Molti lettori ci chiedono con insistenza come mai si scrive così poco delle indagini relative alla tragica morte di Ilaria Mirabelli e perché i tempi si stiano dilatando, visto e considerato che ci avviciniamo a grandi passi al terzo mese dall’anomalo incidente nel quale ha perso la vita la giovane cosentina.
La risposta che possiamo dare stamattina a tutti è purtroppo la stessa di qualche settimana fa: siamo ancora in attesa che i consulenti della procura ovvero l’ingegnere Fausto Carelli Basile e i dottori Bernardo Cavalcanti e Vannio Vercillo depositino la loro perizia ai pm titolari del caso, Mariangela Farro e Donatella Donato. La “novità”, se così possiamo definirla, è che ci sono dei termini di tempo da rispettare per il deposito del loro lavoro, che scadono nei primi giorni del prossimo mese di dicembre. Questo non significa che il deposito della perizia non possa avvenire prima ma di solito i consulenti consegnano le loro perizie sempre a ridosso della data di scadenza dei termini.
L’ingegnere Carelli Basile e i dottori Cavalcanti e Vercillo hanno seguito tutti gli accertamenti tecnici irripetibili effettuati sull’auto di proprietà di Antonio Molinari: quello del 20 settembre e anche quello del 9 ottobre. Di conseguenza, hanno avuto modo di “entrare” direttamente nelle dinamiche che hanno portato alla morte di Ilaria e potranno rispondere senza se e senza ma alla domanda che tutta la città di Cosenza e non solo si pone ormai da quel maledetto 25 agosto. Alla guida della Volkswagen Up c’era il figlio del proprietario, tale Mario Molinari, che quel giorno era in compagnia di Ilaria dopo che la loro relazione sentimentale si era interrotta da almeno tre settimane? Tutti gli indizi e persino diverse testimonianze spingono verso questa direzione ma il diretto interessato e i suoi protettori continuano a negare e affermano che alla guida ci sarebbe stata Ilaria. La perizia dei consulenti, tuttavia, farà totale chiarezza e se è vero – com’è vero – che l’ipotesi di reato nei confronti di Molinari è quella di omicidio stradale, la procura di Cosenza, sia pure con grave e colpevole ritardo, non potrà fare altro che emettere una misura cautelare nei confronti del soggetto.
Quanto ai nuovi accertamenti tecnici irripetibili eseguiti ieri dai carabinieri del Ris di Messina su un capello e su alcune tracce di sangue repertate dentro l’auto, possiamo tranquillamente affermare che, trattandosi di reperti già individuati in occasione del primo accertamento del 20 settembre, si è perso solo tempo prezioso. E speriamo vivamente che queste dilatazioni dei tempi finiscano presto perché è davvero fuori dal mondo che qualcuno giri ancora a piede libero dopo avere, nella migliore delle ipotesi, provocato un incidente mortale guidando in stato di ebbrezza alcolica e non solo.









