Dal programma elettorale 2011: tutte le chiacchiere di Occhiuto/5: il centro storico

Quella che affrontiamo oggi è la madre di tutte le chiacchiere di Occhiuto: il centro storico di Cosenza. A leggere ciò che scriveva nel libro della vave del 2011, sembrava questo il perno su cui girava tutto il suo programma. Il punto massimo da raggiungere. L’obiettivo principale dell’amministrazione Occhiuto.

Ma, come tutti sapete, sostenitori e non, il centro storico in questi ultimi anni ha continuato a sbriciolarsi, esattamente come succede da sempre. A parte 4 pascariaddri ìmbacchiati ari muri, e qualche scampagnata dell’ex assessore Succurro nei vicoli del centro storico, niente è stato fatto. Basta parlare con gli abitanti, se non credete a noi.

occhiuto rovine

Per l’anima dei morti vi chiedo una cortesia, non citatemi quei temporany store o shop, o come cavolo si chiamano, perché lo sappiamo tutti, specie chi ha fatto questa esperienza, che sono stati un totale fallimento. L’unica cosa buona che è riuscito a fare per il centro storico Occhiuto è stata quello di favorire la privatizzazione, agli amici degli amici, del monumento più importante della città di Cosenza: il Castello. Per il resto tutte chiacchiere. Vediamo cosa scriveva (per sintesi perché questo capitolo è una longaria insignificante, piena di buoni propositi, totalmente disattesi), quel chiacchierone di Occhiuto sul centro storico.

LA VALORIZZAZIONE DEL CENTRO STORICO

Lo sviluppo futuro di Cosenza non può che fondarsi sul recupero dell’identità, che vuol dire ritrovare i valori più profondi della nostra città, riscoprire le sue radici culturali, rintracciare i segni della nostra storia nascosti dall’incuria e dal degrado.

E fin qui tutto normale.

Il nostro Centro Storico è lì a dirci che noi cosentini meritiamo molto di più, che c’è un’antica nobiltà da riscoprire e da far valere. Il nostro bellissimo centro storico, arroccato sulle pendici del colle Pancrazio, è un po’ l’emblema di un passato tanto importante quanto oggi, purtroppo, dimenticato. Per questo, sarà uno degli ambiti fondamentali del nostro programma.

La giusta enfasi che merita il nostro centro storico. Solo che era una presa in giro per farvi abboccare. Per farvi credere che a loro interessa, invece non gliene fregava e non gliene frega niente di Cusenza Vecchia. E si vede. E nessuno può dire il contrario. Poi capisco anche quelli che devono difendere a tutti i costi Occhiuto. Comunque ribadisce l’aspetto fondamentale che ha il centro storico per il suo programma. Ma andiamo avanti. Dopo aver elencato tutti i monumenti e gli edifici più importanti presenti nel centro storico, quel chiacchierone di Occhiuto scrive questo.

Allora è proprio questo senso di appartenenza che noi cosentini dobbiamo riscoprire, non per un bieco campanilismo, ma per partire da una cultura comune, da un linguaggio comune. Al contrario ogni cosa che ci accingeremo a costruire diventerà una nuova Torre di Babele, quel famoso edificio che fu abbandonato dai costruttori perché non si capivano più tra loro. Non avrebbe avuto senso, infatti, costruire qualcosa che non rappresentasse nessuno e che nessuno sapeva “leggere” come il proprio libro di storia. Ridare vita al centro storico vuol dire innanzitutto individuare alcune funzioni qualificanti che possano riportare la vita lungo le strade, di giorno e di notte, per far riprendere a pulsare quello che da sempre è il cuore della città. Pensiamo all’arte, all’istruzione, alla cultura; ma anche alla vita dei giovani che troppo spesso non trovano dei luoghi dove esprimersi in modo appropriato.

Classico pistolotto pseudo intellettuale, con tendenza al glamour. Ci può stare. Sempre chiacchiere sono però, che sia chiaro. Continuiamo a leggere.

La rinascita del nostro centro storico passa necessariamente per il recupero della sua vocazione naturale di centro di produzione dell’arte; il nostro progetto mirerà a renderlo analogo ai quartieri SoHo di Londra e di New York, quartieri di tendenza con appartamenti di stile “loft”, gallerie d’arte e boutique, che sono continuamente set di film. Nella nostra città vecchia si potranno collocare officine per la produzione della scultura, atelier di artisti, laboratori musicali, piccoli teatri sperimentali, oltre a negozi caratteristici. In tale ambito i laboratori formativi potranno accorpare energie, fermenti giovanili, vivacità creativa, dando nuove possibilità di lavoro che non va più inteso esclusivamente nel senso tradizionale del termine.

Quando ha scritto questo passaggio secondo me Occhiuto aveva piollato. Era di sicuro drogato. Altrimenti non si spiega. Ogni considerazione diventa inutile. Sono solo farneticazioni pseudo culturali di uno che non sa che dire, e allora le spara grosse, tanto a Cosenza abboccano di sicuro. L’unica cosa che si può trarre da queste vave, che almeno un po’ nelle intenzioni si avvicina alla visione occhiutiana di cui sopra è la via degli artisti, che ha un suo senso, solo che è già morta. Quello che ha prodotto, al di là dell’aspetto artistico, non ha portato nessuna economia per la zona, né frotte di tedeschi, svizzeri, giapponesi e americani. Diciamoci la verità, è totalmente avulsa al contesto sociale e culturale del centro storico. E’ di fatto fuori “le mura della città vecchia”. Nessuna interazione con il resto dell’umanità che li circonda. Andiamo avanti.

Inoltre prevediamo attività strettamente legate al turismo, che creeranno un cosiddetto albergo diffuso: un tipo di turismo del tutto particolare che offre agli ospiti una esperienza di vita in una atmosfera caratteristica, che potrà contare su servizi alberghieri, accoglienza, assistenza, ristorazione, spazi e servizi comuni per gli ospiti che alloggeranno in residenze d’epoca.

Questo passo è bellissimo. Il fatto che gli ospiti, cioè i turisti di tutto il mondo che sono accorsi a Cosenza in questi anni, secondo Occhiuto, alloggeranno in “residenze d’epoca”, vi fa capire il grado di sballo in cui trovava quando ha scritto queste cose. Che lui stesso sa che sono chiacchiere irrealizzabili. Però sa pure che in molti si coddranu. E poi raccontarle non costa niente. Fate voi. Io turisti che alloggiano in residenze d’epoca a Cosenza Vecchia non ne ho mai visti. Ognuno si ‘mmucca chiru ca vo’.

Fine prima parte. Domani leggeremo come il cazzaro voleva ristrutturare tutto il centro storico. Sempre a chiacchiere. Tanto a lui che gliene frega. Le chiacchiere non costano nulla.