ma quello che non hanno capito questi corrotti è che noi non molliamo, e andremo avanti finché non scatteranno le manette. Solo così ci possono fermare.
Noi non abbiamo mai negato di essere consumatori di spinelli, tant’è che lo abbiamo scritto chiaro in diversi nostri articoli, e lottiamo da sempre per la legalizzazione delle droghe leggere. E questo per la procura è un gravissimo reato.
Non la corruzione che dilaga, non i politici collusi, non i magistrati mafiosi, siamo noi il problema della città. Mentre a Cosenza succede di tutto e di più, la procura ha pensato bene di impegnare decine di carabinieri per perquisire la sede di Iacchite’, senza trovare un solo grammo di erba, o esplosivo, o altro. Tanto i Pm di Cosenza non hanno altro da fare, in qualche modo devono anche loro passare il tempo. Che dire, ognuno può farsi da solo l’idea di come stanno le cose a Cosenza: il dissenso non è tollerato, e chi ficca il naso nei loro sporchi affari fa una brutta fine. É questa la principale attività della pettinatrice di bambole Manzini, e del suo degno compare Spagnuolo. Ai loro compari di intrallazzi garantiscono l’impunità, nonostante gli accertati gravi reati contro la pubblica amministrazione, e di contro se la prendono con noi che raccontiamo i loro sporchi affari. Ma dopo stamattina penso sia chiaro a tutta la città la porcheria che galleggia in procura e prima o poi tutti i nodi verranno al pettine. E’ solo questione di tempo.
GdD
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