Crisi da spiaggia, Renzi-Grillo: quando la faccia è come il culo

di Giancarlo Guarino

Fonte: L’Indro

Diciamocelo francamente: lo sapevano tutti delle brame di Matteo Renzi e del pericolo che avrebbe potenzialmente rappresentato per il Pd, in quanto, intenzionato come è, ed è sempre stato, a riprendersi di forza la segreteria e a fare accordi con Berlusconi e, insomma, a fare il centrista, avrebbe messo in difficoltà il partito, con il suo cinismo egocentrico.
Pensavamo, dunque, che avrebbe fatto subito il diavolo a quattro (come i suoi colleghi ed ex colleghi, vedi il solito Carlo Calenda) contro qualsiasi ipotesi di accordo con gli odiati stellini. Anzi, cercavamo di dare un contenuto accettabile (che errore!) al suo discorso, dicendo che comunque con gli stellini di Di Maio parlare non si poteva, che, insomma, un fondo di ragionevolezza politica c’era nel suo discorso.

Abbiamo sbagliato, chiediamo scusa. Abbiamo completamente sottovalutato il livello di cinismo, di indifferenza per gli interessi nonché del Paese del partito -ma non dei propri, non dimentichiamo mai che lui è uno dei troppi nostri ‘politici’ senza arte né parte: senza politica farebbero la fame!

E avevamo immaginato che avesse accanto e di fronte, specie di fronte, sì dei pagliacci da avanspettacolo, ma dotati di un minimo (per carità, minimissimo) di dignità, con riferimento, in particolare agli stellini, al contro-stellino e al super stellino e, tra coloro che dovrebbero essere accanto (in quanto del medesimo partito, almeno ufficialmente) alcuni decisi a mantenere una linea di coerenza.

Nel bene o nel male, infatti, è innegabile che un negoziato con gli stellini da parte del Pd oggi come oggi sarebbe impossibile, politicamente impossibile, tanto più che lo stesso Giggino, sempre lucido e modesto, aveva avvertito che col Pd non voleva avere né ora né mai nulla a che fare. Ricordate? Avevamo scritto che dunque, bisognava prima cacciare Di Maio (e Dibba, non dimentichiamolo) e poi, solo poi, si sarebbe potuto discutere di un accordo con ‘quelli là’.

Infine, a completare il nostro errore (siamo proprio inguaribili ingenui) avevamo immaginato che Nicola Zingarettinon vedesse l’ora di andare ad elezioni per liberarsi dei renziani invadenti e arroganti (cioè tutti) per ricominciare a fare politica. Avevamo anche ipotizzato che, in presenza di una non schiacciante vittoria di Salvini, alla fine il Pd avrebbe avuto più del 22/25% e quindi avrebbe, questa volta da una posizione accettabile, potuto negoziare con gli stellini, e mettere nell’angolo Salvini, specie se Berlusconi avesse deciso di non fare la spalla di Salvini.
Avevamo sbagliato…

Il cinismo e la faccia di bronzo di Renzi sono inarrivabili. E dunque che ti fa, il non-segretario che ha promesso fedeltà e non aggressione al segretario? Senza dire niente a nessuno (salvo, certo, Luca Lotti e Maria Elena Boschi, d’ora in avanti Lottoschi, che ha un vago fascino russofilo … hai visto mai!) ha preso carta e penna e, fregandosene delle regole del partitodi quelle della decenza e di quelle della buona educazioneha proposto, lui direttamente, agli stellini un accordo in funzione antiSalvini: cioè, esattamente quello che aveva fatto in modo di impedire dopo le elezioni, e proprio con quel tizio, del quale diceva peste e corna.

Prova, cioè, ad accordarsilui direttamentecon gli stelliniscavalcando il partito, la sinistra, tutto. E ci pare ovvio: ha un così bell’ufficio al Senato, che fa ci rinuncia? Poi, naturalmente, scoperto con le dita nella marmellata ha negato tutto, lasciando la responsabilità a Lottoschi. E, infine, ha fatto la proposta ufficialmente: una coerenza e una franchezza di un lindore abbacinante!

Eh sì, è vero, sono cambiate molte cose. Renzi sa benissimo che se si va alle elezionilui (finalmente!) non conterà più nulla nel partito e sa altrettanto bene che Zingaretti (non che di pelo sullo stomaco ne abbia molto di meno, ma almeno è il Segretario vero) vuole le elezioni in fretta principalmente per toglierselo di torno. Però Renzi mica demorde; nega tutto, ma dice che si deve fare un Governo provvisorio (subito complimentato da Roberta Lombardi, altra testa più lucida degli stellini, tranquilli è il momento che ne spunterà una al giorno) per approvare almeno … la riduzione dei parlamentari e poi un Governo con gli stellini che duri almeno un anno … come la carne di cattiva qualità nel freezer! Ma tu guarda un po’ i casi della storia: le stesse cose della sua proposta di sfascio della Costituzione, solo fatta in modo surrettizio e con il sostegno del ‘politologo’ Giggino da Pomigliano.

Ma, quanto a cinismo è, sono, in buona compagnia. E dunque Beppe Grillo, il comico, fa lo stesso, e si mette a sbraitare che si deve fare un Governo provvisorio per fregare Salvini, o meglio ‘i nuovi barbari’.
Un Governo provvisorio si può fare solo col Pd, lo abbiamo capito tutti, mica proprio gonzi siamo! E lo si deve fare per ‘mandare a casa i nuovi barbari’, cioè quelli con i quali si è spartito il sonno fino ad oggi, il sonno e i posti e le poltrone e quant’altro. Possiamo fare una citazione, comico Grillo? Beh, ‘Vaffa’!!!

E a quel punto, mentre si svia l’attenzione della gente parlando di una inesistente staffetta Dibba-Di Maio, e di una nuova regola sul mandato doppio-zero, Grillo (col suggeritore Casaleggio alle spalle, guarda un po’) parla di governo di transizione eccetera: adotta cioè esattamente quel linguaggio e quei modi che aveva stigmatizzato all’epoca dei Vaffa!’, et voilà, il gioco è fatto: Grillo e RenziDi Maio Lottoschi eccoli lì pronti a trattare e a baciarsi e abbracciarsi, lasciando Zingaretti a leccarsi un ghiacciolo.

Ma al peggio non c’è mai fine, perché all’improvviso il sempre triste Giuliano Pisapia (e fallo un sorriso una volta, su!) non proprio ufficialmente amicissimo di Renzi e rimesso in mezzo proprio da Zingaretti, salta sul carro grillenziano e si dice d’accordo. E per di più, Zingaretti (hai visto mai che uno è chiaro e limpido) manda avanti la stupefatta De Micheli a dire che nonon se ne parla … poi si può sempre dire che la ragazza aveva bevuto.
Sorvoliamo, anche perché col caldo che fa ridere troppo fa sudare, sorvoliamo, dico, sulle attente e pensate parole del politologo (qui ormai basta che ti danno una seggiola usata alla Sorbona o alla LUISS e, male che vada, diventi un politologo di vaglia, un caposcuola!) Gianni Letta, che elucubra sulla razionalizzazione di questo pasticcio, in attesa di non so quale premio alla sua bravura. E vogliamo parlare male di Salvini?