Crisi a Palazzo dei Bruzi: pronta la soluzione

Da oggi fino a domenica 4 dicembre, il giorno del Giudizio, o del voto sul  referendum costituzionale se preferite, tutto si ferma. Entriamo mentalmente in quel momento magico che precede un grande cambiamento: negativo o positivo che sia. Tutto sembra sospeso in attesa che qualcosa si compia. E solo dopo l’avvento tutto ritornerà a girare: sia per i vinti che per i vincitori. Ma fino a quel momento non sapremo cosa ci aspetta. Possiamo immaginarlo. Possiamo paventare ipotesi su possibili scenari politici se dovesse vincere il No o il Si. Ognuno utilizzando la propria chiave di lettura. Ma resteranno fino a lunedi 5 dicembre solo ipotesi.

Quello che possiamo dire è che sostanzialmente i giochi sono chiusi, perchè a quattro giorni dal voto, si può dire che ognuno, tendenzialmente, ha capito da che parte stare. E’ solo una questione di aritmetica. Contare le schede lunedì 5 e decretare il vincitore. Manca poco e presto sapremo.

E a proposito di giochi e dopo la pessima figura di ieri in consiglio del sindaco e di Cipparrone, un’altra cosa che possiamo dire con certezza è che a palazzo dei Bruzi si sono aperti. Occhiuto, per quanto sgamato e sicuro di se, sa che questa situazione non può durare molto. Quella di ieri tra Occhiuto e i magnifici sei è stata una prova di forza necessaria ad entrambi per non passare da caggi. Un modo per mettere in mostra i muscoli. Un preliminare di ostentazione di forza che non vuole però arrivare allo scontro fisico vero e proprio. Un po’ come si fa quando si è ragazzi: tutt’atteggio, ma sostanza e voglia di fare a pugni per davvero nessuna.

E’ chiaro che nei prossimi giorni, settimane, dovrà esserci un incontro tra le parti. Anche perché gli impegni seri e concreti del consiglio arriveranno a breve. Penso a quando si dovrà votare il bilancio (quello vero, con rischio decadenza se non passa), ad esempio. Ed entrambi, i magnifici sei ed Occhiuto, sanno bene che tutto va sistemato prima di questo appuntamento. Restare appesi agli umori di un Cipparrone qualsiasi non conviene né a Occhiuto, né ai magnifici sei. Un Cipparrone che diventa l’ago della bilancia di questa consiliatura sarebbe un dramma e un disastro per tutti. Oltre a mettergli in mano un potere contrattuale che mai ha avuto. Lo sanno bene tutti che questa cosa non è possibile più di tanto. Dopo la sfida a chi ce l’ha più lungo tra Occhiuto e i magnifici sei, non resta altro da fare che passare alla contrattazione.

Le richieste sono chiare: subito un rimpasto di giunta. Anche se i magnifici sei dicono no, è a questo che puntano. Fuori subito dalla giunta personaggi inconcludenti come Matilde Spadafora Lanzino, Fedele Bisceglia e  Vittorio Sgarbi. Tre assessori totalmente inutili alla città. Non dicono e non fanno niente. A parte distribuire qualche gelato, sparare cazzate su tesori inesistenti e presenziare a qualche convegno. Più di questo non sono stati capaci di fare.

Un convincimento che ha già raggiunto anche Occhiuto: sa che il rimpasto è necessario e vitale per la sua giunta, e lo farà. Qualcuno deve andare via. Il problema si pone sul fuori chi e dentro chi?  Di sicuro, conoscendo Occhiuto e la sua mentalità malandrina, non lo concederà a qualcuno dei ribelli. I magnifici sei sono fuori da una eventuale nomina. E poi a pensarci conviene anche a loro, perché chi accetta la carica di assessore deve dimettersi da consigliere, correndo il rischio di essere messo alla porta in qualunque momento dal sindaco. Magari dopo aver lasciato il posto di consigliere a qualche fedelissimo di Occhiuto. Una fregatura.

C’è da scommettere che la contrattazione ruoterà attorno ad alcuni nomi che i magnifici sei intendono proporre al sindaco. Che è l’unica strada percorribile per salvare capre e cavoli. Di sicuro i magnifici sei possono pretendere due assessorati, nei quali intendono piazzare due loro uomini. E già qualche nome aleggia.

Ed è quello di Luca Gervasi, che farebbe posto a Carmelo Salerno, personaggi graditi sia al sindaco che ai magnifici sei. Questo potrebbe essere un primo passo per distendere gli animi e lavorare sui prossimi nomi. Certo è che alla fine un accordo lo troveranno e a restare fregato sarà solo Cipparrone. Che non ha capito, nella foga di dargli addosso al PD, che i suoi veri nemici lo hanno usato per arrivare ai loro scopi e liberarsi definitivamente di lui.

GdD