Crolli alla Madonna dell”Isola, tutte le bugie del Principe di Tropea

IL PRINCIPATO DI TROPEA

Nel Principato di Tropea avvengono cose che fossero successe  in qualunque altro comune di Italia i riflettori della stampa, dell’opinione pubblica, della politica e anche della magistratura si sarebbero accesi da un bel po’.

Nel Principato di Tropea avviene un secondo e poi un terzo crollo del costone su cui sorge la chiesetta della Madonna dell’Isola e il suo Principe/Sindaco afferma che era tutto previsto (sic)  Con tono baldanzoso e sicumera pari al suo smisurato ego afferma, anzi proclama: Quelli accaduti oggi erano crolli già previsti. Anzi  proprio le parti cadute avrebbero dovuto essere oggetto di disgaggio, in quanto a rischio distacco imminente”.

Dal suo dire si capisce soltanto che vigila e veglia sul suo Principato. Non ci spiega i motivi di questi due nuovi crolli. La domanda nasce spontanea: i lavori avviati e i rumori della escavatrice hanno contribuito ad anticipare questi crolli ? Ed erano tutte parti la cui demolizione era  necessaria e prevista? Non siamo esperti della materia e quindi se il Principe afferma tutto ciò, speriamo consultando i tecnici e il direttore dei lavori, avrà sicuramente ragione, però ci sembra insito in questa giustificazione un pressapochismo preoccupante e un agire  un po’ alla carlona, alla ndo cojo cojo.  Siccome  si prevedeva un futuro intervento volto alla rimozione  di alcune parti fragili e di alcune sporgenze, possiamo dire, che la natura ha aiutato  l’uomo  prevenendo il suo intervento e anticipando  i tempi.

In quasi tutti gli interventi  dei primi giorni fino alla giornata di ieri, il Principe rassicurava il popolo dicendo che  il suo obiettivo era quello di aprire la spiaggia antistante ai crolli e le gallerie entro pochi giorni e comunque entro agosto. Nel comunicato n.125  di ieri il Principe scandisce le fasi degli interventi e indica la FASE 2 per la riapertura della spiaggia antistante il costone crollato e le gallerie. Il  proclama di ieri, dicasi ieri, ci annunciava: “L’Amministrazione Comunale sta anche lavorando per la successiva riapertura della sia della spiaggia che della grotta per renderle utilizzabili nel minore tempo possibile, nel rispetto sia della bellezza del sito, icona della Calabria e del Sud Italia nel mondo sia, soprattutto della sicurezza ed incolumità di tutti i suoi numerosissimi fruitori, in tutti i mesi dell’anno”.  In una dichiarazione alla stampa di qualche giorno fa aveva annunciato trionfalmente : “La bella notizia è che riusciremo ad  aprire la spiaggia per agosto”. Addirittura la previsione, riportata dalla stampa, era di consegnare i lavori di messa in sicurezza entro tre settimane (sic).

Oggi, dopo tanto entusiasmo e rassicurazioni, apprendiamo  invece: “Come amministrazione comunale stiamo lavorando di concerto con la Regione Calabria alla fase 2 per la riapertura dell’arenile e della galleria, oggi chiuse. Nel rispetto dei gravosi tempi burocratici imposti ed oggettivamente incompatibili con le esigenze ed i ritmi delle programmazioni, dovrebbero essere riaperti per la stagione 2024».

Non solo, il nostro Principe ci comunica anche“ll primo cittadino coglie l’occasione per informare che è stata disposta la chiusura di un’ulteriore parte del giardino retrostante”. 

Ma come? Subito dopo il crollo di oltre un mese fa ci rassicurava che nulla era stato chiuso, che la Chiesetta e i giardino erano frequentabili, ed ora questa bella notizia. E udite, udite, oggi per la prima volta il Principe deve riconoscere che la situazione: “…resta di preoccupazione per la condizione di fragilità, ma non c’è una situazione di particolare allarme”.

Ma come? Nello spazio di appena 24 ore, si passa dalla riapertura prossima di spiaggia e gallerie, al massimo entro agosto, al rinvio ad agosto 2024  e si arriva alla chiusura di una ulteriore parte del giardino? Che cosa è successo nel frattempo a far cambiare idea al nostro Principe, a manifestare le prime preoccupazioni e  a portarlo su più miti consigli?

Ma  che nessuno pensi che la colpa dei ritardi  sia sua, la colpa purtroppo è ”dei gravosi tempi burocratici imposti ed oggettivamente incompatibili con le esigenze ed i ritmi delle programmazioni”.

Peccato che  non siamo ancora in un vero Principato dove il Principe decide tutto senza burocrazia, controlli e  studi di fattibilità. Ma prima o dopo dovrà arrivare il Principato. Naturalmente la stampa libera e democratica non pone domande, non chiede conto delle contraddizioni, delle cose dette un giorno e poi dell’esatto contrario il giorno dopo.  La gran parte della stampa, ad iniziare dal TG 3, fa solo da grancassa ai suoi proclami. Quasi tutti proni a riportare il verbo del nostro Principe.

Naturalmente siccome il nostro Principe non è uno sciocco, per non essere un domani  individuato come responsabile unico di questi interventi, pensa bene di allargare il campo e sempre nel comunicato n. 150 di fa sapere: “Era stato tutto già programmato negli interventi di somma urgenza per come compiutamente esposto nel corso della proficua riunione in Prefettura dell’8 maggio scorso, fortemente voluta dal Prefetto, tra tutte le rappresentanze istituzionali competenti e coinvolte, dalla Regione Calabria alla Sovraintendenza regionale, dalla Provincia alla Protezione Civile all’Autorità di Bacino; riunione proficua – precisa il Primo Cittadino – svoltasi nella totale trasparenza e condivisione di metodi ed obiettivi, ovvero il contrario del silenzio tombale, del muro di gomma e delle improbabili pressioni lobbistiche inventate – scandisce – dai disinformatori seriali”. Vuoi vedere che la colpa è nostra e di quei pochi che pongono domande?

Quindi per riassumere in messaggio, le scelte compiute non sono solo le sue ma sono condivise da Prefettura, Provincia, Regione, Sovrintendenza, eccetera eccetera. Sarebbe interessante capire se tutti questi soggetti importanti, ad iniziare dalla Prefettura, siano a conoscenza della vulnerabilità e fragilità del sito, e della disponibilità dell’Università della Calabria a collaborare e a mettere a disposizione le sue conoscenze e le sue menti. Vorremmo chiedere al Prefetto di Vibo Valentia, al Presidente della Regione Occhiuto, al Presidente della Provincia: hanno chiesto e preteso che l’incontro dell’8 maggio si trasformasse in un  tavolo permanente in cui coinvolgere pienamente  l’Università della Calabria?

Sanno  le autorità che il geologo Ietto dell’Università della Calabria che conosce la realtà, in una manifestazione pubblica a Tropea, ha dichiarato che la situazione è allarmante e che  non servono interventi una tantum,  perché interventi risolutivi non esistono? Sono situazioni complesse e  delicate che richiedono monitoraggio e interventi  continui. Pensare che gli interventi occasionali del passato  fossero risolutivi  è stato un errore madornale.  La situazione richiederebbe uno sforzo collettivo delle migliori energie presenti in Calabria e in Italia. Non si capisce perché l’amministrazione comunale di Tropea non intenda interloquire e avviare un pieno coinvolgimento dell’Università e di chi conosce la realtà.