Dal 1° gennaio sacchetti per frutta e verdura a pagamento nei supermercati

Dal 1’ gennaio sacchetti per frutta e verdura a pagamento nei supermercati: “Una stangata”

Dal 1’ gennaio 2018 i sacchetti utilizzati nei supermercati per imbustare frutta, verdura, affettati e altri prodotti alimentari dovranno essere in plastica biodegradabile e compostabile, ma solo usa e getta e sempre a pagamento.

Per gli alimenti sfusi, infatti, le buste riutilizzabili saranno bandite. Multe salatissime per i negozianti inadempienti: nessuna scusa per chi non è pronto o cerca di smaltire i vecchi sacchetti rimasti ancora in magazzino. E’ espressamente vietata anche la possibilità di usare sacchetti riutilizzabili, come consentito invece per le “buste” in uso alle casse dei supermercati. A stabilirlo è una legge su tutt’ altro tema – “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”, approvata dal Parlamento lo scorso 3 agosto.

Nel testo è stata però inserita una norma specifica che recepisce la direttiva europea per ridurre il consumo di sacchetti di plastica e incentivare l’uso di quelli biodegradabili. Sacchetti a pagamento nei supermercati: cosa cambia Quanto ci costerà tutto ciò? La legge non dice quanto dovranno costare i sacchetti biodegradabili e compostabili, ma ipotesi circolate in questi mesi parlano di una cifra compresa tra i 2 e i 5 centesimi di euro.

L’obbligo dei sacchetti a pagamento utilizzati nei supermercati per imbustare frutta, verdura, pesce, affettati e altri prodotti alimentari è, per il Codacons, un nuovo balzello che si abbatterà sulle famiglie italiane.

Una nuova tassa occulta a carico dei consumatori – denuncia il Codacons – infatti ogni volta che andremo a fare la spesa al supermercato occorrerà pagare dai 2 ai 10 centesimi di euro per ogni sacchetto, e sarà obbligatorio utilizzare un sacchetto per ogni genere alimentare, non potendo mischiare prodotti che vanno pesati e che hanno prezzi differenti.
Tanto – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – comporterà un evidente aggravio di spesa a carico dei consumatori, con una stangata su base annua che varia dai 20 ai 50 euro a famiglia, a seconda della frequenza degli acquisti nel corso dell’anno. “Una vera e propria tassa occulta a danno dei cittadini che non ha nulla a che vedere con la giusta battaglia in favore dell’ ambiente.

Il Codacons rende noto di aver inoltrato una istanza d’accesso al Ministero dell’Economia per conoscere tutti i dettagli di tale norma ingiusta.
Siamo pronti a dare battaglia – conclude l’Associazione – impugnando nelle sedi competenti un provvedimento ingiusto che finisce solo per introdurre aggravi di spesa sulle spalle dei consumatori.