Crotone. Centri di salute mentale in crisi, le associazioni: «9mila pazienti seguiti da soli 3 medici»

Centri di salute mentale in crisi a Crotone, le associazioni: «9mila pazienti seguiti da soli 3 medici»

Il sistema di assistenza ai pazienti con disturbi mentali nel crotonese è in condizioni critiche, con migliaia di pazienti lasciati in situazioni di grave abbandono. È l’allarme lanciato da cooperative e associazioni locali attraverso un comunicato in cui chiedono interventi urgenti per garantire ai cittadini un diritto fondamentale: quello alla salute. Le carenze di personale e le condizioni di lavoro insostenibili nei Centri di Salute Mentale (CSM) di Crotone, Mesoraca e Cirò Marina, e nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), mettono a rischio il benessere di oltre 12.500 pazienti.

Le carenze numeriche nei CSM e nello SPDC

L’analisi dei dati forniti dalle associazioni evidenzia una carenza preoccupante di risorse umane e professionali:

  • Crotone: oltre 9.000 pazienti affidati a soli tre medici, di cui uno specializzando. Manca personale essenziale, tra cui quattro medici, un assistente sociale, un amministrativo, un tecnico della riabilitazione e un educatore.
  • Mesoraca: unico medico in carica per più di 2.000 pazienti, con una necessità urgente di almeno tre medici aggiuntivi e altre figure specializzate.
  • Cirò Marina: circa 1.500 pazienti per due medici, uno dei quali è a tempo parziale. Anche qui mancano almeno tre medici e altre figure indispensabili.
  • SPDC: cinque medici, uno dei quali specializzando, fronteggiano una mole di lavoro ben superiore alle loro possibilità, evidenziando la necessità di almeno quattro medici in più.

Le conseguenze delle carenze nei servizi di salute mentale

L’impatto di queste carenze si riflette direttamente sulle condizioni dei pazienti e sulla qualità dei servizi:

  • Liste d’attesa sempre più lunghe: I pazienti devono aspettare tempi inaccettabili per accedere alle cure, con il rischio di aggravamenti della propria condizione mentale.
  • Qualità delle cure compromessa: Il sovraccarico di lavoro riduce la possibilità di offrire assistenza adeguata, con prestazioni che rischiano di diventare insufficienti.
  • Personale in stato di sovraffaticamento: Gli operatori sanitari si trovano a lavorare in condizioni estreme, spesso portando al rischio di burnout.

La situazione, denunciano le associazioni, costringe molti pazienti a cercare soluzioni costose nel privato o, nel peggiore dei casi, a rinunciare completamente alle cure di cui avrebbero bisogno.

Le richieste urgenti delle associazioni

In questa situazione drammatica, le cooperative e le associazioni coinvolte hanno lanciato un appello diretto alle autorità locali, chiedendo al Presidente della Conferenza dei Sindaci, al Sindaco di Crotone e all’Amministrazione Provinciale di agire in modo concreto e tempestivo. Le richieste presentate includono:

  • Nomina di un amministrativo per la gestione operativa dei servizi.
  • Assunzione di un assistente sociale per ogni centro di salute mentale, una figura assente ormai da oltre quattro anni.
  • Incremento del numero di medici e operatori sanitari sia nei CSM sia nello SPDC per raggiungere un livello adeguato di assistenza.
  • Investimenti in formazione e aggiornamento tecnologico per migliorare la qualità dei servizi offerti.
  • Parità di diritti per i pazienti con disturbi mentali, affinché siano trattati come cittadini con pari dignità e assistenza.

L’appello delle cooperative e delle associazioni del territorio

Tra i firmatari del comunicato vi sono realtà del terzo settore che operano in prima linea nell’assistenza sociale e nella difesa dei diritti dei cittadini, come Agorà Kroton, Arci N.A., Baobab Cooperativa Sociale, Kroton Community, Libera Crotone e Legacoop KR. Queste organizzazioni chiedono un’azione concreta e tempestiva per sanare una situazione che appare insostenibile e per restituire dignità a chi soffre di disturbi mentali, garantendo loro un’assistenza sanitaria di qualità.

“Non possiamo più tollerare che la salute mentale dei nostri concittadini venga messa in secondo piano,” dichiarano le associazioni. “È giunto il momento di un impegno serio da parte delle istituzioni per tutelare un diritto essenziale e costruire una rete di supporto che possa finalmente rispondere ai bisogni del nostro territorio.”

Le organizzazioni rinnovano dunque l’invito alle istituzioni locali ad agire immediatamente, consapevoli che la salute mentale è un pilastro fondamentale della salute pubblica e che ogni cittadino, indipendentemente dalle proprie condizioni, merita attenzione, rispetto e cure adeguate.