Il 2021 è stato un anno contrassegnato dagli incendi in Calabria. Le fiamme hanno distrutto boschi, alberi, tronchi e interi territori nel cuore dell’Aspromonte. Hanno provocato devastazione e morti. Ad essere pesantemente colpita, in quella funesta estate, fu anche la pineta di Siano a Catanzaro. Un luogo simbolo della città, un luogo devastato dagli incendi. Oggi, così come accaduto lo scorso anno in Aspromonte, c’è un forte tentativo di protezione e recupero di quell’area. A lavoro ci sono le squadre di Calabria Verde che stanno implementando lo studio del Dipartimento di Agraria dell’Università di Reggio Calabria. Una sinergia proficua per preservare e far risplendere una vasta area della città di Catanzaro che merita di ritornare agli antichi fasti.
Da alcune settimane le squadre di Calabria Verde (la società in house della Regione Calabria gestisce la pineta di Siano) stanno lavorando incessantemente e stanno mettendo a frutto il lavoro di squadra messo in campo grazie, come si diceva, alla sinergia tra enti. C’è Calabria Verde, c’è l’Università di Reggio Calabria con il dipartimento di Agraria in campo. Capofila di questo progetto partito lo scorso anno in Aspromonte, il prof. Giuseppe Bombino (coordinatore del corso di studi magistrale in Scienze Ambientali e Forestali) insieme al docente dell’Unirc Andrea Proto, al commissario di Calabria Verde Giuseppe Oliva ed a tutti gli addetti ed operai di Calabria Verde che stanno lavorando per consentire, contemporaneamente, la messa in sicurezza dei luoghi e il recupero di un’area tanto amata dai catanzaresi.
“Questo è un grande polmone che purtroppo il 12 agosto 2021 è stato interessato da un vasto incendio che ha distrutto la parte iniziale e la parte sommitale caratterizzato da un impianto di pino mediterraneo impiantato dopo gli anni 50. Abbiamo redatto un progetto specifico – ha sottolineato Oliva – attraverso operazioni silvicolturali specializzate e la nostra azione ha molteplici finalità: dalla conservazione dell’ambiente naturale, fino ad arrivare ad un discorso di carattere ricreativo perchè, appunto, la pineta è molto frequentata. Il cantiere ha preso spunto dalla convenzione sottoscritta con l’Università di Reggio Calabria che ci ha dato a noi l’idea di poter mettere in atto un’attività forestale con tecniche di ingegneria naturalistica che prevedono l’eliminazione del materiale andato distrutto. Alberi compromessi che vanno abbattutti per dare spazio ad una vegetazione indigena. Sistemeremo questi tronchi lungo le linee degli impluvi in modo tale che si può intercettare buona parte del terreno, della biomassa e possono essere messi a dimora i semi di sughero che appartengono alle piante esistenti in questo contesto forestale e che hanno sicuramente facilità di attecchimento perchè la sughera è una specie indigena di questa zona”.
Così il prof. Bombino: “Si potrebbe dire che è un bell’esempio di ricaduta dei risultati della ricerca sul territorio a beneficio della comunità. L’utilizzo dei tronchi atterrati a causa della severità dell’incendio ha una funzione di stabilizzazione del versante. Ciò produce una capacità di controllare le acque e di proteggere il suolo dai processi erosivi. Dall’altra parte si assisterà il bosco nei suoi meccanismi di autoriparazione per recuperare prima possibile la sua funzione principale. L’orizzontalità di questi alberi può essere d’aiuto, elementi di fabbrica per mettere in sicurezza i versanti dai processi erosivi che rappresentano l’effetto indiretto degli incendi perchè in inverno la mancanza di copertura del suolo innesca i processi erosivi che, così come gli incendi, attanagliano il territorio calabrese”.
“Lo scopo principale della ricerca è tradursi in terza missione universitaria. Un progetto che rientra nell’ambito del Pnrr e il dipartimento di Agraria curerà un aspetto fondamentale con il progetto “Take for you”, un progetto importante anche dal punto di vista della didattica come cantiere dimostrativo e formativo non solo per i nostri studenti, ma anche per il contingente di operai che operano presso Calabria Verde”.