DUELLO NEL DESERTO: ARCURI VS SCIDA, MENTRE I CROTONESI RESTANO A SECCO E PAGANO IL CONTO
Fonte: U’Ruccularu
Il 4 agosto 2025, a Crotone, ancora una volta, l’acqua è mancata. La causa è stata una consistente perdita sulla condotta adduttrice del serbatoio di Vescovatello Alto, rilevata dalla Sorical, società regionale che ha in carico la gestione dell’approvvigionamento idrico. L’intervento di riparazione ha imposto la sospensione del servizio per l’intera giornata, colpendo il centro storico, via Nazioni Unite, via San Leonardo, e la zona tra via Gioacchino da Fiore e Vescovatello.
I lavori si sono conclusi in serata, e da Sorical rassicurano che la normalizzazione dell’erogazione è prevista per il 5 agosto. Ma non ci vuole molto a capire che non si è trattato di un caso isolato.
Da anni, infatti, i cittadini crotonesi vivono l’estate come una roulette russa idrica: ogni giorno potrebbe essere quello in cui, aprendo il rubinetto, non scende nulla. Le tubature sono obsolete, le vasche di contenimento fragili, e le responsabilità amministrative e politiche si annidano sotto ogni chiusura di flusso.
Ed ecco che, come puntualmente avviene, la polemica politica si riaccende. Andrea Arcuri, fondatore del gruppo politico “Stanchi dei Soliti” ed ex sostenitore del sindaco Voce, ora all’opposizione, ha lanciato un videomessaggio sui social. Nel video, pubblicato sulla pagina ufficiale del gruppo, accusa l’amministrazione comunale di non aver mai provveduto, in questi anni, a una seria ristrutturazione delle vasche di contenimento dell’acqua, che ogni estate si rompono lasciando la città a secco.
Secondo Arcuri, avrebbe sollecitato più volte un intervento definitivo, ma non avrebbe mai ricevuto risposta. Nessun bando, nessun finanziamento, nessuna progettualità: solo silenzio.
A replicare con foga, e con una retorica nota a chi segue la scena social crotonese, è stata Mimma Scida, da tempo una delle più attive sostenitrici dell’amministrazione Voce. In un lungo post su Facebook, la Scida ha accusato Arcuri di avere idee confuse sui finanziamenti, sul PNRR e sulla gestione del servizio idrico integrato. Ha spiegato che non ci sono mai stati bandi per la riqualificazione dei serbatoi, e che oggi, con l’ingresso di Sorical e Arrical nella gestione del servizio, la competenza non è più comunale. Qualsiasi spesa sarebbe stata, a suo dire, fuori luogo.
Ha aggiunto che solo se si fossero usati fondi dell’accordo di sviluppo con Eni si sarebbe potuto fare qualcosa, ma che la nuova normativa regionale affida ora ogni responsabilità all’ente sovracomunale. Il Comune, oggi, sarebbe solo socio di Arrical.
Una schermaglia, insomma, che ha poco di nuovo e ancora meno di utile. Perché la verità è che, mentre Arcuri e Scida si lanciano accuse incrociate in stile duello western, i cittadini crotonesi restano senza acqua e con bollette sempre più salate. Nessuno dei due contendenti, infatti, mette davvero al centro del dibattito la cosa più importante: il diritto negato della città a un servizio idrico sicuro, stabile e giusto.
Arcuri può urlare finché vuole, ma è all’opposizione e non ha poteri esecutivi. La giunta Voce, invece, è parte integrante del consiglio direttivo di Arrical, l’autorita regionale per l’acqua, e avrebbe quindi gli strumenti per intervenire, per sollevare il problema, per pretendere investimenti.
Non solo: il Comune potrebbe anche decidere di impiegare parte dei fondi Eni per risolvere definitivamente la questione delle vasche e delle condotte. Ma a quanto pare, o non vuole, o non è in grado. In entrambi i casi, la politica idrica dell’amministrazione Voce è fallimentare.
A completare il quadro, ci sono le dichiarazioni di Sorical che annunciano il completamento dei lavori e il graduale ritorno alla normalità. Dichiarazioni, però, che sembrano ormai una fotocopia estiva, come il gelato che si scioglie al sole e non rinfresca nessuno.
Dalla società civile, intanto, si levano voci di denuncia e esasperazione. Alcune associazioni locali chiedono trasparenza, programmazione e investimenti. Comitati spontanei si attivano per mappare i quartieri più colpiti, mentre numerosi cittadini affollano le pagine social di Sorical e del Comune con commenti carichi di rabbia, ma anche di lucidità.
Il problema dell’acqua non è un pretesto, non è una faida, non è un bando da citare a vanvera. È un diritto. E se la politica non se ne fa carico, allora che sia la cittadinanza, una volta per tutte, a pretendere di non essere più trattata come un rubinetto da chiudere a piacimento o un portafogli da svuotare senza erogare nulla.









