DDA: arriva Gratteri, tremano i politici corrotti

L’arrivo del dottor Gratteri alla procura di Catanzaro è di fatto una buona notizia per i calabresi.

Un valore aggiunto al già ben fatto lavoro del dottor Lombardo, prima, e continuato dal dottor Bombardieri e dai sostituti Bruni e Luberto, dopo. Una nomina, quella di Gratteri, che non potrà che far bene alla già affiatata squadra dell’antimafia. La sua conoscenza approfondita del sistema ‘ndrangheta, anche a Cosenza (perché anche da noi esiste la mafia, repetita iuvant), arricchirà di sicuro, il già ampio patrimonio di conoscenza degli uomini e delle donne che da tempo lavorano nella procura.

lombardo bombardieri

Una nomina che siamo certi piacerà anche ai suoi colleghi che in quell’ufficio lo aspettano. Del resto, lavorare al fianco ad uno degli investigatori più bravi del panorama italiano, non può che giovare all’esperienza e alla professionalità di chi gli sta vicino. C’è sempre da imparare anche per bravi investigatori come Bruni e Luberto. E di cose da insegnare Gratteri ne ha.

Chi è il dottor Gratteri tutti lo sappiamo. Come si dice negli show che contano, non ha bisogno di presentazioni. Uomo dello stato e sempre al servizio del cittadino. Su di lui si può contare. Capace di ricevere ogni segnalazione e richiesta di giustizia che arrivi dai cittadini. Non è enfasi la mia ma un dato oggettivo.

Bombardieri-e-luberto

Ha spiegato un milione di volte la sua strategia di aggressione ai clan. A cominciare dai loro patrimoni. E se solo il legislatore l’avesse ascoltato, a quest’ora saremmo già avanti in questa “perenne” guerra all’anti stato. Causa principale del mancato sviluppo della nostra regione. Ovviamente appoggiati da certa politica senza la quale non sarebbe possibile fare affari.

Ecco, con Gratteri, così come con il dottor Lombardo prima, e la squadra che lavora oggi alla DDA di Catanzaro, per questa categoria di politici corrotti (la peggiore) non c’è scampo. Una nomina di peso la sua. Che accucchiata alla squadra che già lavora alacremente presso la DDA, potrebbe fare la differenza sul campo.

Abbiamo la possibilità di diventare una città normale. Dove u patutu è tenuto in considerazione. E se vai in procura a denunciare un abuso delle autorità, di sicuro trovi qualcuno che ti protegge e ti ascolta. Non come adesso che ti vendono subito. Con Gratteri ti viene subito e spontaneo dire che è uno che applica la bellissima formula di cui tutti si linchianu a vucca: la Legge è uguale per tutti. E quando questo avviene, cioè che la Legge è uguale per tutti, tutti gli onesti sono rassicurati, e i furbacchioni bene si guardano dal delinquere.

Ma non di sole lodi è fatto questo mio pezzo. Perché con il dottor Gratteri non mi trovo d’accordo su due punti. Sarà per via della mia ideologizzazione, ma penso che usare il 41 bis per estorcere dichiarazioni o come strumento di isolamento totale di boss e gregari dal resto del mondo, non è proprio, mi permetto di dire con molta umiltà, costituzionale.

Anzi, la Costituzione vieta queste pratiche. Il 41 bis è una barbarie: la cella diventa un pezzo di paese dove la Legge non vale. Dove la Costituzione è tradita. Un luogo dove vige il peggiore dei liberi arbitri. Non voglio certo dire che il dottor Gratteri ne faccia questo tipo di uso. Ma se ne avalla l’esistenza, anche se lo fa in buona fede, va da se che in qualche maniera ne giustifica anche determinate “disfunzioni”. E qui potrebbe scricchiolare leggermente l’assunto della Legge è uguale per tutti.

Perché se è vero che la mafia è una montagna di merda, e che Riina è un assassino e che merita di vivere isolato dalla società, è anche vero che per Riina non si possono cancellare i diritti costituzionali. La sua pena non può essere contro la dignità e deve tendere alla rieducazione. La Costituzione viene prima del Codice Penale. E’ la prima Legge.

Infatti i giudici giurano su di essa, non sul manuale di procedura. Tutti siamo tenuti ad osservarla, e tutti siamo protetti da Essa. Anche Riina. Che non vuol dire clemenza, o buonismo, o pretendere un albergo a 5 stelle per i detenuti, ma non si può accettare un regime carcerario, costituzionalmente parlando, che mira alla tortura e all’annullamento dell’individuo. Questo è inaccettabile sotto il profilo giuridico e umano. Per me il 41 bis è una inutile tortura.

E poi, con il dottor Gratteri non sono d’accordo neanche sulla questione della liberalizzazione delle droghe leggere. Il procuratore si dice contrario e spiega il perché: “le droghe leggere sono solo il 5% dell’affare. In questa percentuale il 25% dei consumatori sono maggiorenni, solo a questi lo Stato potrebbe vendere le droghe leggere legalizzate. Servirebbero nuove aziende agricole, acqua, concime, personale assunto e assicurato… così un grammo di marijuana in farmacia costerebbe 12 euro. Chi la acquisterebbe se al mercato nero si vende invece a 3 o 4 euro?”.

Francamente una spiegazione debole, alla luce dell’esperienza spagnola, per non parlare di quella olandese e del resto d’Europa. Se a queste aggiungiamo tutti gli stati americani che hanno deciso di legalizzare le droghe leggere, capiamo che la posizione del dottor Gratteri va quantomeno rivista.

Detto questo, la redazione di Iacchite’ dà il benvenuto a questo nostro illustre corregionale alla guida di una delle più importanti procure d’Italia. Auguri di buon lavoro a lei e a tutta la sua squadra.

GdD