Crotone ricorda le vittime dell’alluvione del 14 ottobre 1996

Crotone – Oggi ricorrono i venticinque anni dal 14 ottobre del 1996, una data che ha segnato la città di Crotone, piegando più zone e spezzando sei vite umane. La furia dell’acqua travolgeva ricordi, abitazioni, sacrifici, autovetture, risparmi di tanti anni per poter avviare la propria attività commerciale. In pochi minuti l’acqua ha cancellato delle vite, il cui ricordo è ancora vivo. Oggi, alle ore 19,00, presso la Parrocchia del Carmine, il parroco don Stefano Cava celebrerà una santa messa in memoria delle vittime dell’alluvione di Crotone del 14 ottobre 1996.

Le commemorazioni in questi giorni non sono fini a se stesse ma servono soprattutto da monito affinché certi eventi non si verifichino più, poiché ad ogni pioggia è messa a dura prova la sicurezza dei cittadini. L’alluvione dello scorso anno ha, in particolare, segnato il quartiere Marinella e via Cappuccini, con l’acqua che ha divelto molte serrande di attività commerciali e distrutto il frutto del sacrificio dei commercianti. Così come l’evento di venticinque anni fa ha spezzato sei vite. C’è tanta paura, ancora, da parte dei cittadini, dei residenti della zone citate, specialmente la rabbia di chi non solo ha perso beni materiali, ma sopratutto i propri cari. Il parroco di Fondo Gesù, ha chiesto interventi definitivi per il quartiere e soprattutto la pulizia del fiume, così come iniziare dai lavori ordinari.

«Il Fiume Esaro versa in uno stato di abbandono – ha detto il presidente del Comitato di Quartiere Fondo Gesù nel cuore  Felice Torromino – l’ultima pulizia risale all’amministrazione Senatore, e due volte l’anno durante il suo mandato si vedevano delle gru per pulire gli argini del fiume. Poi nessuno si è preoccupato, ignorando il problema, così come il nostro stesso quartiere è  stato ignorato nel tempo». Edilizia, messa in sicurezza degli argini, pulizia dei tombini, un’illuminazione decente, un nuovo asfalto e il decoro urbano sono gli interventi immediati che il quartiere richiede, specialmente dopo 25 anni dall’esondazione dell’Esaro.

Di seguito, la ricostruzione di quanto avvenne 25 anni fa. 

La pioggia battente e incessante, il rumore delle auto in fila. È il 14 ottobre 1996, a Crotone è un lunedì come tanti altri. Fa ancora caldo anche se è già autunno. Piove da tre giorni, il fiume Esaro sembra “pieno” ma è sempre stato amico. 14 ottobre 1996, la giornata inizia come sempre: i ragazzi, dopo una domenica di riposo sono a scuola, si lavora si sbrigano commissioni.

Piove, sì, e anche forte, ma “quattr gucciulun” non possono fermare una città. E invece ad un tratto la città si ferma, immobile, colpita dall’imprevedibile. Una forte ondata di maltempo si abbatte sul capoluogo e sui comuni della provincia seminando morte e distruzione e causando ingenti danni – si parla di 2 miliardi – anche all’economia del territorio. Il 14 ottobre 1996, in sole tre ore, cadono 200 mm di acqua. Sono momenti di panico e terrore, l’acqua arriva nelle case, invade le strade e gli scantinati di Fondo Gesù. Gli studenti del Geometra (l’attuale plesso del gravina situato nel quartiere di San Francesco) salgono sui tetti e attendono i soccorsi.

I ragazzi delle altre scuole in via Acquabona si trovano a dover fare i conti con una vera e propria inondazione. Numerosi prefabbricati industriali vengono spazzati via dall’acqua, e la zona commerciale e industriale della città è letteralmente devastata. Si alzano gli elicotteri, ci sono persone intrappolate nelle auto e nei garage, ci si attacca a tutto per non farsi travolgere dalla furia dell’acqua. Crolla il ponte del cavalcavia sud della città, un’immagine apocalittica. La città è isolata, saltano le linee elettriche, le strade sono impraticabili.

L’alluvione del 14 ottobre 1996 travolge Crotone, quel fango si porta via case, animali, auto beni di ogni tipo, ma si porta via anche sei vite umane, di due di loro non si troveranno più i copri. Si mette in moto la macchina dei soccorsi ma sono i cittadini stessi a prestare i primi aiuti a chi ne ha bisogno.

Lo spirito di collaborazione prende il sopravvento. Si piange, ci si abbraccia si cercano i familiari per capire se sono tutti al sicuro.

Ci vorranno mesi per rimettere tutto in moto ma Crotone si rialza, ferita e addolorata e incapace di dimenticare. Sono infatti trascorsi venticinque anni da quel drammatico 14 ottobre e il ricordo è ancora vivo. Fonte: Crotone Ok (https://www.crotoneok.it/il-ricordo-di-quel-14-ottobre-1996/)