Si svolgerà il prossimo 5 agosto il tanto atteso incontro sul futuro dell’Abramo Customer Care presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dal quale si aspettano importanti risposte ad una crisi che sembra sempre più profonda. Il Mim su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha infatti convocato un incontro di aggiornamento riguardante la delicata vertenza che va avanti ormai da due anni e mezzo e che riguarda il futuro di oltre mille famiglie calabresi. L’obiettivo è quello di fare il punto in vista di due delicatissime scadenze. La prima è quella del 31 luglio, quando terminerà l’ennesima proroga della contratto di Tim, unico committente di Abramo in questo momento.
L’altra data da non dimenticare è quella del 7 agosto, quando invece terminerà la gestione commissariale straordinaria. Se non si andrà verso una proroga anche di questa, che per legge comunque non può superare gli ulteriori tre mesi, per l’Abramo si aprirebbero immediatamente le porte del fallimento e per i lavoratori ci sarebbe solo il licenziamento.
Bisogna ricordare che attualmente nella holding catanzarese lavorano circa 1046 dipendenti, dislocati nei tre siti di Crotone, Catanzaro e Cosenza. Seicento di questi sono impiegati solo sul polo di Crotone. Proprio per questo motivo sul tavolo del 5 agosto ci saranno tanti argomenti.
Ad esempio, non è ancora chiaro che ne sarà della proposta di vendita di un ramo d’azienda a una Nwe.co partecipata per il 30% dalla Enosi Holding srl e per il 70% dalla Steel Telecom srl, Proposta che aveva ricevuto l’ok del Ministero ma è stata rimandata indietro dai sindacati e dai lavoratori in maniera compatta. Il motivo è che dei mille lavoratori che attualmente sono in Abramo in tutta la Calabria, la vendita riguarderebbe solo 90 operatori e 14 team leader oltre a 125 collaboratori a progetto a fronte di un perimetro totale di circa 347 lavoratori adibiti sulla medesima commessa. Una proposta definita “inaccettabile”.
Di fianco a questa c’è però anche l’offerta del presidente della Regione, che ha messo sul piatto 15 milioni di euro dai fondi europei Por per far partire un progetto di digitalizzazione in Calabria e ricollocare tutti i mille dipendenti dell’Abramo Customer Care oggi a rischio licenziamento. Il problema è che queste soluzioni non possono essere immediate e che i lavoratori hanno bisogno di conoscere il loro futuro adesso, dopo mesi di lotte e proteste che non hanno prodotto effetto. Fonte: Gazzetta del Sud









