Crotone, stadio Ezio Scida: la Soprintendenza torna alla carica. Vrenna: “Vogliono ucciderci”

CROTONE – La Soprintendenza archeologica mette nuovamente il bastone tra le ruote al Comune ed all’Fc Crotone negando l’autorizzazione all’utilizzo delle strutture amovibili dello stadio Ezio Scida e chiedendo, come aveva già fatto l’anno scorso, che siano smantellate. Una richiesta paradossale alla luce della sentenza  del Tar Calabria del 26 giugno scorso che aveva accolto il ricorso di Comune e Fc Crotone contro il diniego della Soprintendenza all’autorizzazione concessa nel 2016 per ampliare curva sud e tribuna coperta con strutture amovibili per il campionato di Serie A. I giudici del Tar nella sentenza avevano sottolineato proprio che “le strutture non insistono sull’area vincolata direttamente per essere custode dei reperti archeologici, ma sono solo su area limitrofa sulla quale dal 1981 grava vincolo “indiretto” in quanto fascia di rispetto alla prima”. Questa precisazione, peraltro, è contenuta nella planimetria vincoli dello stesso Ministero dei beni culturali.

Evidentemente al Soprintendente Pagano non è bastata quella sentenza e, rispondendo alla richiesta del Comune dello scorso 11 luglio, ha rinnovato la sua richiesta di smantellamento delle tribune amovibili di curva sud e tribuna coperta con motivazioni simili a quelle che il Tar ha ritenuto inidonee. Una risposta curiosamente arrivata oltre un mese dopo la richiesta ed alla vigilia della partita di Coppa Italia.

Mario Pagano

Pagano scrive di essersi consultato con la direzione generale del Mibac per motivare il diniego e, in risposta alle bacchettate del Tar – che aveva sottolineato come non ci fosse alcun progetto di scavo nell’area dello stadio -, rivela: “è in corso un articolato programma di valorizzazione (Antica Kroton) che è stato avviato e che sarà esteso anche all’area provvisoriamente occupata dalle tribune temporanee”. Non dice però Pagano quando questo progetto sarà realizzato. mentre il campionato di calcio comincia tra qualche settimana. Il soprintendente cita anche una sentenza a suo favore come quella relativa all’utilizzo della piazza Antistante la fontana monumentale del Calamo ad Ancona.

Mario Pagano sottolinea nella sua lettera che Comune e società di calcio “non hanno ottemperato alle prescrizioni indicate nell’autorizzazione originaria nonostante il lungo tempo trascorso” e che questo “inadempimento alle prescrizioni prefigura infrazione di natura penale rispetto al Codice dei beni culturali”. Infine, ribadisce, come aveva fatto l’anno scorso, che “la retrocessione in serie B del Crotone ha fatto del tutto venire meno i requisiti di necessità ed urgenza dell’autorizzazione provvisoria, né può invocarsi per il suo rinnovo la questione dei servizi igienici e degli spogliatoi arbitrariamente spostati dalla collocazione originaria”.

Come nel 2018 Pagano diffida la società minacciando l’invio dei Carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale per attivare, in caso di inadempienza, i provvedimenti per la rimozione in danno. Il Comune di Crotone ha già dato mandato ai suoi legali per un ricorso in urgenza al Tar per una sospensiva del diniego del soprintendente.IL PRESIDENTE VRENNA: VOGLIONO UCCIDERE IL CROTONE

“Vogliono uccidere il Football Club Crotone”. Così il presidente dell’Fc Crotone, Gianni Vrenna, annunciando di essere pronto a ritirare la squadra da ogni competizione, commenta il diniego della Soprintendenza archeologica della Calabria all’autorizzazione delle strutture amovibili dello stadio Ezio Scida. Un diniego giunto a 48 ore dalla prima hara ufficiale della stagione calcistica 2019-2020.

“Ormai siamo all’accanimento – dice Vrenna -. Non riusciamo a darci altre spiegazioni rispetto ad una vicenda che sta assumendo toni grotteschi. L’accanimento contro una città, contro una società sportiva diventata modello per tutta Italia tranne che per alcuni burocrati che pensano di ammazzare le emozioni e i sentimenti di un popolo”.
La diffida a firma del Soprintendente per la Calabria Mario Pagano, a smontare “ad horas” le strutture dello stadio Ezio Scida per il presidente del Crotone “non solo suona come una minaccia, ma si fa beffa della sentenza del Tar Calabria giunta nei primi giorni di giugno e che ha rispedito al mittente le precedenti osservazioni dei signori della Soprintendenza e, soprattutto, che viene stranamente notificata a sole 48 ore dall’esordio stagionale e in un periodo fitto di impegni calcistici. Quasi a voler creare più disagi possibili nell’adire d’urgenza le vie legali per ottenere la sospensiva di una misura che ci appare davvero sproporzionata ed evidentemente studiata a tavolino per nuocere ad una intera comunità”.

Vrenna sottolineano un accanimento contro le sue società – “da tempo, purtroppo, si percepisce la strana sensazione ci possa essere un vero e proprio attacco personale su più fronti”, ribadisce: “Vogliono uccidere il Football Club Crotone, vogliono toglierci l’ossigeno e impedire ad un intero territorio di poter godere di uno dei pochi momenti di svago, che non è solo tale: il calcio a Crotone è diventato negli anni motivo di grande orgoglio per un intero popolo che, seguendo le vicende di una squadra di calcio rispettata in tutta Europa, ingrossa il petto e mostra la sua appartenenza storica e culturale. Vogliono impedirci tutto questo, e lo fanno con scientificità chirurgica”.

“Siamo davvero stanchi di lottare contro tutto e tutti – continua Gianni Vrenna – e se la Soprintendenza insisterà su questa strada saremo costretti a prendere decisioni drastiche, pretendendo che siano ben attribuite le responsabilità e gli eventuali danni che tali gesti causano o, in ultima analisi, ritirando la squadra da tutte le competizioni, perché è evidente che questa è la volontà di chi continua a produrre carte per far male al popolo crotonese, a partire da quei politici che dovrebbero difendere e tutelare questo territorio”.