Covid, Calabria zona arancione. Ecco cosa cambia

Il ministro della Salute Roberto Speranza sta per firmare una nuova ordinanza con cui dispone l’area arancione per le regioni Calabria, Lombardia e Piemonte e l’area gialla per le Regioni Liguria e Sicilia. L’ordinanza sarà in vigore da domenica 29 novembre.

Cosa cambia da “zona rossa” a “zona arancione”

Con il passaggio da zona rossa a zona arancione, da domenica in Calabria ci si potrà muovere liberamente all’interno del proprio comune di residenza senza autocertificazione. Rimane invece vietato uscire dal proprio comune e dalla regione se non per motivi di lavoro, studio, urgenza, salute o altre necessità previste dai regolamenti. Non cambia nulla, invece, per i locali della ristorazione che rimangono chiusi, ma possono continuare a praticare il servizio di asporto fino alle 22, come anche fino ad oggi in zona rossa. Un’altra novità riguarda le scuole: da lunedì tornano in classe anche seconda e terza media. Restano chiuse, invece, le superiori costrette alla didattica a distanza. In zona arancione riaprono gli estetisti e i saloni di tatuaggi.

Rt nazionale a 1,08, regioni tra 1 e 1,25

La velocità di trasmissione del nuovo coronavirus sta rallentando e ha raggiunto in molte fra regioni e province autonome Rt prossimi a 1: lo attesta il report ministero della Salute-Iss sui dati settimanali del periodo 16-22 novembre 2020. L’indice di trasmissibilità Rt nazionale calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,08. Si riscontrano valori medi di Rt tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle Regioni e province autonome italiane. I dati più elevati si registrano in Basilicata, Lombardia e Molise, i più bassi in Sardegna e Umbria. Ecco i dati: Abruzzo 1.06, Basilicata 1.21, Calabria 0.92, Campania 1, Emilia Romagna 1.07, Friuli Venezia Giulia 1.09, Lazio 0.88, Liguria 0.76, Lombardia 1.17, Marche 0.93, Molise 1.17, provincia autonoma di Bolzano 1, Piemonte 0.89, provincia autonoma di Trento 0.81, Puglia 0.99, Sardegna 0.71, Sicilia 1.04, Toscana 1.20, Umbria 0.94, Valle d’Aosta 0.99. Veneto 1.20.

Nessun rilassamento prematuro delle misure

Tuttavia, precisa il report, «l’incidenza rimane ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile». E proprio per questo motivo l’andamento «non deve portare a un rilassamento prematuro delle misure o a un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti». Il report conferma la necessità di «mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tre le persone». Resta fondamentale per gli esperti del Comitato tecnico scientifico adottare comportamenti personali rigorosi, rispettare le misure igienico-sanitarie, il distanziamento e l’uso corretto delle mascherine.

Criticità in 17 regioni in area medica o in terapia intensiva

Il report attesta che alla data del 24 novembre ben 17 regioni avevano superato almeno una soglia critica in area medica o in terapia intensiva. Nel caso si mantenga l’attuale Rt, dunque, quasi tutte le Regioni e le province autonome hanno una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro il prossimo mese. I ricoverati in terapia intensiva sono passati da 3.612 del 17 novembre a 3.816 del 24 novembre, mentre i ricoverate in aree mediche sono passati da 33.074 del 17 novembre a 34.577 del 24 novembre.

Cala l’incidenza dei casi: 706 per 100mila abitanti

Il report segnala per la prima volta da settimane una diminuzione nell’incidenza dei casi Covid a livello nazionale negli ultimi 14 giorni: 706.27 per 100mila abitanti nel periodo 9- 22 novembre 2020 contro 732,6 per 100mila abitanti nel periodo 2-15 novembre 2020), sebbene questa rimanga «a livelli molto alti». Il monitoraggio Iss-ministero della Salute sottolinea che «in diverse Regioni, tuttavia, si continua a segnalare una incidenza in aumento».